65 - @Apple_Fede

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Lista 65

THE TIMELESS HOUSE di Apple_Fede

Là, dove la tundra incontrava le nevi perpetue, la misteriosa foresta boreale estendeva i suoi confini

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Là, dove la tundra incontrava le nevi perpetue, la misteriosa foresta boreale estendeva i suoi confini. Alberi maestosi, impenetrabili come armature di un esercito, s'innalzavano impavidamente, sfidando quel clima così pungente, nascondendo un mondo selvaggio tra le spesse cortecce.
La luce del sole giocava con le ombre gettate dal fogliame, creando un caleidoscopio di figure che danzavano sul terreno ricoperto dagli aghi degli abeti.
Il sibilo del vento che si insinuava tra le crepe delle spesse radici degli alberi, tra cui pini che si innalzavano fieri mostrando le rigogliose fronde spinose ed i tamarack, faceva da cornice in quella natura incontaminata dall'uomo.

Quei delicati crepitii causati dalla brina che veniva calpestata dalla fauna locale, lasciandola scivolare sulle rocce o tra gli aghi dei pini, creavano un fruscio simile ad una canzone antica, come se la terra provasse proprio a parlare a coloro capaci di ascoltarla.

Il battito del cuore di quella foresta era la presenza dei suoi abitanti... le notti popolate dalle stelle nel cielo, con la luna che donava i suoi raggi argentei a quei boschi misteriosi, erano cullate dagli ululati dei lupi. Un suono triste, ed a tratti ricordava la solitudine... ma quando l'intero branco cominciava il concerto notturno, tutto si illuminava di luci differenti. Il coraggio divampava tra quegli alberi, e la fierezza era capace di gonfiare i petti dei loro ascoltatori.

E poi c'erano i castori, con le loro dighe, capaci di trasformare quei semplici specchi d'acqua in vere e proprie opere d'arte. Per non parlare dell'energia brulicante degli orsi durante l'estate, che rimanevano dormienti nelle tane durante l'inverno, oppure le alci, capaci di generare il respiro della natura con il loro fruscio sommesso, vagando lente tra le ombrose abetaie.

Tutto gestito in un perfetto equilibrio con l'ecosistema che li circondava...

E quelle erano le immagini da ricordare, quelle memorie da imprimersi nella mente, da tenere vivide nei pensieri. Non serviva una macchina fotografica, oppure una cinepresa per stampare artificialmente ciò che gli occhi stavano imprimendo a fuoco... I dettagli delicati, le sfumature dei colori, il fruscio del vento tra le foglie, tutto ciò era capace di diventare pura fonte di ispirazione... non necessitava di filtri per essere apprezzata o ricordata, la bellezza della natura era capace di lasciare il suo segno solamente agli occhi di chi è realmente capace di guardare.

Lui si sentiva speciale in ciò che faceva... rispettava ciò che lo circondava, imparava tramite tocchi sul terreno, assaporava ciò che la natura gli concedeva... e si inchinava di fronte all'ovvietà: l'essere umano sarebbe rimasto inferiore a cotanta magnificenza.

Cosa poteva fare? Semplicemente studiare... studiare ogni funzionalità, riuscire a toccare con un dito delle conoscenze tenute nascoste in quelle morse selvagge, artigli feroci e zanne acuminate.

Sfida di Scrittura Creativa 2.0 (APERTA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora