3 - Serata Gossip

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Dopo essersi rapidamente cambiata Sarah scappò letteralmente da quel posto, non avrebbe sopportato un minuto in più con quella ragazza che, senza alcun motivo apparente, risultava così dura nei suoi confronti.

Con non poca fatica arrivò davanti alla sua stanza e sbuffò.
Quanto cazzo era grande quella scuola!
Frugò all'interno del suo borsone e tirò fuori un mazzo di chiavi, troppo sterile per i suoi gusti, presto avrebbe dovuto comprare un portachiavi per renderlo più colorato, più da lei.

Aprì la porta e puntò subito al suo letto. Si sentiva stanca, sopraffatta, non solo per l'intenso allenamento, ma soprattutto per la quantità di emozioni che aveva dovuto affrontare.
Ed era solo il primo giorno.

Stava quasi per buttarsi a peso morto sul tanto agognato letto, quando una voce sconosciuta attirò la sua attenzione, facendola sobbalzare.

"Tu devi essere Sarah."

La piccoletta rimase lì impalata a fissare la ragazza dai capelli neri che era più che sicura di non aver mai visto in vita sua.

"Me l'hanno detto alla reception che avrei diviso la stanza con te, non sono una stalker."

Continuò poi l'altra ragazza dopo aver notato la confusione negli occhi di Sarah, terminò con una piccola risata che coinvolse anche l'altra, la quale si risvegliò dal suo stato di trance.

"Sì sono io, piacere..."

Lasciò in sospeso la frase aspettando che anche la sua nuova compagna di stanza si presentasse.

"Stella, piacere mio."

Dopo averle stretto la mano, tornò a sistemare le sue cose, finalmente Sarah potè sistemare il suo borsone e gettare i suoi indumenti nella cesta dei panni sporchi.

"Anche tu giochi a calcio?"

Chiese la bruna alla ragazza che stava disfando le sue valigie. La trovava simpatica, le aveva fatto una buona prima impressione, inoltre proprio come lei era una matricola, sperava davvero di poter instaurare un buon rapporto con lei, in modo da avere qualcuno con cui affrontare questo immenso e già alquanto faticoso viaggio. La corvina scoppiò a ridere e si girò verso la sua direzione sorridente.

"No no, io odio il calcio."

Affermò con veemenza, Sarah inarcò un sopracciglio divertita, ma anche un po' dispiaciuta.

"Senza offesa."

Continuò poi Stella rendendosi conto della gaffe che aveva appena fatto. Sarah scosse la testa, tranquillizzandola, non si poteva di certo piacere a tutti.

"È che non ci trovo molto senso in ventidue persone che corrono dietro ad un pallone, in più mettici i tifosi che sembrano divertirsi nell'insultarsi e menarsi."

Nella seconda parte del discorso Sarah non si sentiva di contraddire la compagna, i tifosi spesso sono la rovina del calcio, lei ne era ben consapevole, in anni di scuola calcio e di partite allo stadio, ne aveva viste e sentite di tutti i colori.

"Posso darti ragione per quanto riguarda il tifo, ma non siamo solo ventidue scemi che corrono dietro ad un pallone."

Replicò con un sorriso amaro in volto la piccoletta.

"Sì, forse ho un po' esagerato, fatto sta che il calcio non fa proprio per me. Io sono nella squadra di atletica, o meglio, domani andrò a fare il primo allenamento."

Finalmente la corvina terminò di sistemare le sue cose e si andò a sedere al fianco della sua compagna di stanza.

"In bocca al lupo allora."

Un'onda che poi si ritraeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora