7.

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"Sono uscita a prendere un po' d'aria."
Girai lo sguardo verso di lui.
Passo falso. Falsissimo.
Ci guardammo negli occhi per un po'.
Quegli occhi così profondi, che mi incatenavano a lui.
Poi, scesi lungo il suo naso così perfetto, fino ad arrivare alle labbra.
Quelle labbra che avrei divorato in un secondo.
Non era da me comportarmi in quel modo, ma sentivo un'attrazione tale che mi avrebbe portato a fare delle pazzie.
Sorrise.
Con quel sorriso mi riportò con i piedi per terra.
"Tu cosa ci fai qui fuori?"
"Non potevo lasciare che la ragazza che mi ha fissato per tutto il pomeriggio scappasse così."
Feci una risata nervosa.
"Ah, io. Veramente ti guardavo perché mi sentivo osservata."
"Sisi, certo. Continua a dire bugie."
Guardai nuovamente verso il laghetto per tornare a respirare.
"E quindi conosci Gatti?"
Annuii.
"Andavamo nella stessa scuola."
"Mi sembravate di più che compagni di scuola."
"Non ti sfugge niente!"
"Sono un buon osservatore."
"Ci frequentavamo.."
"È stata una storiella o.."
"È stato importante.."
Per un attimo mi era sembrato di vedere una piccola smorfia sul suo viso.
"Ma poi è finita quindi.."
"Ci pensi ancora?"
"No dai.. sono passati diversi anni ormai."
Vidi Locatelli uscire dalla portafinestra.
"Ragazzi la carne è pronta, venite di là?"
"Arriviamo."
Disse Dusan.
Manuel rientrò in casa e andò verso l'altra parte del giardino dove avevano messo un barbecue e un tavolo.
"Hai fame?"
In quel momento il mio stomaco iniziò a brontolare.
"Direi di si."
Disse ridendo.
"Si, tantissimo. Oggi a pranzo non ho mangiato molto, ero un po' in ansia per questa festa."
Iniziai ad entrare in casa, seguita da lui.
"Come mai?"
"Non amo le feste. Ero indecisa se venire o meno."
"Anche io non sapevo se venire.." disse tornando serio.
"Perché?"
"Non sono tanto in forma ultimamente.. nè mentalmente e nè fisicamente.. non ero dell'umore."
"Stare vicino agli amici può aiutare."
"Già.. per questo che sono venuto."
Arrivammo al giardino dove tutti erano già seduti ai loro posti.
"E poi, se non fossi venuto, non ci saremmo mai conosciuti."
Disse con una tonalità piuttosto bassa, avvicinandosi a me.
Arrossii immediatamente.
Mi sentii spingere da dietro.
"Dai ragazzi, mancate solo voi."
Ci disse Thessa spingendoci verso il tavolo.
Erano rimasti due posti, uno vicino all'altro.
Ci sedemmo ed iniziammo a mangiare.
Per tutta la sera ridemmo e scherzammo per qualsiasi cosa.
Thessa convinse Manuel di mettere anche i balli di gruppo e il karaoke e ci cimentammo anche in quello.
Il tempo passò, finché non si fece tardi.
Alcuni dei ragazzi erano già tornati a casa, altri stavano tornando.
"Cavoli. Si è fatto tardi."
Dissi guardando l'ora.
"C'è qualcosa che non va?"
Mi chiese Dusan vedendomi preoccupata.
"È tardi. Dovrei chiamare un taxi."
"È troppo tardi. Non amo che una ragazza vada in giro da sola a quest'ora. Se vuoi ti accompagno io."
"Non vorrei darti troppo fastidio."
"Non me ne dai. Lo faccio volentieri."
"Va bene, grazie. Vado a prendere la mia borsa allora."
Andai verso il salotto a prendere la borsa.
Per un attimo mi si piazzo un sorriso ebete sulle labbra e il mio cuore stava facendo le capriole da solo.
Poi scossi la testa.
"Matilde torna in te."
Pensai.
Andai verso Thessa e Manuel che stavano salutando i loro ospiti.
"Posso aiutarvi in qualche modo?"
"Nono tranquilla, tanto anche noi adesso andiamo a letto e ci pensiamo domani. Ti devo portare a casa?"
Mi chiese Manuel premuroso.
"Nono, mi accompagna Dusan."
"Ah.. bene! Vai pure. Poi mi devi raccontare tutto."
Disse Thessa esaltata.
"Va bene, buonanotte."
Li salutai e poi dopo che Dusan aveva salutato i proprietari di casa e i suoi compagni di squadra, andammo verso la sua macchina.
"Prego signorina."
Disse aprendomi la portiera della macchina.
"Grazie, che gentiluomo."
Appena entrai, il profumo del suo dopobarba inebriò le mie narici.
"Allora, dove la porto?"
Gli dissi l'indirizzo e partimmo.
Tra la sua guida così tranquilla, la musica in sottofondo e le luci notturne, tutta la tensione che avevo avuto fino a quel momento scomparve.
Mi girai verso di lui e osservai il suo profilo così perfetto.
"Cosí mi sciupi."
Girai la testa dalla parte opposta imbarazzata.
"Anche io ti guarderei per tutto il tempo, ma o guido.."
"Guarda la strada che è meglio."
Dissi ancora piú imbarazzata.
Poco dopo, si fermò davanti al cancello di casa mia.
"Arrivati."
"Esatto."
Sforzai un sorriso.
Sinceramente non avevo molta voglia di scendere, ma raccolsi tutte le mie forze e misi la mano sulla maniglia della porta.
"Devo allenarmi domani.."
Lo guardai senza capire.
"Altrimenti ti avrei chiesto di stare ancora un po'."
"Ah.. non ti preoccupare. È tardi, quindi.."
Gli sorrisi.
"Buonanotte" gli dissi aprendo la portiera.
"Grazie per questa serata. Sei stata un po' di luce in questo mio periodo buio."
Mi sorrise.
"Grazie a te! Per avermi fatto passare una bella serata."
Mi feci forza ed uscii dalla macchina. Chiusi la portiera ed andai verso il cancello.
Lo aprii e mi guardai indietro.
Lo salutai con la mano e poi andai verso casa.

Vlahovic Dusan|| Ti va di guardare le stelle?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora