Capitolo 22

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L'interno del tempio è ancora più impressionante: è buio ma intuisco dall'eco dei nostri passi che è molto più vasto di quanto sembrasse da fuori.
Qualcuno da dietro mi rimbocca le maniche, scoprendo il tatuaggio, dalla temperatura delle mani capisco che si tratta di Sibelius, mi dice:
"Fai come hai fatto per la tua prima visione."
Esito un attimo, poi allungo l'indice e sfioro il tatuaggio.
All'inizio non succede assolutamente nulla.
Ma dopo cado all'indietro, e le sue gelide braccia mi sostengono.
Non sono svenuta, ci vedo e ci sento, ma invece di vedere il cupo soffitto del tempio, mi ritrovo ad osservare la mia casa, però, la mia casa qualche anno fa.
Una bimba varca la porta e, sì, quello era il mio peluche di quando ero piccola, e, quella...sono IO!
Dietro di me noto mia madre, senza nemmeno un segno di vecchiaia.
"Mamma, mamma!" grido andandole in contro.
Ma lei, mi passa attraverso.
Osservo l'ambiente in cui mi trovo, entro in cucina e...
vedo una pentola fluttuare e una spugna (sempre sospesa in aria!) che la pulisce.
Rimango incredula a guardare quella strana scena.
Mio padre entra pronunciando le parole: "Aris" con la bacchetta puntata verso gli oggetti sospesi in aria ed essi si fermano.
Ma quando mi volto, vedo scope pulire da sole, uova spezzarsi autonomamente, la tavola apparecchiarsi ...
"Mamma, mamma! Guarda!" sento la mia voce acuta dire.
Mi giro e mi vedo mentre faccio volare Tiffany.
C'è un'atmosfera giocosa e rilassata.
Le mie piccole manine che stringevano la bacchetta, ed il mio sorriso nel guardare Tiffany mi fanno rimpiangere quei tempi.
Vorrei rimanere qui per sempre, vorrei tornare indietro nel tempo di dieci anni, vorrei che tutto questo non finisse mai.

La SibillaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora