PROLOGO

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Il sapore ferroso del sangue le riempì la bocca mentre un tremendo dolore al petto giungeva da dove la lama le aveva trafitto il cuore.

La vista andava lentamente sfocando mentre Astra cercava di aggrapparsi con tutte le sue forze alla vita. Cadde in ginocchio, troppo debole per reggersi in piedi. Afferrò il pugnale conficcato nel petto tentando di estrarlo, ma il sangue che le imbrattava le mani faceva sì che non potesse tenere una presa salda. Provò a dire qualcosa al suo assassino, ma la osservava con un ghigno soddisfatto e non vi riuscì.

Cadde riversa a terra, e il pugnale si conficcò ancora più in profondità nel petto. Gli occhi si stavano chiudendo. Provò ancora a resistere, ma fu tutto inutile.

Le sembrò di cadere in un abisso senza fondo, in un'oscurità senza fine. Erano le ultime sensazioni che precedono la morte, quelle flebili tracce di coscienza a cui il cervello disperatamente si aggrappa prima della fine. Per un attimo scorse il volto dei suoi genitori, sua sorella e infine i suoi amici, poi, lentamente svanirono nell'oscurità. Così come il dolore: la Morte la accolse nel suo freddo abbraccio.

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