Capitolo 30

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Decido di allontanarmi per schiarirmi le idee.
Da due giorni sto vivendo in un modo assurdo. Penso ai miei genitori, ho sempre condiviso tutto con loro ed ora mi trovo non so nemmeno io dove. E soprattutto non so nemmeno quando tornerò a casa, chissà, saranno disperati poverini, mi sento in colpa.
Però anche loro, perché non mi hanno detto nulla in tutti questi anni?
Per proteggermi? Ma è giusto nascondere una cosa così importante, farsi arbitri della mia vita?
Che poi al destino non si sfugge, come dimostra il tatuaggio, e le visioni...ahh stavo dimenticando gli intrugli colorati che mi versava mia madre.
Mi avvelenava?
NO! Non posso nemmeno pensarlo!
Con tutti questi incontri da brivido, caproni neri che ammazzano senza pietà ragazze innocenti, devo essere abbastanza traumatizzata e suggestionata.
E i due ragazzi?
Come se non bastasse scoprire che sono una maga e miei mi hanno sempre mentito, dalla mattina alla sera irrompono nella mia vita non uno, ma due ragazzi uno più bello dell'altro, maghi e perfetti. Le ultime rivelazioni su Sibelius mi hanno sconvolta, me lo fanno vedere sotto una luce diversa.
Ma Aurelius? Cosa so di lui? Praticamente nulla. È fuggito con Sibelius, e la famiglia lo ha seguito? È evasivo e spesso è assente e pensieroso. So però che mi ha baciata, e che mi batte il cuore ogni volta che mi si avvicina.
"Clary! Cosa ci fai sola soletta qui?"
Sibelius, apparentemente tornato quello di sempre, compare all'improvviso interrompendo le mie riflessioni. Speriamo che non legga nel pensiero, mi viene il dubbio.
"Lo sai che questo lago è il cratere di un vulcano? Questa isoletta è il mio rifugio segreto".
"Quello che ti dovrebbe dire, invece di vantarsi della sua isola, è che lo sforzo così ravvicinato per trasportarci nello spazio, potrebbe costargli caro. Sei il solito incosciente!" lo interrompe Aurelius.
"Che esagerato! Preferivi andare a cena col paparino? Sto benissimo!" Non ha finito di dirlo che si accascia sulla sabbia.
"Benissimo eh?" borbotta Aurelius sorreggendo l'amico.
Ora mi sento di troppo: sono veramente molto legati.

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