Ho disegnato un amore che sembra vero

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Liscio il vestito come a dover togliere delle pieghe, ma so che sono solo immaginarie.

Mi sciacquo il viso e le mani.Prendo un profondo respiro e cerco di farmi forza.

Trovo Simone seduto sul grande divano della suite. Tiene le mani sulla testa e i suoi singhiozzi, anche se sono attutiti ci sono sempre.

-Dov'è lui ora?- chiedo con un filo di voce.

Lui alza lo sguardo su di me ,i suoi occhi sembrano un mare in tempesta.

-Prima devo dirti cosa è successo dopo la morte di Evelyn. Marcello è tornato dell'Italia e mi ha raccontato cosa è successo tra di voi...a te ...- prende un respiro profondo e continua .

Mi siedo ai suoi piedi e prendo un cucino per appoggiarmi la schiena contro un tavolo.

Prendo le sue mani e gli faccio un sorriso malinconico e lo invito a continuare.

-La sera che siamo ritornati dall'ospedale, dopo che hanno staccato la macchina.Lui è diventato un automa, non ha versato una lacrima, non ha urlato,non si è disperato.
Dopo due giorni che ha sparso le ceneri di Evelyn nel mare , si è chiuso in casa con Chloe.
Abbiamo chiamato una tata che gli ha insegnato tutto.Come darle da mangiare, come farla dormire, come cambiarla, e tutte le cose che un genitore può e deve fare.
Ma non era lui , era un automa. Non fraintendermi non che non amasse sua figlia.
Ma lo faceva perché era sotto shock-

Simone si alza e va a prendere qualcosa da bere dal bar. Mi invita a condividere ma rifiuto . Prende il suo drink e va verso la vetrata con la vita sul mare.

-Sai che questo posto lo ha costruito in due anni ,lo ha fatto come tributo a Evelyn. Lei ci teneva molto era una sua fissa.Mio fratello è sempre stato un uomo d'affari,ha una sua linea di hotel in quattro stati,da generazioni.
Dopo la morte dei nostri genitori in un incidente aereo, lui ha 18 anni si è preso i carico il lavoro dei nostri genitori e nel frattempo si è laureato in economia e management-

Si versa un secondo bicchiere di rum.

-Dopo due mesi dalla nascita di Chole, una mattina mi chiama .Mi ricordo ancora che stavo facendo colazione,nella sua cucina.
Mi disse che sarebbe partito la stessa mattina per New York , per andare a controllare uno dei nostri hotel.Io ho cercato di fargli cambiare idea,ma testardo com'è prese l'aereo-

Mi alzo da terra e cerco di capire il discorso di Simone. Lo sento agitato nervoso.

-Cosa stai cercando di dire ...non capisco...dov'è ora Marcello? -

Lui si alza mi prende le mani e inizia a piangere silenziosamente.

-Come allora è ritornato a New York...e come allora...è entrato nelle corse clandestine-

Non capisco perché un uomo con la sua posizione cerca di fare...
Oh mio dio!!...non può essere..cerca di uccidersi.
Mi afferrò tra le braccia di Simone che cerca di sorreggere il mio peso,ma purtroppo mi accascio e diventa tutto nero...il mio ultimo pensiero va ai suoi figli...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 17 ⏰

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