Capitolo 12

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Noah finì di sistemare l'ultima sedia sopra uno dei tavolini della caffetteria per poi girarsi verso Camille che sembrava completamente persa nel suo mondo osservando il cellulare. La rossa era stata tutta la giornata a controllare il telefono come se da un momento all'altro dovesse avere una qualche notifica ma Noah era più che certo che ciò non fosse successo anche perché lo sguardo della rossa sia era oscurato man mando che andavano avanti le ore.

-Cami- richiamò l'attenzione della ragazza facendole alzare lo sguardo da quello che era il suo cellulare -tutto bene?- le chiese ancora e la rossa annuì leggermente -sicura?-

-ormai mi conosci troppo bene- sussurrò alla fine Camille chiudendo un momento gli occhi -ti ricordi di Marcus?- domandò poi al moro che ci mise un po' a fare mente locale e quindi ricordarsi del ragazzo che Camille aveva conosciuto alla festa alla quale l'aveva accompagnata qualche mese prima e con il quel la ragazza aveva iniziato a scriversi tanto che la stessa Camille aveva iniziato a dire che di li a qualche giorno probabilmente sarebbero diventati ufficialmente una coppia: c'era troppa sintonia per non notarla. E ripensando a Marcus Noah si diede dello stupido da solo: ecco di chi stava aspettando una qualche notifica la rossa.

-il tuo quasi ragazzo- le disse allora Noah cercando di sorriderle rassicurante.

-si è messo ufficialmente con un'altra oggi e gli ho scritto per capire come mai stesse parlando con me in quel modo se voleva già stare con un'altra ragazza...ha visualizzato e non risposto- aggiunse poi la ragazza con occhi lucidi e Noah non ci pensò due volte prima di raggiungerla e stringerla in un abbraccio da spezzare le ossa in modo tale da poterla confortare il più possibile. Camille ricambiò il suo abbraccio quasi con forza.

-troverai qualcuno che ti merita veramente, lascia stare quel cretino che ti stava già considerando una seconda opzione okay? Meglio scoprirlo così che non durante una relazione- e Camille si staccò leggermente da quell'abbraccio per annuire perché anche lei sapeva perfettamente che le parole di Noah erano più che giuste -vuoi venire sta sera alla festa del dormitorio?-

-punto primo come pensi di farmi intrufolare a quella festa e punto secondo i tuoi amici per me sono un po'...nulla togliere a Cruz e Hanna ma sono troppo esuberanti alle feste per come sono fatta io. Grazie lo stesso Noah-

-puoi cambiare idea in qualunque momento tesoro-

-grazie ma non verrò- scosse la testa la rossa per poi sorridere verso Noah -sembri quasi un mio fratello...almeno fai il fratello meglio di quei due cretini che mi ritrovo come fratellastri-

-ma se con loro ci eviti di parlare è normale che non possono farti da fratelli- scosse la testa Noah che era venuto a conoscenza del fatto che la rossa avesse dei fratellastri solo perché sempre alla festa di qualche mese prima uno dei due si era avvicinato a loro e aveva squadrato Camille dalla testa ai piedi chiedendole cosa ci facesse li. Ovviamente Noah aveva voluto capire chi fosse e la rossa era stata costretta a rivelargli che era uno dei due figli che la madre aveva avuto dal suo secondo matrimonio e che lei proprio come non parlava con la madre così non faceva nemmeno con i suoi fratellastri e che di certo non si era aspettata di trovare uno dei due a quella festa considerando che entrambi erano più piccoli di lei.

-parlare con loro significherebbe parlare con mia madre che mi costringerebbe ad andare a vivere con lei e il suo nuovo marito milionario cosa che non voglio fare perché lui è viscido- sussurrò la ragazza scuotendo la testa -e crescendo anche Garret e Tony saranno così-

-non puoi dirlo- scosse la testa Noah.

-ma ci sono alte probabilità che la cosa accada...le poche volte che ci siamo visti è sempre stato un disastro- aggiunse poi la ragazza chiudendo un momento gli occhi -tu dovresti andare a cambiarti per la festa tanto qui hai finito-

-ma hai bisogno di me e se arrivo più tardi nessuno farà storie-

-va e basta anche perché voglio costringere papà a fare serata film e prima inizio a tartassarlo prima forse riusciamo a ordinare la cena- e la rossa fece un sorriso genuino che tranquillizzò leggermente Noah e permise anche al ragazzo di tornare al suo dormitorio per potersi cambiare e dirigersi senza troppi sensi di colpa alla festa. Fu molto veloce a prepararsi anche perché letteralmente si cambiò solo una maglia, mettendosene una pulita, e si infilò gli anelli e le lenti a contatto prima di raggiungere Cruz e Hanna nella saletta che solitamente usavano per quelle loro feste leggermente clandestine. Da regolamento infatti non potevano farle ma nessuno, nemmeno le guardie notturne, li avevano mai fermati. Fino a quando non causavano problemi potevano divertirsi.

-oh ma guarda un po' chi è finalmente arrivato- disse Cruz notandolo e squadrandolo anche da capo a piedi -potevi metterti qualcosa di più indecente lo sai vero?-

-non mi chiamo Cruz- rispose Noah facendo scoppiare a ridere Hanna che in quel momento stava ballando appiccicata a Cruz.

-vaffanculo con amore Noah- rispose Cruz cercando di scompigliare i capelli del moro, che ormai avevano preso a crescere anche più velocemente e gli arrivavano quasi alle spalle. Noah si ritrasse in tempo facendo la linguaccia al castano prima di mettersi a ballare a sua volta con quelli che alla fine erano diventati i suoi due migliori amici e mai se lo sarebbe aspettato, di certo non il primo giorno in quel college. Noah che ad un certo punto smise anche di tenere il conto delle canzoni, precisamente da quando aveva iniziato a prendere da bere al tavolo delle bevande. Certo erano delle semplici limonate quelle presenti sul tavolo ma allo stesso tempo qualcuno le aveva corrette con della vodka motivo per il quale Noah si concesse solo due bicchieri non volendo esagerare anche perché era certo sarebbe toccato a lui portare Cruz in camera visto quanto stava bevendo l'altro.

-ehi- Noah si voltò non solo perché si sentì chiamare ma anche perché qualcuno gli aveva picchiettato sulla spalla e si trovò ad osservare uno dei ragazzi di quella festa che aveva si un volto conosciuto ma del quale non si ricordava il nome.

-si?- gli chiese.

-posso?- gli domandò invece l'altro avvicinandosi pericolosamente al suo viso e Noah capì immediatamente cosa l'altro volesse fare e sorrise dicendosi un "perché no" prima di annullare lui per primo le distanze e baciare il ragazzo che aveva difronte che rispose immediatamente a quel bacio.

I'm not my brotherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora