Chapter Twelve

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CHAPTER TWELVE

Buttai giù un altro drink. Ormai avevo perso il conto di quanti ne avevo bevuti.             Ho cercato Ed e quella bionda in tutte le stanze di questa fottuta casa, ma di loro neanche una traccia.

Il bere mi aveva dato alla testa e la musica ad alto volume non aiutava. Delle mani cinsero i miei fianchi, facendomi voltare. Avvicinò la sua bocca al mio orecchio, sussurrando.

“Vieni con me, piccola.” Chiusi gli occhi a quel contatto, e annuii.

Strinse la sua mano nella sua e mi guidò sopra le scale, fino ad arrivare davanti la porta di una stanza. Entrammo dentro.

C’ erano alcuni ragazzi inginocchiati davanti ad un tavolino, con della polvere bianca sopra. Alcuni fumavano e causa di questi la stanza era piena di fumo. Harry lasciò la mia mano e si diresse verso un ragazzo moro, lasciandomi davanti alla porta, da sola.

La testa mi girava, le gambe a momenti cedevano e gli occhi a stento riuscivano a rimanere aperti. Ma l’ unica cosa che riuscivo a pensare in quel momento era quella roba bianca appoggiata su quel tavolino.

Lentamente mi avvicinai, e mi abbassai. La voglia di risentire il sapore di quello stupefacente era troppa. Volevo risentirmi in paradiso, libera, come se staccassi la spina da quel mondo, per un breve periodo di tempo. Presi una piccola bustina contenete la droga, che era appoggiata sul tavolino nero, e la infilai negli stivali. Mi guardai attorno per vedere se qualcuno mi avesse vista, ma per mia fortuna nessuno si era accorto del mio “piccolo furto”.

Ritornai a guardare gli altri ragazzi intorno a me, e la prima cosa che mi saltò all’ occhio era una chioma rossa. Improvvisamente alzò la testa dal tavolino e si guardò intorno, accorgendosi del mio sguardo. Era sorpreso, mentre io non capivo niente.

“Meg..” sussurrò avvicinandosi. “Meg, tutto bene?” mantenne il suo tono basso e mi aiutò ad alzarmi.

“Io.. non capisco.. niente.” Sussurrai. Lasciandomi andare tra le sue braccia.

“Adesso c’è ne adiamo, d’accordo?” uscimmo dalla stanza, entrando in un’ altra. Mi aiutò a stendermi sul letto e lui si sedette di fianco a me. Appoggiai la testa sul cuscino. Nessuna puzza di fumo, nessuna musica troppo alta. Era tutto così tranquillo..

“Tutto bene, Meg?” Domandò.

“Cosa stavi facendo?” Ignorai la sua domanda.

“Io? Niente. Tu piuttosto, cosa ci facevi lì dentro?” Mi misi seduta, avvicinandomi a lui.

“Ti stavo cercando.” Scrutai ogni centimetro del suo viso.

“Voglio baciarti.” Confessò sussurrando.

“Fallo.” Sorrisi.

E in un secondo le sue labbra toccarono le mie. Strinsi le mie mani nel colletto del suo collo, e mi lasciai cadere all’ indietro. Si posizionò meglio sopra di me, continuando a baciarmi con foga.

***

Chiusi la porta della mia stanza, per poi sedermi sul letto. L’ unica cosa che ricordavo era che Ed mi aveva appena svegliata dicendomi che ero arrivata a casa e che dovevo scendere dalla macchina.

Tolsi gli stivali e anche i vestiti, restando in intimo e mi infilai sotto le coperte. Le palpebre erano troppo pesanti per restare aperte, e mi addormentai subito.

Mio padre fece capolino in camera mia, ordinando di svegliarmi.

“Meg svegliati! Meg!” mi scosse le spalle. “Ed è in ospedale, lo stanno ricoverando!”

Sbarrai gli occhi, alzandomi velocemente dal letto. “Cosa dici?” domandai disperata.

“Mi ha appena chiamato la madre.”

Aprii le ante dell’ armadio tirando fuori un jeans e una maglietta a caso, e mi vestii subito. Mi precipitai di sotto uscendo di casa. Iniziai a correre, più veloce che potevo, verso l’ ospedale.

Aprii la grande porta dell’ ospedale, affrettandomi a trovare un’ infermiera.

“Mi scusi, il paziente Ed Sheeran?” l’ infermiera alzò un sopracciglio, come per dire ‘che cazzo sta dicendo questa?’

“Un ragazzo dai capelli rossi.. è stato portato qui poco fa..” mi guardò male, così decisi di rinunciarci. Guardai dietro l’ infermiera e poco più in là vidi il dottore.

Corsi verso di lui, e mi sorrise.

“Dottore! Hanno portato qui un ragazzo dai capelli rossi.. Ed Sheeran..” il suo sorriso svanì e appoggiò una mano sulla mia spalla.

“Non.. non c’è l’ ha fatta.. la droga lo ha mangiato internamente, e le pastiglie che ha ingoiato erano la ciliegina sulla torta..”

La vista mi si appannò. E la rabbia si espanse in tutto il mio corpo.

“Non può essere vero. No!” Mi tirai i capelli dalla disperazione, sbattendo la testa contro il muro grigio dell’ ospedale.

“No. No. No!” Tirai pugni al muro.

Delle mani mi fermarono, tirandomi verso se e mi abbracciò.

Aprii gli occhi di scatto e mi ritrovai nella mia camera con il viso bagnato di sudore e le lacrime agli occhi. Era un fottuto incubo. Il cuore batteva a mille e non riusciva a calmarsi e la testa pulsava troppo forte. Mi sedetti appoggiando la schiena sulla tastiera del letto e guardai il soffitto.

“Fottuto incubo.” Sussurrai.

“Lui non farebbe mai una cosa del genere..” chiusi gli occhi.

“Mai..” farfugliai prima di riaddormentarmi.

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No ma avete visto il video di 'Thinking Out Loud'? E' qualcosa di stupendo. Non pensavo che Ed sapesse ballare così bene..

Anyway, mi scuso per il ritardo e per gli eventuali errori.

So che il capitolo non è bello, non avevo tanta ispirazione, ma ho deciso di aggiornare ugualmente (?)

Passate a dare un' occhiata a l' altra mia storia, please? (:

questo è il link: http://www.wattpad.com/story/23846730-story-of-my-life-harry-styles

Grazie mille a chi vota e commenta, e chi semplicemente legge la storia! <3

#imTorn29 xx

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