CHAPTER EIGHT
Ritornai in camera dopo aver finito di mangiare e chiusi la porta della mia camera a chiave, così che mia madre non potesse entrare, visto che non bussa mai!
Mi avvicinai al letto e mi sedetti di fianco a quell’ angelo disteso sul mio letto. Non pensavo davvero quelle cose che le avevo detto. Sembrava così innocente, tranquilla e lo era davvero. Ero preso dalla rabbia e dalla delusione e sparavo le prime parole che mi passavano nella mente, senza neanche fermarmi un secondo a pensare il significato di quest’ ultime. Lei mi aveva ferito e io avevo fatto altrettanto, l’ unnica differenza era che lei l’ ha fatto involontariamente mentre io no. Credo che giocare con i sentimenti di una persona sia davvero crudele.. ma eccomi qui, anzi, eccoci qui, stamattina era di fronte alla mia porta, in ginocchio, a chiedermi perdono e io l’ ho perdonata. Era come se la fiducia che avevo verso di lei, però, non era più come prima. Qualcosa dentro di me diceva che dovevo stare attento, che avrebbe rifatto un altro errore. Speravo davvero che non sarebbe successo, che mi sbagliassi.
Le accarezzai la guancia, e a quel contatto i suoi occhi si aprirono lentamente.
“Ehi.” Le sorrisi. Si alzò sui gomiti e parlò. “Scusami se sono entrata dalla finestra..” sussurrò con voce assonnata. Mi lasciai sfuggire una risata a causa dei suoi capelli arruffati. “Tranquilla, ora dormi che domani c’è scuola.” Feci per alzarmi ma mi afferrò il braccio. “Ti prego, resta.” Disse. Annuì e mi fece posto di fianco a lei sul letto. Mi distesi e posò la sua testa sul mio petto. “Non andartene senza dire niente questa volta. Aspettami!” dissi. Lei annuì in risposta e dopo un paio di minuti ci addormentammo, ognuno tra le braccia dell’ altro.
***
MEG’S POVS.
L’ ultima ora. L’ ultima ora e poi sarei tornata a casa. Già, casa. Se penso a quest’ ultima preferirei restare a scuola. L’ unica cosa positiva e che mio padre e la sua ‘fidanzata’, non c’ erano. Mi dovevo sopportare solo quell’ oca della figlia.
La campanella suonò e io infilai il mio libro di scienze nella borsa uscendo di corsa dall’ aula e dall’ edificio. Harry non l’ avevo visto e non volevo vederlo, l’ avrei preso a schiaffi davanti a tutti per quello che mi ha fatto.
Sentii dei passi pesanti dietro di me e mi fermai, guardandomi dietro. Ed mi salutò con la mano e io ricambiai sorridendogli.
“Vai a casa?” domandò. “Se quella si può chiamare casa, allora si.” Risposi lasciandomi sfuggire una risata che contagiò anche lui.
“Se vuoi, puoi venire da me.. mia mamma mi ha inviato un messaggio con scritto che la casa discografica di Warner Music voleva sentire ancora la mia canzone. Mi piacerebbe se venissi con me!” L’eccitazione gli usciva da tutti i pori. Credo di non averlo mai visto così felice.
“Oddio! Certo che verrò!” Gli saltai addosso, cingendo le mie braccia intorno al suo collo. Speravo davvero che lo avrebbero sponsorizzato, così il suo sogno si sarebbe realizzato.
“Dai andiamo!” Disse e mi staccai da lui. Aveva ancora il sorriso stampato sulle labbra.
***
Un signore ci condusse di fronte una porta con su scritto “Sala di registrazione”. Era il suo momento, quello che tanto sognava. Avrebbe inciso il suo primo singolo. Lo guardavo, era teso e bussò alla porta con sicurezza. Gli appoggiai una mano sulla spalla come incoraggiamento e la porta si aprì.
STAI LEGGENDO
STUCK || Ed Sheeran
Teen Fiction"Sono così emotivamente Bloccata che non so più come si fa a sbloccarsi.." - Scrittrice di "Black Heart"|| Michael Clifford #imTorn29x