"Trova un modo per andare avanti, anche quando 'andare avanti' è impossibile."
Le sue mani scesero fino al bottone dei miei jeans, mentre la sua bocca era ancora a contatto con la mia pelle. Succhiava ogni centimetro di essa, e io non potevo fare niente. Le lacrime rigavano le mie guance e gemiti di dolore lasciavano le mie labbra.
"Non farlo, per favore." Mormorai. La poca forza rimasta in me cercava di mantenermi in piedi, ma era come arrampicarsi sugli specchi. Le uniche parti del corpo che riuscivo a muovere erano le braccia, che strattonavo, cercando invano di sciogliere le corde, ma fu inutile e mi provocava ancora più male. Il materiale strisciava sui tagli esposti. E solo allora notai che le mie braccia non erano più ricoperte dalle garze.
Le sue mani afferrarono l'elastico dei miei pantaloni e li abbassò lentamente. Come quando ti procuri un taglio: il male lo senti di più se vai piano. Solo che il mio non era un male fisico. Strinsi gli occhi e singhiozzai. Sfilò il tessuto, lasciandomi completamente in intimo davanti a lui. Riaprì gli occhi colmi di lacrime, mentre i suoi mi guardavano con lussuria. Si avvicinò al mio viso e tremai ancora di più.
"Ti piacerà, principessa, non preoccuparti." Gemetti.
Alzò il suo busto, sbottonandosi la cinta e subito dopo si abbassò i pantaloni. Chiusi gli occhi, non volendo vedere cosa avrebbe fatto dopo.
Sentii le sue mani abbassare le mie mutande e un singhiozzò lasciò le mie labbra. Allargò le mie gambe e un secondo dopo lo sentii dentro di me. Urlai per il dolore, ma non curandosene, continuò ad uscire ed entrare in me. Dei gemiti si mischiavano ai miei sofferenti e al mio pianto, diventato isterico.
***
Aprii lentamente gli occhi, il male alla testa era allucinate. Restai lì, sdraiato sotto le coperte a pensare a quello che era successo la notte prima. Sentii i miei polsi bruciare e alzai il busto, così che potessi disinfettarli. Non ebbi il tempo di mettere un piede per terra che una strana sensazione di dolore al linguine mi fece ristendere sul letto. Gemetti e le lacrime si fecero avanti. Rimasi come paralizzata sul letto per qualche minuto, fino a quando qualcuno bussò alla porta. Dopo quello che era successo ieri notte, quel mostro aveva liberato i miei polsi e una volta uscito dalla mia camera, chiusi la porta a chiave.
"Meg? Tutto bene?" La voce angelica di Ed, mi chiamò da dietro la porta di legno.
"Ed? Che ci fai qui?" Asciugai le lacrime.
"Ti stavo aspettando alla fermata dell'autobus, da mezz'ora, ma tu non venivi." Rispose. "Tutto bene? Apri la porta." Lo farei se riuscissi ad alzarmi.
"Aspettami di sotto, arrivo. Dammi il tempo di vestirmi." Dopo aver sentito un suo "d'accordo" mi alzai dal letto, cercando di non urlare dal male.
Presi un paio di jeans puliti e una felpa nera ed andai in bagno. Dopo essermi fatta una doccia veloce, solo al corpo, mi vestii, indossai le scarpe e mi misi lo zaino in spalle. Scesi lentamente le scale, Ed mi aspettava davanti la porta d' ingresso e lo raggiunsi. Aprii la porta e una voce alle mie spalle mi bloccò, ma non mi voltai. Non avevo il coraggio di rivolgerli la parola o di guardarlo.
"Buona giornata, principessa." Quel nomignolo mi metteva i brividi. Continuai a camminare, mentre sentii un "Arrivederci Signor Brown." E lo sbattere della porta.
Uscii dal vialetto, incamminandomi verso scuola. Cercai di non pensare al bruciore del linguine.
"Meg." Niente, non risposi. Non avevo il coraggio di guardare in faccio neanche lui. Come avrei potuto dirgli quello che era successo?
"Megan!" Urlò e io mi fermai, rimanendo ferma. Sentii i suoi passi avvicinarsi.
"Cos'è successo, stavolta?" Si mise di fronte a me, e alzò il mio mento con le dita, così che potessi perdermi nei suoi occhi color oceano.
"Ne parliamo un'altra volta, okay?" Mi morsi il labbro inferiore. Non potevo piangere, non qui, non di nuovo.
"No!" Appoggiò le sue mani sulle mie spalle. "Megan, affronteremo tutto insieme, ricordi?" Gli occhi iniziarono a pizzicare e fanculo la mia fragilità. Fanculo la mia debolezza, fanculo tutto.
"Questa volta l'ho affrontata da sola, e scusami, ma non potrai fare niente per sistemare le cose.. per ritornare indietro." Mormorai e una lacrima scese sulla mia guancia. L'asciugò con il pollice e accarezzò la mia pelle.
"Ma posso aiutarti a superare la cosa." Sforzò un sorriso.
"Grazie, ginger." Si fece fuggire una risata, per il nomignolo, che contagiò anche me.
Tutto se ne va, niente dura, si sa, ma io speravo con tutto il mio cuore che lui sarebbe rimasto per sempre. Lui che aveva preso la mia mano e mi aveva rialzato. Lui che cammina insieme a me, che mi aiuta ad affrontare la salita, gli ostacoli della vita. E se se ne sarebbe andato anche lui, sarei rotolata giù per la discesa, dritta verso la fine.
#imTorn29 xx
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STUCK || Ed Sheeran
Teen Fiction"Sono così emotivamente Bloccata che non so più come si fa a sbloccarsi.." - Scrittrice di "Black Heart"|| Michael Clifford #imTorn29x