62 - @Danielsonic87

37 2 8
                                    

Lista 62

OLTREPASSARE LA LUCE di Danielsonic87

Del pulviscolo d'ardesia ascende da ogni dove, caluria alcuna perfora quell'angusto angol'obliato da ogni buon senso

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Del pulviscolo d'ardesia ascende da ogni dove, caluria alcuna perfora quell'angusto angol'obliato da ogni buon senso.

Perché? Perché la vita, e anche la morte, è così ingiusta con me?

Costui, che al fluttuo rilascia scie d'alabastro, pondera... pondera, gemente, inascoltato dalla giustizia che le spalle ha lui voltato. Un raffronto con Virgilio potrebbe regalargli gaio, neanche... e invece relegato, è, in un opalescente manto ch'è tutto fuorché fulgore.

Fulgore che in tempi ignoti gli apparteneva...

Di quando era un vivace giovine – secondo l'anagrafe dei vegeti, un sedicenne chiamato Hugo. Il suo diletto? Derubare gli adulti. In antefatto percuoterli con mosse apprese chissà come, intraviste chissà dove, ma ammirate dagli alleati di marachelle... ma codest'or spaiato è.

L'oro ottundeva ogni sua grana, anche le cause penali più intrigate ove sempre finiva ingarbugliato.

Adesso dovrebbe provare... sensazioni terrene, perché ha in mente una visione degna dei più lussureggianti Regni dei Cieli. Crine rosso e liscio che permea il fuoco dei guai scesi in terreno; giubbino di pelle nero, d'animale passato a miglior vita molto prima di lui; occhi blu profondi quanto il mare della costa della città ove visse. Per poi passare alle muscolose gambe, le più o men'esili braccia, le forme che non potevano appartenere ad Atena o ad Afrodite... e dulcis in fundo, gli altisonanti accessori usciti forse da una ricca villa deturpata... non da Hugo. Sembrava la perfetta vittima per il colpo della vita.

Ma la ragazza... altro che spaventata, si prese addirittura burla dei suoi compagni che, prima che potessero aggredirla, si ritrovarono amici del terriccio mai polito. Hugo era ammaliato da cotanta possenza giunonica e la disfida fu inevitabile.

Lei accettò e si presentò: Lerin.

Il cigolio una luce nera nell'infinito ligneo circostante; stalattiti come nuvole di poco imbiancate dal fluttuo. Settentrione, Meridione... avanti, indietro, l'altalena dei rimembri risuona nel fio del gemente. Su e giù, stroboscopico rintocca i cigolii...

Stroboscopici erano i brusii quando, dal mezzo dì al meriggio, a ritmo di medesim'altalena, dal più candor nido si lasciava verso turpiloqui de familiari. Fracassi, strapazzate, percosse, inveite... reciproca ira di chi padre e madre avea dimenticato d'essere.

Dal nido ormai non candido ma rovente, di nascosto, Hugo fuggiva a piena deambulazione, verso un paradiso dalla corvina chioma e dalla nivea sarcopenia. Rovente carburante del suo primo amore.

Mingherlina che sempre più crescea, sin ad altere striature mostrare; pollicina risplendere poi in tutt'altro che sarcopenia: maestra di mosse degne del più virile saggio di arti marziali, algido inferno dal pelag'oculare.

Sfida di Scrittura Creativa 2.0 (APERTA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora