67 - @Arianna_DV

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Lista 67

ESTATE '24 di Arianna_DV

Sono una bambina in affido

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Sono una bambina in affido. La mia vita è precaria.

Questo ho sempre pensato, dai miei sei anni e fino ai dieci.

Sono l'ultima di cinque tra fratelli e sorelle, nati, in un paesino di provincia dell'entroterra siciliano, da una mamma tossicodipendente e un papà poco raccomandabile. Ci volevano molto bene, e noi a loro, ma era evidente che non avessero le capacità essenziali per provvedere a tutti noi, ragion per cui i Servizi hanno ritenuto necessario l'affido.

È vero, avevo solo sei anni, ma è ancora fortissimo il ricordo di mio padre che, mentre sedevo in un'auto che mi avrebbe portata via da lui, attraverso il finestrino aperto mi teneva il viso fra le mani e mi rassicurava dicendomi che presto avrebbe comprato una casa con tanti piani, in cui ci avrebbe riuniti tutti. Bruciano, oggi, quelle parole: al tempo mi scaldarono il cuore, ma poi il calore divenne distruttivo, specialmente quando dalla prima casa-famiglia iniziai a essere collocata presso diverse famiglie affidatarie. Quella casa enorme non ci sarebbe mai stata. Non avrei mai più vissuto con la mia mamma e il mio papà. Non avrei più avuto una quotidianità con i miei fratelli.

Furono anni difficili per me, in cui spesso mi venivano precluse perfino le festività in compagnia della mia vera famiglia. «È per salvaguardare la vostra serenità», mi veniva detto.

Bazzecole!

Poco dopo aver compiuto dieci anni, l'ennesima automobile venne a prelevarmi dalla casa in cui abitavo: sembra quasi che quel veicolo rappresenti, per me, la fine e l'inizio di ogni cosa.

I genitori da cui, stavolta, venivo portata via non si erano mai comportati male con me, probabilmente avevano perso il diritto all'affido per altri motivi e, benché lo avessi spesso chiesto alla mia nuova famiglia, loro non avevano mai voluto essere chiari su questo punto.

Rosa e Mario.

Non hanno mai pronunciato una singola parola fuori posto nei confronti di nessuno, sono due persone talmente squisite da essersi conquistati il diritto, dopo soli due anni con loro, a essere chiamati mamma e papà. Sono con loro da sei anni, ormai, e li amo moltissimo: per prima cosa hanno fatto sì che io riprendessi immediatamente i rapporti con i miei fratelli e sorelle e poi, appena più grande, mi sono stati accanto nel ricucire con delicatezza le comunicazioni con i miei genitori naturali. Non hanno mai fatto lo sbaglio di parlare male di loro o di dipingerli a tinte crude ai miei occhi. A volte mi sento in colpa al pensiero che, se oggi avessi la possibilità di ritornare con i miei genitori biologici, probabilmente non la coglierei, preferendo la mia attuale vita qui con loro.

Sono benestanti: hanno una casa molto grande, bellissima, nella quale sono libera di invitare amici e organizzare piccole e grandi feste. Ho bei vestiti e frequento i corsi sportivi e culturali che più mi piacciono. Non ho neppure problemi a essere sottoposta alle visite mediche che mi occorrono: forse è sciocco sottolinearlo, ma purtroppo non tutti i miei fratelli hanno avuto la stessa fortuna e talvolta, prestando attenzione a non risultare inopportuna, faccio delle piccole ricariche sulle loro prepagate attingendo ai fondi delle mie paghette.

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