cap. 28

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"La pensi veramente così?", mi chiese lui con uno sguardo per me indecifrabile.

"Sono parole tue, Ryan."

"Ma tu, pensi sia così?"

"Io non penso niente Ryan. E ora... devo prepararmi. Oggi ho lezione. "

Usci dalla stanza sentendo il suo sguardo su di me. E possibile che solo il suo sguardo mi provoca la pelle d'oca?

Mi tolsi la maglia, cercando quale intimo indossare nel cassetto.
Dopo un paio di secondi, sento delle mani calde su i miei fianchi.

Ryan mi gira verso se stesso, senza la minima delicatezza.

Mi guardò un paio di secondi per poi affondarsi sulle mie labra in un bacio pieno di desiderio e possesione.

Mi tirò su, per poi mettermi sul letto sotto di lui.
"Che diavolo, Ryan!"

Lui sorrise.
"Se tu non pensi niente, allora lo faccio io per entrambi. Ora penso solo a quanto io ti desidero..."

"Ogni. Sinogo. Cenitimetro. Del. Tuo. Corpicino...", continuò accarezzando il mio viso.

Sentivo il mio cuore andare a mille, il mio ventre andare a fuoco.
Presi un respiro, e cercai di alzarmi.

Ero a pochi centimetri dal suo viso.
I suoi occhi erano pieni di emozioni miste, desiderio, ossessione... e un'altra che non riuscivo a capire.

"Sophia,  come ti ho già detto. Che tu sia la mia vera ragazza o una finta, non lascerò che un'altro uomo ti tocchi.  Soprattutto non ora che mi hai dato la cosa piu preziosa che avevi."

"Così mi dimostri solo di essere possessivo,  Ryan. Tu non mi vuoi perché mi ami, ma solo perché sei stato la mia prima volta."

"Su un fronte hai ragione,  io sono possessivo e non solo. Ma ti sbagli se pensi che sia solo per quello. "

"E allora? Non è che per te cambi qualcosa.  Ora lasciami, farò tardi."

Mi alzo dal letto, mi vesto velocemente prendendo la mia borsa con dentro l'occorrente per la lezione.

"E per la cronaca,  io non sono di nessuno."

"Ovviamente, non sei un oggetto.  Ma questo non significa che io non lascerò un'altro uomo toccarti nel modo in qui l'ho fatto io."

"Come se tu potessi fare qualcosa a riguardo.", detto ciò me ne andai, per poi sentire un sospiro dietro di me.

Perché sospiri? Al massimo sono io quella che dovrebbe farlo, no?

Usco dall'appartamento e mi avvio verso l'università.

                      °•○● RYAN'S POV ●○•°

Una volta tornato in ufficio,  lo trovai in una situazione di caos.
Tutti i miei uomini camminavano a destra e manca  senza uno scopo preciso.

"Che cazzo sta succedendo?"

"Capo, finalmente.  L'abbiamo provata a chiamare ma aveva il telefono spento."

"Mi si è scaricata la batteria.  Che è successo?"

"Il signor Damian Gray è venuto qui."

"Quando?"

"Una mezz'ora fa. La sta aspettando nel vostro ufficio. "

Andai subito verso il mio ufficio,  aprendo la porta trovai Damian seduto sulla poltrona con un bicchiere di whisky in mano.

"I tuoi uomini sanno come accogliere gli ospiti.", disse lui senza distogliere lo sguardo dal bicchiere.

"Mi sembra ovvio. A cosa devo la vostra visita?"

"Sei il finto ragazzo di mia foglia, mi sembra ovvio. Non l'abbiamo sentita da un po, mi interessava sapere come sta."

"Sta bene, oggi ha lezione. ", gli risposi versandomi anche a me un bicchiere.

Mi siedo dietro la mia scrivania, guardando l'uomo che ho sempre temuto, seduto nel mio ufficio a chiedermi di sua figlia.

"Ma conoscendovi, dubbito che sia solo questo la ragione per la quale vi siete scomodati così tanto."

"Devo ammeterlo ", disse lui alzando lo sguardo, finalmente guardandomi, "sei anche sveglio. In effetti no, non è solo di mia figlia che volevo parlare."

"Allora di che cosa?"

"Di Nathan."

"Come?"

Perché vuole parlare di Nathan?

"Nathan non è veramente tuo fratello,  vero?"

"Certo che lo è.  Perché pensa il contrario?"

"Perché Sophia me ne ha parlato. Siete molto diversi l'uno dall'altro. "

"Io assomiglio più a mia madre, lui a nostro padre."

"Ah si? Chi è vostro padre?"

"Io... è morto quando avevo un anno. Mia madre non me ne a parlato."

"Interessante.", rispose lui per poi alzarsi dalla poltrona e poggiare il bicchiere sul tavolo.

"Per ora è tutto. Ti prego di porgere i saluti a nostra figlia. "

"Lo farò. "

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"Fratellino, quando pensi di uscire da qui?"

"Hmm?", alzai lo sguardo, vedendo Nathan allentrata.

"Oh, non lo so. Mi sto occupando su una cosa importante. "

"Importante? Che cosa sarà mai?"

"È per Sophia, la questione di suo fratello."

"Ah, dai ti do una mano. Che cosa stai leggendo?", mi chiese lui prendendo i fogli dal tavolo.

"I rapporti della polizia sul caso. La cosa strana è che non ci sono tracce di scasso, quindi deve essere stata una persona che conosceva o la casa o loro."

"Forse anche entrambi... ma poi perché ci pensi troppo? Sappiamo che è stata nostra madre."

"Si, vero. Ma leggi, in quel momento e stata filmata da una telecamera di sicurezza  quindi non era da sola."

"Questo spiega anche perché non sono riusciti a trovare il rapitore. E allo stesso tempo,  anche se i Gray sapevano che nostra madre era coinvolta, non hanno potuto fare niente."

"Propri così,  Nathan. Sai anche che cosa è strano? Il fatto che Damian Gray sia venuto oggi qui, nel mio ufficio per chiedere di nostro padre."

Una piccola Mrs. Affari ~ New generation's Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora