CAPITOLO 29

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Maya si trovava dalla parte opposta delle prigioni rispetto ad Astra, la sentiva urlare di dolore, ma lei era impotente. Le malie di quelle streghe erano molto potenti e lei non poteva fare nulla contro di esse, la sua magia aveva effetto solo sui morti.

Il rumore del chiavistello la destò dai suoi pensieri. Nella cella fece il suo ingresso la Figlia della Notte con la corona d’alloro che aveva visto giorni prima nella Sala del Trono.

Raccolse una piccola sedia posta in un angolo della cella e si mise a sedere di fronte a lei accavallando le gambe, osservò Maya in silenzio per diversi minuti incuriosita.

“Non riesco a comprendere la tua natura” esordì la donna pensierosa.

“Non appartieni a questo mondo, ma non sei come l'altro essere, non percepisco la vita nel tuo corpo ma neppure l’odore della morte. Cosa sei?”

“Lasciate libera Astra, non sentite come sta soffrendo?” implorò Maya come se la donna fosse sorda alle urla che riecheggiavano nella prigione.

“La tua amica è un pericolo per l'equilibrio di questo mondo. È una creatura che appartiene alla morte e da lei deve ritornare” rispose la strega.

“Astra è stata costretta a fare un patto con la Morte, lo ha fatto per cercare giustizia per il suo Re. Voi potete aiutarla a spezzare il suo legame con la mia Padrona?” chiese Maya sperando in una sua risposta affermativa.

La strega sorrise.

“Non posso aiutarla, neppure volendo. Abbiamo il potere per imprigionare una simile creatura, ma spezzare una maledizione simile è impossibile.”

“Tenerla rinchiusa non farà altro che far crescere la sua fame!” esclamò Maya.

“E cosa dovrei fare? Lasciarla libera di divorare le anime di persone innocenti? Forse a te la vita degli esseri umani non riguarda, ma a noi Figlie della Notte importa. Ogni vita è preziosa! La natura ha bisogno di equilibrio, il cerchio della vita non può essere spezzato! L'infinito ciclo di morte e rinascita non potrà compiersi se quell'essere fosse lasciato libero di vagare nel mondo.”

Maya si rese conto che la donna aveva ragione. Anche Astra sarebbe stata d'accordo con lei, ma sentirla urlare dal dolore era troppo per lei.

La strega si alzò in piedi e, senza aggiungere altro, uscì dalla cella. Maya non poté fare altro che udire i suoi passi allontanarsi.

Per giorni Astra continuò ad urlare di dolore, la fame la stava lacerando.

Poi un giorno tutto tacque. Sembrava che Astra si fosse calmata.

D'improvviso Maya cominciò a percepire delle vibrazioni intorno a lei, prima deboli, poi sempre più forti fino a quando piccole crepe cominciarono a formarsi sulle mura della cella.

Un forte scossone fece tremare l’intera montagna.

Un gruppo di guardie passò correndo davanti alla porta della cella di Maya.

Le udì urlare di terrore.

“Uccidetela!” sentì dire.

Udì rumori di lotta e rumori di metallo che batte su pietra, poi silenzio.

Una ennesima forte scossa aprì delle grosse crepe nelle pareti della prigione, poi tutte le luci si spensero. Un’urlo di terrore squarciò il silenzio dell’oscurità.

Maya percepì un cambiamento in Astra il suo essere aveva occupato tutta la prigione, sentiva lo sguardo di Astra fisso su di lei nel buio.

“Astra, liberami!” esclamò Maya.

Astra non rispose, ma le radici che la imprigionarono svanirono come la sua presenza subito dopo.

Maya si alzò in piedi barcollando, passò oltre la porta divelta della sua cella e si diresse verso le scale che salivano ai piani superiori. Si udivano urla di morte e terrore nell'oscurità.

Vi erano cadaveri ovunque mentre Maya si faceva strada per uscire dal castello.

Astra sembrava essere ovunque e da nessuna parte. Per la prima volta Maya provò terrore e ringraziò di non possedere un’anima.

Finalmente riuscì ad uscire all'aria aperta. Il sole brillava in un cielo limpido.

Poco dopo una nuvola oscura uscì rapida dalle porte del castello dietro di lei dirigendosi verso la cima della montagna, cominciando poi ad espandersi in ogni direzione oscurando il sole.

Astra aveva perso il controllo, ora era diventata ciò che lei temeva: la mano destra della Morte.

Maya provò a chiamarla, ma fu inutile. Il cielo si era oscurato e tutto intorno il paesaggio aveva assunto una tonalità grigia, le sembrò di essere ritornata nell'Oltretomba.

Capì che doveva tornare alla capitale, sicuramente Astra avrebbe ucciso Sader e non si sarebbe fermata solo a lui…

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora