11. rischiare

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Iman rimase attonita, seduta sul sedile anteriore dell'auto di Leon

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Iman rimase attonita, seduta sul sedile anteriore dell'auto di Leon. Lo guardava con il volto ricolmo di bramosia e desiderio. Il modo in cui l'aveva sfiorata con una carezza la aveva fatta impazzire, nonostante non lo avesse dato a vedere.

Leon si schiarì la voce, prima di rimettersi alla guida. Gli occhi cerulei erano, ancora una volta, fissi sulla strada deserta. Una leggera patina di pioggia si stagliò contro il vetro anteriore dell'auto, producendo un suono che quasi cullò i due. Iman si guardò attorno, osservando ancora una volta l'ambientazione lugubre e spoglia, fredda e anonima.

"Allora, tra dieci minuti scatta il coprifuoco. Reggiti" disse prima di aumentare la velocità, premendo sull'acceleratore. Entrambi avvertirono una piacevole sensazione di adrenalina pura: le pupille dilatate, i brividi in tutto il corpo. Iman sorrise a quel gesto così spericolato e fuori dagli schemi mentali del ragazzo.

"Ho sentito, Leon" gli sorrise, rivolgendo il suo sguardo verso di lui, intento a guidare. Istintivamente il ragazzo afferrò la coscia coperta di Iman, stringendola leggermente, gesto che, ancora una volta la sorprese e che la portò a mordersi il labbro inferiore delicatamente.

"Volevo essere chiaro. Comunque, riguardo alla tua bravata di prima, non farlo mai più" esordì con voce seriosa, guardandola con la coda dell'occhio.

"Avevo voglia di parlarti. Abbiamo delle questioni in sospeso"

"Non mi sembra" la canzonò il biondo aumentando la presa sulla coscia di Iman, facendola sussultare. Entrambi scoppiarono in una risata fragorosa. Chilometro dopo chilometro, il rifugio North si poteva scrutare in mezzo agli alberi che si ergevano prepotentemente verso il cielo plumbeo e uggioso.

In un attimo entrambi scesero dalla macchina, chiudendo le portiere dell'auto prontamente. Il cancello si stava chiudendo automaticamente. Si recarono all'interno della struttura imponente quando Chris li raggiunse con un'espressione preoccupata sul volto.

"Kennedy, sei in ritardo" lo rimprovero Chris, il cui comportamento era assai più rigido di quello di Leon, così come i suoi lineamenti più marcati.

"Problemi con la benzina" si inventò Leon con la sua solita prontezza, sistemandosi il giubbotto.

"Strano perchè, proprio ieri hanno portato i rifornimenti qui al rifugio" esordì con un tono sarcastico, squadrando la figura esile di Iman, la quale provò subito un insopportabile imbarazzo. Sentiva il suo sguardo fisso su di lei.

"Non me ne ero assolutamente accorto" disse il biondo, con un'aria che voleva sembrare impassibile.

"Che cosa bizzarra. Sei sempre tu quello al corrente di tutto" rettificò con una voce che sembrava lasciar trasparire una leggera rabbia e delusione.

"Ho capito, Chris" lo guardò in quegli occhi castani e profondi "Ora, vogliate scusarmi ma devo andare"

"No, Leon. Dobbiamo parlare" lo fermò Chris, impedendogli di andare da qualsiasi parte.

Solo in quel momento il ragazzo si accorse davvero la gravità della situazione. Lo seguì fino ad arrivare all'ufficio di Chris dove tutto era perfettamente in ordine. La scrivania era impeccabile, così come il resto della stanza. Come si dice, gli ambienti riflettono la personalità di una persona, e, appunto, quella stanza dall'aria asettica rifletteva appieno la personalità dura e iper disciplinata di Chris.

"Cosa c'è adesso" gli chiese Leon con un'aria infastidita, cercando di sembrare ignaro dell'errore appena commesso.

"Lo sai, Leon. Lo sai molto bene. Il tuo lavoro è di proteggere la ragazza, non di intraprendere una relazione con lei!" esclamò, alzando il tono della voce.

"Cosa te lo fa pensare che io voglia farlo?"

"Il tuo essere distratto, il modo in cui la guardi e...cosa hai sul collo?" disse, avvicinandosi a lui pericolosamente con aria stizzita.

Porca merda.

Pensò Leon, tentando di restare serio. Continuava a fissare la porta dell'ufficio, in attesa che quel momento spiacevole fosse finito. Le guance gli stavano andando a fuoco e il respiro divenne sempre più affannato.

"Non è niente. Ad ogni modo, io voglio solo proteggerla"

"Ti sei risposto da solo. Non coinvolgerla o potresti pentirtene e non lo dico perchè ci rimarrei male io. Ricordati a chi lo hai promesso" esordì serio Chris con un'espressione truce sul volto.

Quelle parole colpirono Leon come un treno in corsa. Sapeva benissimo che l'amico era nella ragione più totale e si aspettava che sarebbe potuta succedere una cosa del genere se solo avesse oltrepassato, anche di poco, il limite. Senza dire altro, Leon uscì dall'ufficio di Chris, recandosi in camera sua.

Nel frattempo Iman stava chiacchierando animatamente con Claire. Tra le due iniziava ad esserci una certa affinità in termini di amicizia. Ovviamente, la ragazza dagli occhi cerulei non sapeva niente rispetto a Chris, il quale decise di non coinvolgerla nella questione, un po' perchè voleva tutelarla, un po' perchè voleva mantenere la situazione tra lui e Leon soltanto.

"Quindi sai usare le pistole" disse Iman, maneggiandone una. "Dovresti insegnarmi prima o poi"

"Assolutamente" esordì Claire "Comunque, non so te, ma io sto morendo di fame"

"Già, a dirla tutta anche io ho un certo languorino"

Le due ragazze si recarono in mensa per consumare la cena. Mentre gustava il suo pasto, Iman si guardava attorno: la grande stanza pullulava di gente ma tra i pochi conosciuti, quello di Leon non era pervenuto al suo cospetto.

"Claire, scusami, vado un attimo a cercare Leon. È sparito" esordì con voce preoccupata.

"Va bene. Io vado in camera, sono esausta"

Iman si alzò dalla sedia e dopo aver gettato via la spazzatura, si recò al piano superiore, raggiungendo la camera di Leon e bussando incessantemente con fare quasi spasmodico. Ad un tratto la porta si aprì, rivelando la figura tanto agognata dalla ragazza. Era come al suo solito, senza maglia.

"Entra, veloce" le intimò per poi chiudere la porta alle sue spalle. Egli si sedette sul letto con la testa tra le mani, gesto che preoccupò non poco Iman, la quale lo raggiunse subito.

"Che succede, Leon?"

"Ho fatto un casino, ho fatto un casino" continuò a ripeterle con gli occhi ricolmi di senso di colpa, emozione che gli capitava di rado di provare.

"Non capisco" disse Iman, passandogli una mano sulla spalla scoperta.

"Lascia perdere, problemi tra me e Chris" tentò di terminare la conversazione, cercando di restare il più vago possibile, cosa che irritò leggermente la ragazza sebbene non lo avesse dato a vedere.

"Riguardo a prima...Lo hai sentito anche tu, non è vero?" gli chiese Iman con occhi speranzosi, osservando l'addome scolpito di Leon sul quale poggiò la mano.

"Sì Iman, sì" rispose, guardandola dritta in quelle pozze di miele, prima di avvicinandosi a lei, fino a percepire il calore della sua pelle.

"Quello che volevo sentire" gli sussurrò all'orecchio, prima di dargli un bacio all'angolo della bocca.

"Sai cosa, fanculo. Fanculo le regole" esclamò Leon. Iman alzò le sopracciglia sorpresa a quelle parole.

"Leon Scott Kennedy che si lascia travolgere dal caos dell'anarchia?" lo prese in giro prima di mettersi a cavalcioni su di lui.

"Ogni tanto fa bene rischiare" le sussurrò osservando come il suo corpo si muoveva sopra al suo e percependo il suo profumo inebriante. Sapeva che una volta varcata la soglia del caos, non sarebbe più tornato indietro.

BLACK STAR - leon kennedyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora