Chapter One

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"Dove vai?" urla quella pazza isterica della mia matrigna.

"Secondo te, dove cazzo sto andando? A scuola. Usa ogni tanto quel cappero di cervello, se c' è l' hai!" risposi acida, prendendo lo zaino da terra e chiudendo la porta di casa alle mie spalle.

Cazzo quanto odiavo quella donna. Era insopportabile. Sembrava una di quelle matrigne che si vedono nei film della Walt Disney: isterica, con la voce da gallina e per finire in bellezza, ha anche una figlia, che scassa le palle dalla mattina alla sera con le sue inutili domande 'oddio dove sono i miei vestiti? Mamma mi hai comprato i miei biscotti preferiti? Mamma hai fatto questo? Hai fatto quest' altro?' ma dio mio, cresci hai diciotto anni e bevi ancora il latte attaccato alle tetta di tua madre. Sono da schifare quelle due. Non so davvero come mio padre si sia innamorato di quell' essere chiamata 'donna'. La mamma era completamente diversa da lei: era solare, simpatica, bellissima, non aveva una voce da gallina in calore. Insomma il contrari di questa merda di tizia che mi ritrovo per 'matrigna'.

Camminai, arrivando a scuola. Dovevo farmela a piedi tutte le mattine perché 'la mia sorellastra' non voleva farsi vedere con me. Già, forse lei è molto più bella di me, si veste meglio, è popolare, mentre io.. io sono io. Andiamo, nessuno starebbe mai con una tipa come me, tranne lui, il mio migliore amico. Lo amo. Senza di lui sarei persa.

Eccolo, seduto sul muretto, dove ci incontravamo ogni giorno, con la dei foglio in mano. Adoro le sue canzoni.. è un poeta.

"Ed!" lo chiamai, urlando. Mi avvicinai a lui con passo svelto, e l' abbraciai. "Meg.. mi sei mancata." Mi salutò stampandomi un bacio sulla guancia. "ma se ci siamo visti ieri sera" gli sorrisi "lo so, è che stanotte non ho fatto altro che scrivere, e non vedevo l' ora di farti sentire quello che ho.. ecco vedi.. " mi passò il foglio "l' ho scritta pensando a te.." sussurò imbarazzato.

'Voglio stare accanto a te

Non posso nasconderlo anche se ci provo

Il cuore batte più forte

Il tempo mi sfugge

Le mani tremano al tocco della pelle

Questo rende tutto più difficile ragazza

E le lacrime scendono lungo il mio viso'

Il battito del mio cuore inizia ad aumentare. Era un poeta, l' ho già detto? Era stato sveglio tutta la notte a scrivere queste poche righe, ma con un significato infinito, per me. Volevo ringraziarlo, ma le parole morirono nella mia bocca per colpa della campanella. "beh.. ci vediamo dopo.. ciao Meg" mi lasciò lì, sola con i miei pensieri. Stupida campanella. Proprio adesso dovevi suonare? Dannazione. mi diressi in classe. Prima ora: letteratura. Mi sedetti nell' ultimo banco infondo alla classe, vicino al ragazzo 'più figo' della scuola, come dicevano tutte quelle oche che si spacciano per ragazze. 'Ehi' mi salutò. Ricambiai con un sorriso e mi sedetti. "c' erano compiti? Sai ieri sono stato tutto il tempo in.." lo interruppi "in palestra per allenarti per la partita di football di sabato prossimo!?" mi scrutò attentamente, poi rise. "no. Veramente sono stato in ospedale, mia nonna non sta bene, ultimamente.." diventa serio. "Oh.. scusami non volevo. Mi dispiace" sforzò un sorriso e prestò attenzione alla prof di letteratura. Mi domando perché sia così gentile con me. Insomma.. io sono acida, stronza e antipatica nei suoi confronti, perché si comporta così?! C'è qualcosa nei suoi occhi verde smeraldo che non mi convince.. "Tutto bene?" interruppe quel mio breve stato di trans, riportandomi di nuovo sul pianeta terra. "Si." Mi limitai a dire, spostando il mio sguardo dai suoi occhi al libro di letteratura.

***

Aprii la porta, chiudendola alle mie spalle una volta dentro casa. "Sono arrivataa" urlai, così che mio padre potesse sentire. Nessuna risposta. Strano. Di solito si precipitava in sala ad abbracciarmi e a chiedermi come fosse andata la giornata o, la maggior parte delle volte, a rimproverarmi per aver risposto male a Angie, quella matrigna. Andai nell' ufficio di mio padre, bussai e aprii la porta. "Ehi.." lo salutai, entrando. Era seduto dietro la scrivania a guardare e firmare fogli. "Principessa! Tutto bene?" chiese senza degnarmi neanche di uno sguardo. "Si. Vedo che sei indaffarato, meglio che ti lascio lavorare" mi voltai per andarmene, ma richiamò la mia attenzione. " Devo dirti una cosa" mi girai, guardandolo. "Lunedì devo partire per lavoro, starò via per una settimana.." Eh?! Mi stava prendendo in giro? Come avrei fatto senza di lui? "Cosa?"

"Angie verrà con me." Incrociai le braccia al petto sbuffando "Questa è l' unica cosa positiva che ho sentito fino adesso.. Vi portate anche la figlia vero?" Domandai, sperando in una risposta positiva. "No, dovrete restare sole. Non combinare guai." Camminai, arrivando alla porta e prima che potessi chiuderla alle mie spalle disse "Non alzare neanche un dito su di lei." Sbattei la porta e corsi in camera mia. Come poteva pretendere che sarei rimasta sola, con quella tizia, per una settimana?! COME?! Perché non me l' ha detto prima. Aspettava sempre l' ultimo momento per riferirmi le cose. Oggi e sabato, e tra neanche due giorni partirà. Fanculo!

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Cieeo! Spero che questa storia vi piaccia. E' su Ed Sheeran.

Scusate per gli errori... Lasciate un commento? Così potreste darmi consigli! :**

Grazie a chi lo fa! <3

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