18 anni dopo...
Nessuno ti insegna ad essere genitore, non esiste un manuale.
Sei artefice e tutore di una vita, dai il meglio di te, tramandandogli tutti i tuoi principi sani e fondamentali che conosci, facendolo vivere in una campana di vetro, dove persistono: amore, supporto, regole e tolleranza.
Si dice che gli errori servono nella vita, ti aiutano a crescere e a non ripeterli e sono sempre stato convinto di ciò.
Ma poi succede che i figli si allontanano, crescono e il mondo li rivendica, quindi tu, genitore, confidi in quei principi che gli hai infuso, che gli hai donato, come si dona un bene prezioso.
Ma esiste un legame tra genitore e figlio, un filo sottile attraverso quale, scorrono, sensazioni, paure, presentimenti e amore. Ti basta un tono di voce che percepisci al telefono, il silenzio di troppi giorni e tutto quello che passa in quel filo ti piomba addosso come un macigno, lasciandoti senza fiato e tu tremi dal terrore, che quel bambino, ora viaggiatore del mondo, sia in pericolo, lo stai perdendo...ed è per questo che io e mia moglie, oggi siamo su un volo diretto in Connecticut.
Sono quattro giorni che non riusciamo a parlare con Nathan, due mesi che lo sentiamo distaccato e freddo, due anni che studia legge a Yale e l'unico contatto che abbiamo e che conosciamo, è il suo migliore amico, Jason Cole, ma anche lui non riusciamo a raggiungerlo telefonicamente
Negli occhi di Freya leggo paura e angoscia, mi stringe la mano come se ne andasse delle nostre vite, abbiamo lasciato Miami senza dar spiegazioni a nessuno se non a Halley.
Halley e Nathan sono sempre stati molto complici, si vogliono bene e si sono sempre confidati tutto, poi all'ultimo anno di liceo di Nathan è succcesso qualcosa.
Lui iniziò a cambiare, diventando sempre più chiuso, cupo e nervoso, nessuno riusciva a parlarci e da essere sempre insieme ai suoi cugini e zii, si è isolato in un mondo in cui nessuno di noi poteva entrarci.
Era il ragazzo più popolare della scuola, fuori da casa nostra ogni giorno c'era la fila di ragazze che rivendicavano anche solo qualche minuto con lui, ma per Nathan, quando aveva intorno, Halley, Alessandro, Matilde e Sole, il resto non esisteva, non ne aveva bisogno.
Loro facevano tutto insieme, vacanze, serate film e pop corn, serate PS, Week End al mare, in montagna, al lago, erano sempre insieme.
Poi crescendo le cose sono cambiate un pò, Halley si è fidanzata con Marc, Matilde è andata a convivere con Leone, il figlio dell'amico di mio fratello, Wilson, Alessandro, mio nipote, è partito per l'Italia, Venezia, dove studia architettura ed in fine anche la più piccola del gruppo, Sole Wallace si è presentata a casa con un fidanzatino, facendo prendere quasi un infarto a Tommy.
Nathan non ci aveva mai presentato nessuna, non aveva mai parlato di niente che riguardasse l'amore, a lui bastava la sua famiglia, era stato così per anni.
Oggi ha venti anni e non passa del tempo con i suoi cugini e zii da quasi un anno, perchè trova ogni scusa per non tornare a casa. Quando doveva scegliere l'università, ci disse che il suo desiderio era di andare lontano da Miami, voleva fare nuove esperienze e così lo accontentammo io e Freya.
Stiamo per mettere piede a Yale, ignari di cosa ci aspetti.
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Il mio Sole (Antinori's series #3)
RomansaIl mio Sole (Antinori's series #3) Un sentimento tanto potente quanto impossibile, quello che vivrà Nathan. Un nome che sarà impossibile non pronunciare, ma se per altri significa luce e calore, per lui è sinonimo di rabbia e odio. Allontanarsi, ann...