Capitolo 29

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Sono sbigottita:
"E...e poi cosa è successo?" balbetto.
"Sibelius scappò ed io lo seguii. Non parlò mai più con suo padre da quel giorno...Per un paio di mesi fui molto preoccupato, sembrava volesse annientarsi, si attribuiva la colpa, diceva che avrebbe dovuto intuire la reazione del padre. Si sentiva un assassino, temevo il peggio. Ma poi mi sorprese, seppe reagire. L'unico modo per onorare la memoria di Elide era riscattarsi sfruttando i suoi poteri per aiutare gli altri, così decise di fare da guida ai maghi novelli. Anche se non sempre ha la pazienza necessaria...", aggiunge con un sorriso.
"Tra i maghi ci sono molte faide e fazioni", continua, "non è il mondo perfetto che potresti pensare. Anzi molti di loro sono tutt'altro che virtuosi".
Aurelius è cupo, e dice queste ultime parole con un tono strano, misto di ironia e disagio.
"Io e Sibelius pensiamo che suo padre potrebbe scatenare una guerra, dove ucciderà chissà quante migliaia di Neutri e novellini..." termina.
Tutte queste rivelazioni così drammatiche mi mostrano una realtà molto diversa: la magia non è un gioco. Anzi.
"Non pensavo che fosse così sensibile Sibelius...", mormoro.
Lo lascio immerso nei suoi pensieri, mi alzo e vado verso Sibelius, che ora, è rannicchiato.
Prendo posto vicino a lui e lo accarezzo, proprio come lui ha fatto con me dopo la mia seconda visione.
Alza il capo, e un liquido argenteo gli riga il volto.
"Mi ha raccontato tutto Aurelius", sussurro.
"Si è scordato di dirti però che la graziosa bestiola di poco fa era mio padre, scusa se non ho fatto le presentazioni...", aggiunge amaro. Devo dire che non ha perso il suo sarcasmo.
"Me la ricordi così tanto, nei tuoi occhi vedo i suoi", dice prendendosi il viso tra le mani.
Vorrei fare o dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma niente è adatto a questo momento.

La SibillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora