La Sibilla

Capitolo 35

Sono distrutta, dopo due ore di esercizi e di formule il tatuaggio brucia da impazzire: non so se quello che stiamo facendo sia la cosa giusta, la reazione del mio corpo sembra dire il contrario. Mi guardo intorno, il portico sembra un campo di battaglia!
E Sibelius non può nemmeno rimediare con la magia, vorrei tentare io, ma ho in testa un tale minestrone di incantesimi che rischierei di applicare CONFUSIONE invece di ORDINE, o qualcosa del genere...e poi non so, non è più entusiasmante come il primo giorno. Allora mi era sembrato di essere onnipotente, ora mi pare semplicemente di essere ...a scuola.
"Che ne dici ci prendiamo una pausa? Sono esausto".
In effetti Sibelius è provato, Aurelius ha ragione, non sta bene.
"Sono super d'accordo, ma tutto questo...disordine?"
Dà una scrollata di spalle.
"Mister Perfezione mi farà la predica, una più una meno...e poi dopo quello che gli ho detto non osa dirmi più niente, altro che farmi portare l'immondizia!" e mi fa uno dei suoi sorrisi. Scuoto la testa, è incorreggibile, ma va bene così.
Crolliamo sul dondolo felicissimi della nostra decisione. Rimaniamo come statue, completamente inerti.
"Com'era?"
Gli chiedo a un tratto, e già vorrei mordermi la lingua.
"Cosa?"
Per fortuna è distratto e non mi ha prestato attenzione. Non ripeto la domanda, ce ne stiamo così, assorti, rapiti dalle infinite sfumature di acqua e di cielo del panorama. E dal silenzio. Irreale. Opprimente.
"Era bellissima".
Mi coglie alla sprovvista, poi ripiomba nel mutismo. Sibelius ha sempre la capacità di mettermi a disagio. Rimpiango di non aver seguito Aurelius, cerco disperatamente una scusa per congedarmi.
"Avrei dato la mia vita per lei. E l'ho uccisa."
Poi ancora silenzio. Queste frasi col contagocce cominciano ad esasperarmi.
"Scusami. Non parlo mai di lei. Mi fa troppo male. All'inizio è stata una questione di sopravvivenza. Poi di serenità. Ma so benissimo che cercare di allontanare il suo ricordo è solo una fuga".