Capitolo 32

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Mi scioglie dolcemente dal lungo abbraccio, non riusciamo a guardarci negli occhi, l'imbarazzo prende il sopravvento.
Iniziamo a ridere, ma senza un motivo ben preciso: ridiamo e basta.
Poi mi prende la mano e mi trascina correndo verso la cucina.
Si mette a lavoro: è strano, non sta usando la magia e sembra esperto, preferisco così.
"Spiegami meglio di Sibelius", gli dico.
"Quell'incosciente? Mah... è esausto. Non dovrebbe smaterializzarsi in un tempo così ravvicinato portando altre persone in più... E' un mago potentissimo, un Siderale, ma non deve esagerare. Ti sei accorta che è gelato? La sua temperatura corporea è normalmente bassa, ma non così, sta prosciugando la sua energia" dice preoccupato.
"Ma allora perché ci ha portati al tempio ieri notte? Potevamo aspettare...", intervengo.
"Perché gliel'ho chiesto io! Perché è un pazzo, uno sconsiderato, ed è la persona più generosa che io conosca!" ha le lacrime agli occhi.
"Non sapevo che stesse così, se no non glielo avrei mai chiesto...e prima in spiaggia, quando non riusciva nemmeno a parlare...non era mai successo prima...ero nel panico, è la persona più cara che ho". Sorride.
"A parte te, ora".
Mi fa una carezza e abbassa gli occhi, dopo l'abbraccio impetuoso siamo tornati timidi.
"Ehi ma io ho fame!" cerco di sdrammatizzare.
Io mi occupo della tavola, stendo una tovaglia a fiori azzurri sul legno ruvido e apparecchio con stoviglie di porcellana (trattandosi di Sibelius non mi stupisce questa ricercatezza!)
Ora che ci penso, è da ieri mattina che non metto qualcosa sotto i denti, cerco però, di mangiare con calma, e non di divorare la porzione di cibo nel mio piatto.
La nostra pseudo-cena si svolge tra sorrisi e un silenzio assordante.

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