6. Incontri inaspettati

24 5 11
                                    

Silvia

Francavilla è un paesino di circa 25.000 abitanti e di solito qui non succede mai granché, le persone che arrivano al lido sono sempre le stesse, i ragazzi non cambiano mai e per questo motivo ogni volta che c'è un volto nuovo i francavillesi sono pronti ad accoglierlo con tutto il loro affetto. E affettati. Molti, in effetti. Qui si mangia. Tanto.

《Tu hai avuto a vistà chi è arvut?》chiede Anna Rosa, in dialetto, a mia madre quando raggiungiamo il lido.
Anna Rosa è la moglie del proprietario, Benedetto, e ogni anno ci accoglie allegra e emozionata di vederci.

《No, 'un saccio de che chiacchi》risponde lei sempre in dialetto. Niente da fare, tanti anni a Milano ma l'accento abruzzese rimane. Anche perché credo che se tentasse di parlare in milanese Anna Rosa non capirebbe.

《È ritornata la Ambra, con tutta a famiglia. U marito è na cosa bella, nun ha n'unico filo de pancia. Hai visto come si è tirato su bene u figlio? È carinissimo. Sembra n'uscito da 'na di quei giornali de Calvino Clain. Stanno dalla zia pe' circa 'n mese. Fa n'pezzo che nun tornava. Lei sempre acida eh, ma è bello rivederla, me la ricordo 'na bambina》spiega Anna Rosa cercando di parlare il più italiano possibile.
Sono tentata di dirle che i giornali di cui parla sono di Calvin Klein e non "Calvino Clain", ma lascio perdere la questione, tanto lo sbaglierebbe lo stesso.

《Magari è lu turnu bunu ca la to Silvia s'arisolve》aggiunge poi. In poche parole ha detto che devo prendere in considerazione di intraprendere una qualche conoscenza con questo fantomatico modello di Calvin Klein per, come dice lei, "sistemarmi".

《Questo non dipende mica da me》risponde mamma guardandomi.

《No, grazie, Anna Rosa, mi sono dichiarata allergica all'amore già da tanto tempo ormai》mi affretto a dire prima che partano insinuazioni sconvenienti.

《Mà io nun parl d'amùre, mà de 'na semplìce arventùra. I'aveve tanti de chi spasimante quand'j'andave j' mare》
Eccola lì che comincia.
È il momento di andare, altrimenti comincerà a parlare di tutti gli amanti con cui si divertiva quando era giovane e io vorrei evitare di rovinarmi la vacanza così presto.

《Uh! Come si è fatto tardi! Io vado a disfare le valige, mamma, voi continuate pure a parlare》dico alle signore, guadagnandomi uno sguardo assassino da parte di mia madre, la quale non aveva tanta voglia di ascoltare le paturnie di Anna Rosa. Pazienza.

Esco dal lido in fretta e furia diretta a casa, dove saranno già papà e Simone.
Corro quasi e per poco non vado a sbattere contro un ragazzo che era fermo in mezzo alla strada che dà dalla spiaggia alle casette private.

《Oh, scusami, non...》
La frase mi muore in bocca quando noto il viso del mio interlocutore. Non può essere vero.

《Michael!》esclamo come illuminata.
Ricordo come si chiama perché quel nome mi aveva particolarmente colpito.

《Dovrei conoscerti?》chiede confuso. Ok, posso capirlo, sono diversa dal nostro pazzo incontro in corridoio. Ora ho i capelli sciolti e non porto più gli occhiali, ma il tono con cui mi ha rivolto quella frase non mi piace per niente.

《Sono Silvia, la ragazza che avevi travolto in corridoio》gli ricordo. In effetti, non posso dire di essere felice di vederlo.
《È successo neanche un mese fa》aggiungo.

《Aaaahhh! La secchiona che leggeva Orgoglio e Pregiudizio!》esclama.
Santo. Cielo.

È così che mi ricorda? La secchiona di Orgoglio e Pregiudizio? Bene.

《Sì. E tu sei il deficiente che non guarda dove corre scappando dalla preside!》dico per ricambiare la sua cortese frase.

《Che ci fai qui?》mi chiede diffidente.

《Volontariato per cuccioli di quokka》rispondo sarcastica.

《Davvero?》

《No, cretino, sono in vacanza! Tu invece... non credevo che un signorotto milanese perfettino come te scendesse nei bassifondi tra i comuni mortali. Che ci fai a Francavilla? Insomma, ti facevo più uno da Miami con Mojito e camicia a fiori》replico con un sorrisetto.

《Wow, tu sei una che il sarcasmo e l'acidità li insegnano a scuola, eh?》ribatte piccato.《E comunque, non che ti riguardi, ma sono qui per volere di mia madre, ci veniva qui da giovane. In realtà io non ci vengo da un sacco di tempo e avrei voluto continuasse ad essere così》sbuffa scocciato.
Un momento. Di solito qui di persone nuove ce ne sono poche. Lui non viene da tempo, la madre invece frequenta il posto da quando era giovane...

《Tua madre per caso si chiama Ambra?》domando di punto in bianco.

《Sì... Come lo sai?》chiede dubbioso.

《Nulla, è che qui di solito non arriva spesso gente nuova, in più sapevo dell'arrivo di una certa Ambra e... sai che c'è? Niente. È solo un mio pensiero, lascia perdere》
Avrebbe più senso fargli un disegnino per fargli capire, perché comprendo che a parole nemmeno io capirei molto.

《D'accordo. Tu sei un po' strana》
E no, non è una domanda simpatica, è proprio un'affermazione convinta.

《E tu un cretino. A ognuno le sue paturnie. Ci vediamo, Michael》lo saluto.

《Ma speriamo di no》borbotta lui.

Quando si volta rimango un attimo a guardarlo e... cazzo, Anna Rosa aveva proprio ragione sui giornali di Calvin Klein.

Un'estate di noi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora