CAPITOLO 28

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E infine perse il controllo…

Il mostro famelico di anime che era in lei venne finalmente fuori. Come in un sogno vide se stessa stringere i pugni e strattonare con tutte le forze le radici magiche che la ancoravano a terra.

Uno, due, tre volte, a ogni strattone si formavano delle crepe sul pavimento e le mura della stanza.

Vide le guardie accorrere e, armate di lance, puntargliele contro. Muovevano la bocca, ma non udiva alcun suono, sentiva solo un grande frastuono nella testa come il rombo di un tuono, forte, continuo.

Strattonava con sempre più vigore fino a quando riuscì a liberare una mano. Le guardie la trafissero: aveva almeno cinque lance conficcate nel petto. Liberatasi da ogni impedimento si gettò sulle guardie come un lupo sulla preda, divorando le loro anime, la sua fame era diventata insaziabile.

Una nuova radice uscì dal pavimento avvolgendosi attorno al collo di Astra e tirandola indietro. Si voltò: era la Figlia della Notte con la corona d’alloro. Con un colpo secco Astra si liberò facilmente squarciando il pavimento, tutte le luci si spensero ed Astra si gettò sulla donna divorandone l’anima.

Il suo essere si sparse in tutto il piano delle prigioni come una nebbia oscura. In una cella trovò Maya e la liberò.

Il profumo delle anime la inebriava. Raggiunse i piani superiori dove riuscì a divorare ogni anima che si trovava davanti. Astra era impotente, tentava disperatamente di riprendere il controllo del suo corpo, le parve di ritrovarsi in quel bosco dell’Oltretomba con il Divoratore di Ricordi che la osservava. Non riusciva più a controllare il suo corpo, poteva essere solo uno spettatore sperando che tutto quello che stava accadendo finisse presto.

Trovò l'uscita e, una volta all'aria aperta, la luce del sole l’accecò, ma fu solo per un’istante.

Astra provò una nuova forte sensazione: sentiva che la luce non le nuoceva più.

Rapida come un fulmine si diresse verso la cima della montagna e oltre, da lì cominciò ad espandere il suo corpo in ogni direzione. Con un cieco terrore Astra si rese conto che tutto il suo corpo era diventato così grande da coprire l’intero Regno di Ur e parte di quelli confinanti.

Grazie alla sua nuova forma riuscì a conoscere quanti abitanti contasse il Regno e, cosa ancora più terribile, cosa stessero facendo in quel preciso istante. Vide Sader seduto sul trono a Umbar intento a parlare con il Generale Koran. Ma quello che le fece gelare il sangue nelle vene fu il grande esercito del vicino Regno di Saraman marciare oltre i confini di Ur.

Era stata lei la causa di tutto. Saraman era da sempre nemico giurato di Ur. Re Giordan aveva stipulato un difficile trattato di pace fra i due Regni, ma ora, grazie alle politiche egoistiche di Sader e all’indebolimento del Regno a causa delle azioni sconsiderate di Astra, avevano deciso di invadere Ur. Aveva consegnato loro il paese su di un piatto d'argento.

Astra non riusciva a materializzarsi nel Palazzo Reale, ancora non era in grado di controllare appieno il nuovo potere e se ne rallegrò: temeva le imprevedibili conseguenze se ci fosse riuscita. Sapeva che, stavolta, nulla l'avrebbe più fermata.

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