Capitolo 1

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Noah si sistemò meglio gli occhiali sul naso prima di tirare un sospiro di sollievo. Aveva temuto fino all'ultimo di essersi giocato l'anno scolastico, l'ultimo anno scolastico, e di certo i suoi genitori non avrebbero perso un secondo a fagli notare che Caidan non era mai stato bocciato. Certo avrebbero avuto da ridire anche per quelle sufficienze a stento prese in tutte le materie scientifiche di quell'anno ma alla fine il moro era arrivato alla conclusione che era meglio sentirli lamentare che non era intelligente come il fratello e non finire per essere insultato ancora più pesantemente perché aveva perso l'anno. Ci erano andati molto vicini quando solo due anni prima aveva preso il debito in matematica ma per sua fortuna era stata solo quella l'unica materia sotto e lo avevano semplicemente rimandato. Certo quell'anno doveva superare anche la prova finale per essere finalmente promosso e uscire da quella scuola e fare di conseguenza quello che gli piaceva veramente. Non gli importava nemmeno del volto con il quale sarebbe uscito: l'importante era andare via da quella scuola. I suoi genitori l'avrebbero pensata diversamente e come al solito avrebbero rimarcato che Caidan era uscito con il voto più alto possibile. Ormai Noah un po' ci aveva fatto l'abitudine a sentire gli elogi a Caidan mentre rimproveravano lui. Caidan il figlio perfetto, Caidan che aveva voti alti in tutte le materie, Caidan che non era mai stato richiamato dai professori, Caidan che stava per finire il college con anche li il massimo dei voti in tutto, Caidan che era già uno sportivo di alto livello, Caidan che era riuscito ad avere ottimi voti a scuola e ad allenarsi come un professionista mentre lui riusciva a prendere un'insufficienza in fisica stando tutto il giorno in casa.

-Ahia- a sentire quella voce Noah si voltò di colpo alla sua destra a guardò quasi furente il bel ragazzo che aveva accanto e che non aveva attirato solo la sua attenzione ma anche quella di quasi tutte le ragazze li presenti che avevano preso a sbavargli dietro perché il moro era in maglietta a maniche corte, completamente sudata e che quindi mostrava i suoi muscoli scolpiti, e pantaloncini. -oggi ti fanno fuori-

-che ci fai qui?- sbottò Noah sistemandosi nuovamente gli occhiali non perché ce ne fosse veramente bisogno ma per quello che era un suo tic nervoso. Poi il ragazzo lanciò un'occhiataccia verso alcune sue compagne di classe che avevano provato ad avvicinarsi a loro.

-correvo- disse semplicemente Caidan indicando al fratello la sua tenuta come se fosse stupido.

-intendo all'entrata della mia scuola Caidan- sbottò ancora Noah -sei entrato nel cortile per vedere i miei voti non è vero?-

-volevo solo controllare se dovevo prepararmi alla sfuriata di mamma e papà- disse semplicemente il moro con un'alzata di spalle -e poi davvero stavo solo correndo quando ti ho notato e mi sono ricordato che oggi uscivano i voti per le ammissioni all'esame finale- aggiunse poi Caida -vuoi prendere un brutto voto anche li?-

-come se fossi io a decidere- borbottò Noah -diversamente da te genietto io non sono portato in tutte le materie e con alcune faccio davvero fatica-

-è solo perché non vuoi, vedi me- e il maggiore ghignò nel vedere il leggero sguardo di fuoco che gli aveva lanciato il fratellino. Era felice perché da quando anche Noah aveva iniziato la scuola, e per la precisione le medie, era riuscito a prendersi la sua rivincita. I suoi genitori si erano finalmente ricordati che esistesse anche lui: aveva fatto bene ad ammazzarsi di studio per riuscire a renderli contenti. Certo alcune volte Caidan aveva il dubbio che Noah avesse brutti voti di proposito, per attirare nuovamente l'attenzione dei loro genitori dopo che l'aveva persa, ma il piano non gli stava funzionando. I loro genitori erano fieri solo di lui e mai ne era stato più contento. Aveva dimostrato loro che non serviva fare un secondo figlio alla fine.

-certo Caidan il perfetto- sbottò Noah -sai vero che forse sarebbero stati anche più clementi con i miei maledetti voti se tu non fossi stato così maledettamente perfetto? Ci paragonano in continuazione ma siamo due persone completamente diverse-

-ehi io li ho sudati quei voti, tu non muovi un dito per fare qualcosa. Sei sempre in disparte e apatico. Non hai nemmeno amici- alzò gli occhi al cielo Caidan mentre il viso di Noah si adombrava -torna a casa che oggi c'è la partita in tv e non voglio perdermela perché mamma e papà ti gridano contro- e così dicendo Caidan si rimise le cuffiette per riprendere a correre e Noah lo osservò allontanarsi da lui con il petto pesante. Suo fratello gli aveva nuovamente ricordato che era solo, completamente solo. Noah non era mai stato un tipo molto espansivo di suo, non con un fratello come Caidan che sembrava cercare sempre di attirare l'attenzione su di se relegando lui in un angolo. Le poche persone che avevano provato ad avvicinarsi a lui erano state delle ragazze ma solo per una cosa: Caidan. In realtà ad un certo punto era stato lo stesso anche per i ragazzi che, scoprendo fosse il fratello minore del famosissimo giocatore di basket (che era entrato nella lega nell'ultimo anno di superiori, record assoluto), non avevano fatto altro che provare a parlargli per parlare con Caidan. Ben presto per i suoi compagni di classe e per gli altri della scuola era diventato "il fratello di Caidan" e non Noah. Anche i suoi stessi professori non facevano altro che ricordare come lui non sembrasse minimamente Caidan, e lo si vedeva anche dai suoi voti.

-ehi- una delle ragazze che prima aveva cacciato via con lo sguardo gli si avvicinò quasi titubante -sei il fratello di Caiden vero?- gli domandò mentre un'altra fitta colpiva il cuore di Noah -potresti...potresti darmi il suo numero?-

-come mi chiamo?- domandò allora Noah alla ragazza lasciandola interdetta.

-ehm...non lo so...non siamo nemmeno andati in classe insieme come pretendi che...-

-classe di storia e letteratura Lily- le disse Noah facendole sgranare gli occhi ma non se ne curò molto perché il moro decise semplicemente di tornare a casa e cercare di far arrivare velocemente il momento della sfuriata.

I'm not my brotherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora