Chapter Eighteen

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Aprii lentamente gli occhi, abituandomi alla luce del sole che entrava dalla finestra. Mi alzai con malavoglia dal letto e mi avvicinai all’ armadio. Presi un semplice jeans e una felpa nera, e gli indossai. Allacciai i lacci delle mie scarpe, ormai distrutte, e uscii dalla stanza per andarmi a lavare.

“Io vado.” Dissi avvicinandomi alla porta d’ ingresso, ma non ricevetti nessuna risposta.

“Fottetevi” Sussurrai a denti stretti, sbattendo il portone alle mie spalle. Aggiustai lo zaino dietro la schiena e m incamminai verso casa di Ed.

Bussai, col fiatone a causa della lunga camminata. Un ragazzo con i capelli arancioni sbucò da dietro la porta sorridendomi. Ricambiai salutandolo con la mano.

“Possiamo andare.” Prese la chitarra da un mano e chiuse la porta d’ ingresso.

“L’autobus passa tra qualche minuto.” Sbuffò, sedendosi sulla panchina della fermata.

“C’è qualcosa che non va?” Chiesi guardandolo.

“No, tutto bene. Solo che mi scoccia prendere l’ autobus.” Spiegò.

“E perché?” Mi lasciai sfuggire una risata.

“Tutti mi guardano male a causa di sti capelli, loro pensano siano di un colore strano.” Fece una smorfia, e io scoppiai in un'altra risata, coinvolgendolo.

“Quando diventerai famoso.” Mi fermò.

“Questo non è ancora detto.” Alzò gli occhi al cielo.

“Sta zitto!” Gli sorrisi, e continuai a parlare. “Quando diventerai famoso ti guarderanno con adorazione. Scrivi davvero bene. A volte penso di avere un poeta apposta di un amico.” Mi sorrise.

Spostò il suo sguardo dai miei occhi, guardando dietro di me.

“E’ arrivato l’ autobus.” Disse alzandosi, e io lo imitai.

Il veicolo accostò, salimmo e ci sedemmo. Ripartì subito, e dopo cinque minuti Ed schiacciò il pulsante per far fermare l’autobus. Si alzò dirigendosi verso la porta aperta e io lo seguii.

“Da quale parte dobbiamo andare?” Domandai guardandolo.

“Da quella.” Rispose indicando l’ enorme edificio di fronte a noi.

“Non me lo ricordavo così..” Dissi stupita.

“Beh, si sono spostati per motivi tecnici, e hanno trovato un posto più comodo e spazioso, a quanto pare!” Spiegò brevemente.

“Cosa aspettiamo? Entriamo!” Esclamai, prendendolo per la mano e trascinandolo dentro.

Una donna ci accolse, portandoci davanti a una porta con una targhetta sopra con una scritta “Direttore”. La donna bussò e una voce da dentro rispose “avanti”.

Entrammo, e chiusi la porta.

“Oh, il Signor Sheeran, prego si accomodi.” Gli indicò la sedia di fronte la propria scrivania. L’ uomo, robusto, si accorse della mia presenza.

“Si accomodi signorina..” Mi avvicinai.

“Brown.” Gli strinsi la mano e mi sedetti, nell’ altra sedia, accanto al mio amico.

“Allora Edward, ho una bella notizia da darti.” Gli occhi di Ed si illuminarono al suono delle parole del direttore, e annuì.

“Ci hai fatto ascoltare alcuni tuoi pezzi la volta scorsa, e credo che siano veramente stupendi, per non parlare delle parole usate. Azzeccatissime.” Si complimentò, ed il ragazzo di fianco a me annuì di nuovo, come per incitarlo ad andare avanti.

“Ho pensato darti un’ opportunità, e io mantengo le promesse. Ti farò esibire sabato prossimo in un locale.” Ed sgranò gli occhi, e un sorriso spuntò sulle sue labbra. “Continueremo a sponsorizzarti, a patto che il risultato della serata sia ottimo.”

“Va bene.” Disse poi Ed.

“Conosci il locale “Roxy”, vero?” Chiese.

“Si, si lo conosco.” Rispose il ragazzo.

“Bene, faremo alcune prove  con le luci, le musiche e tutto. Ci vediamo lì domani, giovedì e venerdì. Sabato inizieremo alle otto, ma tu vieni un’ ora prima, così ti prepari. Ah! Mi raccomando, porta la chitarra.” Face l’ occhiolino e si alzò dalla sedia, come Ed, e si strinsero la mano.

“Arrivederci Signor Direttore.” Lo salutò con una stretta di mano.

“Ci vediamo Edward.” Gli sorrise.

“E’ stato un piacere Signorina Brown.” Gli strinsi per la seconda volta la mano, accompagnando il gesto con un “Arrivederci.”

Uscimmo dall’ edificio, e gli saltai addosso, stringendolo in un abbraccio.

“Spaccherai il culo a tutti sabato, ne sono sicura!” Gli lasciai un bacio sulla guancia staccandomi.

“E se andrà tutto male? Se il risultato sarà pessimo? Dovrò trovarmi un'altra casa discografica, ed è un miracolo se mi hanno dato un’ opportunità qui!” Si mise le mani nei capelli, sbuffando.

“Edward Christopher Sheeran!” Gli appogiai una mano sulla spalla, per supporto. “Non dubitare nemmeno per un millesimo di secondo delle tue meravigliose doti artistiche.” Mi guardò negli occhi e sorrise.

“Sei il migliore in circolazione.” Annuii e lui rise.

Amavo vederlo sorridente. Amavo vederlo e basta! Sapevo già che quella sera, su quel piccolo palco, davanti a una ventina di gente, o più, avrebbe fatto l’inizio di una grande carriera. La sua carriera. E io gli sarei stata vicina, nei momenti difficili e facili.

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Eccovi il capitolo belas (#HarryStylesModeOn).

Volevo agurarvi buon anno a tutte, e che questo 2015 sia migliore dell' anno passato! 

Un grande bacio a tutte/i quante/i. <3

Mi raccomando, lasciate un commentino e un voto!

#imTorn29 xx

STUCK || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora