21. vita e morte

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Un timido raggio del sole del mattino trapelò dalla finestra della camera di Iman, il cui corpo era intrecciato con quello di Leon. La notte precedente, i due si erano amati come se fosse stata l'ultima. Gli sguardi innamorati si erano incrociati una volta ancora in un'esplosione di emozioni contrastanti: amore e paura.

Il ragazzo si svegliò stranamente con calma, muovendo lentamente i muscoli assopiti e stropicciandosi gli occhi. Guardò fuori dalla finestra: il cielo era azzurro e contornato da una corona di nuvole che attenuavano la luce del sole, le erbacce crescevano sempre di più ai lati della strada.

Non fece in tempo a girarsi che sentì il calore dei seni di Iman sulla schiena scolpita e le sue labbra baciargli il collo dolcemente. Bastò solo quel gesto tenero a destarlo dai suoi pensieri.

"Buongiorno, Leon" gli sussurrò all'orecchio facendolo rabbrividire una volta ancora. Egli si girò e la vide in tutta la sua bellezza: i capelli scuri e ricci le ricadevano perfettamente sulle spalle, gli occhi color miele lo fissavano con bramosia.

"Che c'è, non ne hai abbastanza?" la schernì bonariamente, lasciandole un bacio sulla tempia.

"Di te, mai" esordì seducente, prima di alzarsi dal letto e vestirsi. Indossò una felpa verde militare e dei jeans larghi neri, abbinati a soliti scarponcini neri mentre Leon indossò la solita divisa.

"C'è una cosa che devo dirti" la fermò Leon con lo sguardo fisso sul suo viso "Iman, devo portarti lontano da qui, il rifugio non è più un luogo sicuro per te"

"Perchè?" esordì la ragazza con la preoccupazione dipinta sul volto.

"Los Illuminados non si fermeranno e continueranno a mettere in pericolo noi e gli altri se non ce ne andiamo. Staremo nel mio vecchio dipartimento di polizia, lì ci aspetterà Krauser, il mio vecchio mentore"

"Che ne sarà di Claire, Chris e gli altri?"

"Verranno con noi, non preoccuparti. Ora, però, dobbiamo sbrigarci" disse prima di scendere le scale dell'edificio mano nella mano con Iman e raggiungere il parcheggio ove erano situati gli altri, pronti a partire. Tutti salirono sulle auto e si diressero al di fuori del rifugio North, Chris insieme alla sorella minore e Leon con Iman.

"Leon, posso chiederti una cosa?" esordì Iman di punto in bianco con gli occhi fissi sulla strada.

"Spara" disse con la mascella contrita e le mani strette sul volante.

"Voglio sapere cosa vogliono da me gli Illuminados"

Leon non aveva altra scelta, doveva dirle la verità a tutti i costi. Ormai che senso aveva nasconderle le cose? Se avesse voluto avere una relazione, sarebbe dovuto essere il più chiaro e limpido possibile.

"La Intelligence americana possiede delle armi biotecnologiche che potrebbero mettere fine a tutta questa merda ed ecco, loro vogliono ricattarla. In questo caso, sei tu l'oggetto del ricatto"

A quelle parole Iman rabbrividì, realizzando che la situazione di pericolo in cui era capitata era peggiore del previsto. Le mani le tremavano, la fronte era imperlata di sudore ed una vampata di calore le aggredì il petto.

"Non preoccuparti, finchè ci sono io, non permetterò che ti accada nulla" cercò di rassicurarla Leon, poggiando una mano sulla coscia della ragazza, stringendola leggermente.

"Grazie, Leon, non so cosa farei senza di te"

"Non devi ringraziarmi, metterei a repentaglio tutto per te" esordì, ammirando il panorama che si mostrava davanti ai due: il sole stava tramontando e la luce aranciata illuminò il paesaggio trasandato. Una perfetta antitesi tra vita e morte.

Dopo svariate ore di viaggio arrivarono alla stazione di polizia il cui direttore era proprio il maggiore Krauser. La struttura non si presentava troppo malandata e aveva l'aria di essere abbastanza sicura, data la grande quantità di agenti e poliziotti che sorvegliavano il posto.

"Ben arrivati" li salutò il capo della struttura con un marcato accento tedesco. I capelli biondi erano parzialmente coperti da un cappello rosso, gli occhi vitrei squadrarono il corpo esile di Iman, gesto che mise in imbarazzo la ragazza, la quale si guardava attorno disorientata. Il suo sguardo si posò sulla figura di Leon in cerca di rassicurazioni.

"Maggiore Krauser, buonasera" lo salutò il ragazzo "Questa è Iman, la mia ragazza"

"Bene, bene. Suppongo tu sia la figlia del signor Jackson" esordì il Maggiore, rivolgendosi a quest'ultima.

Krauser era stato il primo mentore di Leon. Dopo il disastro di Raccoon City lo aveva preso con sé insieme al padre di Iman per addestrarlo in vista di un progetto top secret da parte dell'Intelligence americana il cui obiettivo era neutralizzare le minacce degli Illuminados. Gli addestramenti quasi uccisero il povero Leon, da quanto erano difficoltosi e stremanti ma, come sempre, il ragazzo non mollò mai la presa.

"Vi accompagno alla vostra stanza" disse Krauser, prima di salire le scale di legno scricchiolanti insieme alla coppia. La stanza era abbastanza spaziosa, giusto per due persone: il letto matrimoniale era disposto dinnanzi alla piccola finestra, a sinistra vi era una piccola scrivania in legno consumata dal tempo.

"Grazie" disse Iman con un filo di voce, segno dell'imbarazzo che stava provando. Tutti la conoscevano e bastò quello a farla sentire estremamente a disagio. Si sedette sul letto insieme a Leon, il quale cercò di calmarla e rassicurarla che le cose sarebbero andate per il meglio.

Passò del tempo: era giunta l'ora di cena. I due si recarono, insieme ai fratelli Redfield, nella piccola mensa. Le pareti erano scrostate, i tavoli e sedie in plastica erano gremite di persone intente a consumare il loro pasto come se fosse l'ultimo. Del resto, in un mondo devastato, il pendolo tra vita e morte era assai labile e precario.

Si sedettero insieme a Krauser e altri ufficiali di tutto rispetto, intenti a consumare il loro cibo. Iman si tenne stretta a Leon e si sorprese del suo smisurato sentirsi fuori luogo. Si sentiva come se qualcosa fosse andato fuori posto.

"Allora, mio caro Leon, come hai trascorso questi ultimi mesi?" chiese questi, gustando la zuppa calda appena servitagli.

"Niente di speciale, ho combattuto gli Illuminados e ho cercato di proteggere Iman, tutto qui"

"Si vede che avete un bel legame, ne sono molto contento. Il signor Jackson sarebbe molto orgoglioso" esordì con un sorriso sghembo quanto sornione.

"Dove si trova mio padre?" chiese, con un tono inquisitorio Iman di punto in bianco. Gli occhi ambrati erano fissi su Krauser.

"Calma, ragazzina. È al sicuro ma non posso dire dove" rispose Krauser con un tono freddo quanto altero.

Quelle parole la lasciarono con l'amaro in bocca. Ella voleva delle risposte e subito, si era stancata di vivere nel dubbio e nell'incertezza, una situazione che dovette sorbirsi da svariati anni ormai.

L'ora di cena si esaurì presto, anche se a Iman sembrò essere passata un'eternità. Si recò in camera con Leon, mostrando il broncio, come era suo solito fare quando qualcosa non andava secondo i suoi piani. Si addormentò abbracciata al ragazzo, poggiando la testa sul suo petto che emanava un calore così familiare e rigenerante, il quale, però, non la destò dalle domande incessanti che le attanagliavano la mente.

BLACK STAR - leon kennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora