13. patina di ghiaccio

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TW: questo capitolo contiene scene a sfondo sessuale. leggete solo se vi sentite a vostro agio :)

In quella notte intrisa di preoccupazione e sgomento, Iman e Leon erano riusciti a trovare quel barlume di felicità che si celava nell'oscurità al di fuori del rifugio

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In quella notte intrisa di preoccupazione e sgomento, Iman e Leon erano riusciti a trovare quel barlume di felicità che si celava nell'oscurità al di fuori del rifugio. Quell'esatto istante aveva segnato una crepa nelle loro giovani vite, un punto di non ritorno. I due ragazzi continuarono a baciarsi con foga, mossi dal desiderio più potente come se fosse stata una droga.

Il biondo afferrò per i fianchi Iman, prendendola in braccio e facendo aderire il suo corpo esile al proprio, decisamente più massiccio. La sostenne per i glutei che accarezzò con bramosia, quasi come se fosse stato sul punto di perderla. Le loro bocche sembravano quasi incollate l'una all'altra: non avevano la minima intenzione di staccarsi.

"Iman, dimenticati tutto quello che ti ho detto prima. Io ti voglio, ora" ansimò il ragazzo, continuando a baciarle il collo al che la ragazza emise un mugolio di piacere. Prima di sostenersi alle spalle muscolose del ragazzo.

"Non ci credo, l'agente Kennedy che mi da il suo cuore in mano?" lo canzonò con un sorriso sghembo e le labbra consumate dai baci.

"Zitta e baciami" le disse come se fosse stato un ordine, un'esigenza primordiale da soddisfarsi immediatamente. Il ragazzo posizionò Iman delicatamente al suolo, prima di prenderla per mano e correre verso le scale e dirigersi verso i bagni comuni. Il cuore gli batteva all'impazzata, le pupille erano dilatate alla vista della ragazza che tanto gli fece girare la testa come un'estasi febbrile. La osservava mentre chiudeva la porta dei bagni a chiave e strusciarsi contro la porta, passando le mani su tutto il corpo per sedurlo, tentarlo.

Con una mossa tempestiva, Leon si dimenò dal tessuto sudicio dell'uniforme che sembrava stargli troppo stretto. Il suo addome scolpito era esposto, ancora una volta, agli occhi di Iman la quale si leccò le labbra, quasi pregustando il momento successivo. Anche la ragazza mostrava una certa lussuria in quegli occhi affamati, bramosi, desiderosi di averlo.

Ella si rimosse la felpa, rimanendo solamente con una t-shirt bianca che metteva in mostra i capezzoli inturgiditi. Si avvicinò a Leon, muovendo i fianchi al ritmo della passione, prima di rimuovere i jeans e aiutare il ragazzo a fare lo stesso. Iman giocò con l'elastico dei boxer, stuzzicandolo, prima di sussurrargli all'orecchio frasi non molto caste.

"Questo è un biglietto di sola andata" gli disse con aria seducente, baciandogli il collo e le clavicole.

"Non mi importa" rispose Leon con convinzione prima di accarezzarle la pancia e arrivare fino alla biancheria. La guardò negli occhi intensamente prima di inalare quanta più aria possibile ed espirare lentamente. Con un gesto repentino, sorpassò con la mano quel tessuto così sottile per poi arrivare alla sua parte più recondita e femminile.

Iniziò a stimolare con le dita quel punto nevralgico e sensibile finché non sentì la ragazza respirare sempre più faticosamente, emettendo suoni dolci che cullavano le orecchie di Leon come una melodia perfetta. Un gemito strozzato le schiuse le labbra nel momento in cui avvertì uno strano e piacevole calore laddove la mano di Leon si stava destreggiando, avvisandola che era vicino al limite. Gli occhi ambrati erano roteati all'insù dal piacere.

"L-Leon..." mugolò la ragazza, facendo aderire i seni ai pettorali del ragazzo.

"Lo so, Iman, lo so" le sussurrò all'orecchio con fare rassicurante prima di baciarle il lobo dell'orecchio, mordicchiandolo leggermente.

Ad un certo punto si fermò, prima di rimuovere il restante indumento e dirigersi verso la doccia. Nel mentre che aspettava che l'acqua divenisse della temperatura giusta, osservò Iman rimuovere quel sottile strato anch'ella. Erano rimasti completamente esposti l'uno al cospetto dell'altra.

"Porca merda, Iman" sussurrò Leon guardandola nuda, così vulnerabile e lussuriosa. Non riusciva a capire più niente, la testa gli girava ancora, soprattutto nel momento in cui la ragazza prese delicatamente il suo membro con una mano, iniziando a muoverla ritmicamente. Sentì il respiro di Leon farsi più accelerato, il suo corpo tremare sotto il suo tocco per lui così maledettamente afrodisiaco.

"Così mi rendi difficile trattenermi" le disse prima di afferrarle uno dei glutei.

"Chi ha detto che devi trattenerti?" lo sfidò con occhi accecati dalla lussuria, prima di aumentare la velocità, sentendo Leon emettere dei gemiti gutturali.

"Mi farai perdere la testa" mugolò in preda alla passione più disorientante, mentre la ragazza si accingeva a entrare in doccia. Il vapore caldo si appiccicò ai corpi di entrambi, soprattutto nel momento in cui entrarono nel box doccia. Iniziarono a baciarsi con foga ancora e ancora fino a sentire le labbra dolere per il troppo sfregamento tra loro. Il rumore dell'acqua calda sui loro corpi a contatto, il suono dei baci rubati, era tutto troppo.

Coraggiosamente Iman lasciò una scia di baci sul collo di Leon fino ad arrivare alle scapole e petto. Un gemito seguito da un brivido lungo la schiena percorse il biondo, quando Iman si mise in ginocchio davanti a lui, guardandolo dal basso con un sorriso sensuale. Con un gesto repentino afferrò il membro di Leon, baciandone la punta.

"Iman, oh Dio" mugolò Leon, alzando gli occhi al cielo.

"Che c'è, l'agente Kennedy è in stato di sovraeccitazione?" lo prese in giro bonariamente prima di approfondire i baci, assaporando ogni centimetro di Leon, il quale stava effettivamente entrando in uno stato di iperarousal. Le gambe tremavano e lo costrinsero a tenersi alle maniglie della doccia per non cadere. I respiri erano affannati e si mescolavano ai gemiti del ragazzo che non riusciva più a reprimere quella voglia primordiale di averla. I fianchi assecondavano i movimenti di Iman la quale stava andando sempre più a fondo.

"Merda" sussurrò Leon in preda ad un'incontenibile lussuria. Osservava Iman dall'alto: i suoi ricci scuri le ricadevano perfettamente sulle spalle, le guance erano rosse sia per il calore sia per lo sforzo, così come le labbra piene. La ragazza, impavida, aumentò la velocità dei suoi movimenti per portare all'apice del piacere il biondo , il quale le accarezzò con fare dolce e amorevole i capelli.

La scandagliò attentamente come se avesse potuto scorgere la sua anima custodita in quel corpo così esile e sensuale. La schiena, il modo in cui i seni si muovevano, i glutei. Si sentiva come se avesse toccato il cielo con un dito, soprattutto in cui la sua essenza venne rilasciata, accompagnata da un gemito gutturale che invocava il nome di Iman.

La ragazza si mise in piedi, godendosi l'acqua calda che accarezzava il suo corpo con estrema delicatezza. Leon passò le sue grandi mani sul corpo di Iman, accompagnandosi con le proprie labbra violacee che volevano tastarla, assaporarla in ogni modo. Con entrambe le mani le strinse leggermente i seni, prima di sfiorarle la pancia e la sua intimità, il che la fece tremare di pura estasi.

"Non pensare che sia finita qui" le mormorò all'orecchio, causandole una scia di scosse elettriche lungo tutto il corpo, specie nel momento in cui due delle sue dita si fecero spazio all'interno della ragazza, la quale sussultò per la sorpresa e si morse il labbro inferiore. Iniziò a muoverle con un ritmo che divenne gradualmente più veloce, stimolandola anche dall'esterno. Le gambe iniziarono a tremare, al che Leon le cinse la schiena con un braccio e sostenne il peso di Iman che si appoggiò completamente a lui, lasciandosi andare del tutto.

I gemiti di Iman divennero sempre più frequenti anche se poco rumorosi per non attirare troppo l'attenzione.

"Lasciati andare, Iman, ci sono io" le disse con fare amorevole baciandole la mandibola.

Gli occhi di Leon si spalancarono quando sentì qualcosa di caldo ed intenso intridergli le dita. Solo in quel momento capì che cosa le aveva fatto raggiungere. Iman si appoggiò completamente al corpo di Leon che la tenne saldamente stretta a sé, prima di baciarle le spalle.

In un mondo in cui il caos regnava sovrano, quella nottata bruciante di passione aveva ristabilito l'equilibrio che, nonostante ai due sembrasse eterno, era fragile come una sottile patina di ghiaccio.

BLACK STAR - leon kennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora