Chapter Fourty-One

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"I'm too young to lose my soul

For too long I have been left behind

I feel like I'm going crazy."

(Three Days Grace -World So Cold-)


Rientrai nel locale, alla ricerca di Ed. Mi feci spazio tra le persone che ballavano, raggiunsi un tavolo, trovando il roschio seduto a parlare con alcuni suoi amici.

"Ed!" Lo urlai per farmi sentire. Girò il volto verso di me e si alzò dalla sedia.

"Megan!" Urlò nel mio orecchio. "Sei da scopare." Scoppiò a ridere e si aggrappò alle mie spalle.

"Dio, sei fatto?" Risi, cercando un contatto visivo con i suoi occhi.

"No, scherzi? Io sono un bravo ragazzo." Rise ancora, guardando altrove.

"Ho una canna, vuoi smezzarla?" Chiesi, ignorando la sua frase precedente.

"No. Vai pure a fumartela, io vado a ballare." Il suo sguardo era fisso sulla folla, cercai di individuare chi stesse guardando ma, per colpa della mia bassezza, le persone coprivano la mia visuale.

"Ciao ginger." Lo salutai, ma non ricambiò, anzi si infilò nella mucchia di gente e scomparve dalla mia vista.

Uscii di nuovo dal locale, raggiungendo le scale dove mi ero seduta una mezz'oretta prima. Accesi la canna e aspirai. Chiusi gli occhi buttando fuori il fumo. Era una sensazione bellissima, tutto intorno scomparve e c'ero solo io. Non sentii più le persone parlare, ne la musica fuoriuscire dal locale: niente.

Presi altri tiri, e una volta finita la buttai. Mi alzai e iniziai a camminare verso casa.

***

Il rumore delle pentole che sbattevano contro il pavimento, mi fece alzare di colpo il viso. La luce del sole entrava dalla finestra e chiusi gli occhi a quel contatto. Presi il cellulare dal comodino guardando l'ora. 12:30 PM. Alzai il mio corpo dal letto dirigendomi verso l'armadio. Presi un paio di jeans neri e una felpa delle stesso colore, presi l'intimo e andai in bagno.

Dopo essermi fatta una doccia, scesi in cucina e aprii il frigorifero ma lo richiusi non trovandoci niente di buono da mangiare. Andai in salotto, mio padre era seduto sul divano e guardava la tv.

"Dove sei stata ieri sera?" Chiese non staccando gl'occhi dal televisore.

"Sono uscita."

"Da quant'è che fumi erba, principessa?" Trasalii al nomignolo e incrociai le braccia al petto.

"Non fumo." Ero in piedi di fianco alla tv, con lo sguardo puntato su di lui. Lo vedevo che cercava di trattenersi, di non impazzire.

"Allora spiegami perché l'ho trovata nel tuo cassetto." Finalmente i suoi occhi furono nei mie. Riuscivo a vedere quel pizzico di delusione, mischiato con la rabbia ricoprirgli le pupille marroni scuro. Schiusi gli occhi dopo aver realizzato cosa avesse detto.

"Tu, hai spiato nel mio cassetto?" Gli puntai il dito contro.

"Perché c'è dell'erba lì dentro, cazzo!" Ignorò la mia domanda, alzando il tono della voce.

"Perché pensi che sia lì?" Alzai le mani al cielo. "Me la fumo."

Portò il suo busto avanti, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e schiuse le labbra per dire qualcosa, ma non uscì nessun suono. Aggrottai la fronte, notando i suoi occhi lucidi. Abbassò lo sguardo coprendosi il volto con le mani. Mi morsi il labbro inferiore alla sua vista.

"Sai cosa penserebbe la mamma di te, in questo momento?" Chiese, riportando lo sguardo su di me. Gli occhi iniziarono a pizzicarmi e respinsi le lacrime.

"Sarebbe così delusa." Scosse la testa, guardandomi con disgusto, mentre le lacrime contornavano i suoi occhi scuri. "Chi vorrebbe una figlia drogata, con dei pessimi voti a scuola, che per giunta si autolesiona?" Mormorò, e una lacrima bagnò la mia guancia.

"Pensi che sia così stupido eh?" Sogghigno, ritornando poi serio. "Pensi che non abbi trovato il tappeto sporco di sangue nel cestino? O che on abbia visto i tagli sulle tue braccia quan-" Lo interruppi.

"Quando mi hai messo le mani addosso?" Finì la sua frase, con voce tremante. "Quando hai abusato di me?" Continuai e altre lacrime bagnarono il mio volto. "Cosa credi che penserebbe la mamma di te, invece?" Abbassò lo sguardo, non sapendo cosa dire.

"Quella a cui serve lo psicologo sei tu." Mi scrutarono i suoi occhi pieni di rabbia e disprezzo. Mi voltai per raggiungere la porta, ma una mano afferrò il mio polso, bloccandomi. Chiusi gli occhi. Avevo paura, come quando da piccola, di notte, credetti che sotto il letto ci fosse un mostro. Solo che adesso era giorno, c'era la luce, e il mostro poteva toccarmi.

"Dove credi di andare?"

"Me ne vado, così ti faccio un piacere." Allentò la presa dal mio polso e ne approfittai per andare verso la porta.

"Tanto io sono sempre qui, principessa, ad aspettarti." Un brivido percorse la mia schiena e chiusi la porta alle mie spalle. Uscii dal vialetto iniziai a correre.


Ehiehiehi

Si lo so, il capitolo è corto (stranamente) ma aggiornerò spesso in questo periodo, visto che venerdi finisce il trimestre di scuola e non ho interrogazioni.

Volevo anche dirvi che penso di pubblicare la storia di Michael verso natale, giusto per farvi un regalino (Ho rovinato la sorpresa). E volevo anche che sapeste che la fine di "STUCK" non è lontana.

Comunque, lasciate un voto e un commento? <3

Grazie per sostenermi sempre.

#imTorn29 xx


STUCK || Ed SheeranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora