Chapter Thirty-One

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[Vi consiglio di leggerlo ascoltando "Nightingale" della bellissima Demi x.]

LEGGETE LO "SPAZIO AUTRICE", E' IMPORTANTE.


Spalancai le porte dell' ospedale correndo verso la prima infermiera che vidi.

"Dov'è mio padre?" Chiesi, guardandomi attorno.

"Scusi?" Domandò la commessa non capendo. Cretina!

"Il Signor Brown. Mi hanno chiamato poco fa!" Alzai le mani al cielo. Non mi era mai preoccupata così tanto di mio padre, stavo andando nel panico.

"Oh, secondo piano stanza 39." Rispose. Corsi verso la fine del corridoio, arrivando alle scale, Ed mi seguiva, potevo sentire i suoi passi dietro di me. Salii gli scalini due a due, e quando fui al secondo piano, cominciai a cercare il numero della stanza.

"Meg, rallenta!" Si lamentò il mio migliore amico da dietro.

"Eccola!" Mi fermai indicando il numero appeso sulla porta della stanza. Afferrai la maniglia e l' abbassai. Aprii lentamente la porta ed entrai, chiudendomela alle spalle. La stanza era di un grigio chiaro, triste. Al centro della piccola stanza un letto, su cui steso c' era mio padre. Era appoggiato alla tastiera del letto con un cuscino dietro la schiena per farlo stare più comodo. Mi portai una mano alla bocca, alla vista di quello che gli avevo fatto.

Un collare gli fasciava il collo, e la caviglia destra era fasciata. Il suo sguardo era rivolto alla finestra, ma sfrecciò nel mio quando chiusi la porta.

"Papà.." Mormorai avvicinandomi al letto. Le serrande erano leggermente abbassate, facendo passare poca luce.

"Papà, oddio.. mi dispiace." Gli afferrai la mano, stringendola nella mia. Gli occhi si appannarono leggermente.

"Non volevo farti questo.." La voce fu spezzata dal pianto. "Tu-tu mi stavi facendo male." Lo guardai negli occhi, i suoi erano stanchi, senza emozione. "E io non sopporto più tutto questo male.." Sussurrai, e una lacrima scivolò sulla mia guancia.

"Non so cosa scateni questa rabbia verso te, principessa." Mormorò, stringendo la mia mano. "Non ho mai voluto portarti via tua madre.." Disse con un filo di voce, i suoi occhi diventarono lucidi e un lacrima si fece spazio sulla sua guancia. "Non ho mai voluto.." Il suo sguardo era un misto tra dispiacere e amarezza. "..Non ho mai voluto distruggerti.. Sei l'unica cosa che mi è rimasta che mi leghi a lei. Ero così distrutto della sua assenza, così devastato, che mi faceva rabbia vedere il tuo sorriso. Pensavo che non te ne importasse più niente, di lei e di me. Pensavo che saresti andata avanti, e che mi avresti abbandonato anche tu." Pianse e si sfogò. Qualcosa fermò il mio respiro, impedendomi di respirare regolarmente.

"Anche se andassi avanti, papà, non riuscirei mai a dimenticarla." Abbassai lo sguardo verso le nostre mani, strette tra loro. E in quel preciso momento sembrava che il passato avesse fatto capolino. Gli sorrisi, ricordandomi ogni volta che aveva la febbre ed era costretto a stare nel letto per riposare, ed io non facevo altro che riempirgli la testa di quello che avevo fatto la mattina a scuola, o leggendogli fiabe.

"Non lo penso davvero." Mormorò, dopo qualche secondo di silenzio. Lo guardai con sguardo interrogativo.

"Non penso tutte le cose che ti ho detto." Spiegò. Scrutai i suoi occhi: tristi, dispiaciuti..

"Va bene, papà. Va tutto bene." Ma sapevo che in realtà non era così. Sentirsi dire dal proprio padre che sei non peso, che non vali niente, ti graffia il cuore, te lo trafigge. Ma non volevo che stesse ancora male. Gli avevo rotto il collo e fratturato un piede, non potevo insultarlo e urlargli contro.

Gli sorrisi e lui mi tirò a se, stringendomi in un abbraccio. Un abbraccio che non sentivo da tanto, di cui non me ne ricordavo neanche il calore.

"Mi dispiace papà.." Mormorai vicino il suo orecchio.

"Spiace anche a me, Megan.." Rispose ed io chiusi gli occhi, facendo scivolare forse l' ultima lacrima di quell' interminabile giorno.


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EhiEhi. So che il capitolo è cortissimamente corto, ma avevo voglia di aggiornare lo stesso per non farvi stare sulle spine per chissà quanto altro tempo.

Volevo parlarvi di una come importante! Questo pomeriggio una ragazza mi ha scritto riguardo la mia (questa) storia, dicendomi che le piaceva e che avrei potuto iscrivere "Stuck" ai #Wattys2015. Ho subito pensato che fosse una bella idea provarci, anche se già so che non "vincerò" mai un concorso come questo, a cui fa parte tutto il mondo. Ma ehi, si può sempre provare, e se andasse a buon fine, (oltre a sposare la misteriosa ragazza dei messaggi) saprò per certezza che scrivo bene, e che non smetterò, almeno spero.

Per far si che "Stuck" vinca, che si aggiudichi un premio/titolo, dovete/dovreste votarla tramite Twitter, tra il 24 e il 31 Agosto, scrivendo "#MyWattysChoice" più il link della storia. 

Grazie mille, davvero, per i vostri complimenti e voti. 

Vi voglio bene <3

#imTorn29 xx

STUCK || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora