Dusan guidó per un po', poi parcheggió la macchina vicino ad un parco.
Aprì il cofano e prese una coperta.
Poi ci incamminammo nel punto più alto del parco e Dusan distese la coperta.
"Non vieni?"
Mi chiese sedendosi.
Osservai ogni suo movimento.
C'era una strana tensione tra di noi.
Un sentimento che non avevamo mai provato, dalla prima volta che ci incontrammo.
Sentivo una sensazione negativa in tutto ciò e non mi faceva stare per niente bene.
Mi sedetti e osservai le stelle.
Quello era il punto più alto di Torino.
Le stelle erano così luminose che mi stavano estasiando.
Mi girai verso di lui.
Anche lui osservava le stelle.
Guardai il suo profilo, il naso, le labbra.
Così tanto come per sciuparlo, come se potesse essere l'ultima volta.
"Guarda le stelle. Sono così belle stasera."
Registrai il suono della sua voce.
Poi mi girai e le guardai anche io.
Avevo un gozzo in gola che a momenti non mi faceva neanche respirare.
"Perché siamo qui?"
Gli chiesi.
"Per passare un po' di tempo insieme."
Soffermó lo sguardo su di me.
"Cosa sta succedendo?"
Rimase in silenzio.
"Non lo so.."
Abbassó la testa.
Distolsi lo sguardo.
"È l'ultima volta.. vero?"
Rimase in silenzio anche questa volta.
Volevo tornare a casa.
Piangere, sfogarmi.
"Non posso competere."
Questo era il pensiero che mi martellava in testa.
1.. 2.. 3.. gocce iniziarono a bagnarmi i vestiti.
Alzai lo sguardo al cielo.
In un attimo si era annuvolato tutto.
Le gocce iniziavano a scendere sempre più veloci.
Ci alzammo e prendemmo la coperta.
Dusan mi prese per mano e ci mettemmo a correre.
"Vieni."
Disse entrando nella prima cabina telefonica che trovammo.
"Non pensavo che si sarebbe messo a piovere."
Disse guardandosi intorno.
Poi tornó su di me.
I nostri sguardi si incastrarono.
Lì dentro era come se tutto fosse più amplificato.
I nostri respiri.
I nostri battiti.
In un attimo la sua bocca era sulla mia.
Così vogliose.
Le nostre lingue che giocavano tra di loro, si rincorrevano, si cercavano.
Ci baciammo come se dovessimo divorarci.
Ne sentivamo proprio l'esigenza.
Ci staccammo solo per riprendere fiato, poi ricominciammo.
Smettemmo solamente una volta che smise di piovere.
Uscimmo di lá e ci mettemmo in macchina.
Rimanemmo in silenzio per tutta la tratta, fin quando mi accompagnò a casa.
Non volevo scendere.
Non volevo che tutto quello finisse.
"Vado."
Dissi prima di scendere.
"Va bene."
Disse senza neanche guardarmi.
Una lacrima mi rigó il viso.
"Non.. non fare così.. ti prego."
"Scusami."
Dissi tirando su con il naso.
"Mi ero promessa di cedere una volta tornata a casa.. ma.. non mi guardi neanche in faccia e.."
"Non ti guardo per questo motivo.."
Disse girandosi verso di me.
"Sto male se fai così.."
"Anche io sto male.. non so neanche quello che sta succedendo.. solo che lei è più importante."
"Non è così.."
"E allora qual è il problema. Spiegamelo. "
Dissi girandomi verso di lui.
Rimase in silenzio.
"Dovresti andare.."
Disse tornando a guardare la strada.
La mandibola stretta e gli occhi freddi come il ghiaccio.
Non dissi più nulla.
Perché rimanere ancora lì, se lui odiava la mia sola presenza.
Presi la borsa e scesi dalla macchina.
Andai verso il cancello e lo sentii sfrecciare via con la macchina.
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Vlahovic Dusan|| Ti va di guardare le stelle?
FanficMatilde, una ragazza ventenne che ormai non credeva piú nell'amore, si trova faccia a faccia con ciò che le farà cambiare idea fin da subito. Riuscirà ad uscirne illesa? Storia d'amore passionale e struggente, quella che dovrà superare la nostra Mat...