Michael
Non ho ben capito dove andremo stasera, Mattia è stato molto criptico, ma quello che so è che ci sarà anche Silvia, il che mi rende da subito nervoso. Non è quel nervosismo che di solito si ha per la persona che ti piace, quel nervosismo in cui hai le palpitazioni e ti sudano le mani. No. Il mio è quel nervosismo del tipo che se prova a parlarmi la mando a fanculo. Ma, dato che sono una persona buona e gentile, questa sera mi tratterò.
E non perché ho notato che il padre è praticamente un ammasso di muscoli ed è alto tipo due metri, no, lo faccio perché sono una brava persona.《Si tiene ogni anno, molti la chiamano serata discoteca perché in effetti il lido tende spesso a ricreare un effetto simile alla discoteca, la gente si conosce, si scoprono nuove persone, si cerca di fare "amicizia"...》mi spiega Mattia mentre camminiamo verso il lido.
Immagino che l'"amicizia" a cui si riferisce ha ben altro che amichevole.《Capito. In pratica si incontra gente con cui scopare》riassumo.
《La finezza, signori》commenta lui.
《E quindi com'è che lo chiamate...?》domando.
《"The party", baby》risponde allargando le braccia.
《Ah, con tanto di "baby"》osservo.
《No, in realtà ce l'ho messo io quello. Mi sa che ti si addice》replica squadrandomi.
D'accordo...《Certo, come no. Siamo arrivati, giusto?》chiedo alludendo al lido davanti a noi.
Coraggio, Michael, ce la puoi fare. Sopravvivi alle peggio partite di rugby, puoi superare una serata discoteca al lido di Francavilla al mare.《Stai qui a riflettere sull'immensità delle galassie o mi raggiungi?》domanda impaziente Mattia.
A quanto pare queste serate lo entusiasmano molto più di quanto non facciano con me.
Prendo un profondo respiro.
Forza, ragazzo! Magari immaginarmi la voce rude del mio coach mi aiuterà.《Andiamo》affermo deciso.
《Sì! Così ti voglio, baby! Deciso e cazzuto》esclama Mat.
《Ok, devi decisamente piantarla di chiamarmi baby. È tremendo》
《Farò finta di non aver sentito》commenta oltraggiato.《Ora vai e trovati un'amica con cui divertirti》mi dice con tono incoraggiante.
Entro nel lido e la prima cosa che mi salta all'occhio è indubbiamente l'atmosfera "discoteca" che aleggia nell'aria, ricreata soprattutto dalla strobo in alto che pende dal soffitto e le luci colorate ad intermittenza, che rendono difficile vedere bene, dal momento che tutto il resto è nel semibuio.
Non lo nego, non sono mai stato amante delle discoteche, a dire la verità non ci vado spesso e quando accade e perché Gianfranco non ha niente di meglio da fare che trascinarmi a una delle sue serate in cui cerca di improvvisarsi dj. Fallisce miseramente ogni volta, sia chiaro, però almeno ci prova.Intravedo Silvia seduta a un tavolo poco distante da me. Indossa una semplice gonna bianca e una canottiera nera, i lunghi capelli corvini lasciati liberi sulle spalle. Semplice che più semplice non si può, eppure è magnetica. Sorride alle sue amiche, poi si alza e se ne va. Non so cosa giri nel mio cervello in questo momento, ma decido di seguirla.
Sì, abbiamo già appurato che chiaramente sono un coglione.Si dirige a passo svelto verso quello che presto capisco essere il bagno. Ha con sé una grossa borsa di tela, con la scritta "Romance Addicted" - anche se non ce la vedo proprio lei romantica - e diversi libri disegnati sopra. Si guarda intorno furtivamente, dopodiché, sparisce nella piccola stanza.
Non so cosa mi porti a farlo, ma la aspetto fuori appoggiato al muro a braccia incrociate.Evidentemente c'era qualcosa di davvero troppo forte nel caffè di questa mattina perché rimango a guardare la porta sperando che esca, ma anche se lo facesse in questo preciso istante non saprei cosa dirle. Non avrei dovuto seguirla anche perché non mi interessa ciò che fa o comunque qualsiasi cosa la riguardi. Ma allora perché lo seguita?
E perché sono ormai tre giorni a questa parte che non faccio che pensare a lei?Dal pranzo con la sua famiglia è passato poco più che qualche giorno, ma non riesco a smettere di pensare che benché non fosse la mia famiglia, e quindi gente estranea, mi sono trovato meglio di come mi trovo di solito con la mia. Nessuno sguardo giudicante, nessuno che ti guardava male... certo, le occhiate assassine del padre di Silvia non sono state piacevoli, ma anche quelle non mi hanno dato troppo fastidio.
Rifletto su questo punto e su quanto Silvia sia una bellissima stronza, quando la porta del bagno si spalanca e per poco non la prendo in pieno viso.
《Oddio! Mi dispiace tanto, le ho fatto male...? Ancora tu!》sbotta appena mi vede.
《Ciao, dolcezza》la saluto. Che cazzo dico? Che mi invento ora?
《Dovresti proprio smetterla di chiamarmi così》
《Ma se ti piace da morire》
《Certo. Ma che ci fai qua?》mi chiede diffidente.
《Ginevra e Mat mi hanno invitato e...》
《No. Che ci fai qua, davanti al bagno delle donne?》mi corregge.
Bella domanda. Vorrei saperlo anche io.《Stavo... ehm.... aspettando una ragazza》
Non è del tutto una bugia.《Ah sì?》domanda saccente, con lo sguardo di chi la sa lunga.
《Sì. Dovrebbe uscire tra poco》dico. Diamine, Silvia, va' via e metti fine a questo scempio.
《Molto strano, sai... In bagno non c'era nessuno》risponde con un sorrisetto. Cazzo.
《Ah sì, lo so, era che... ma perché perdo tempo a parlare con te?》sbotto sbuffando.
Che situazione...《Me lo sto chiedendo anche io》borbotta piantandosi le mani sui fianchi.
Solo ora noto che al posto della gonna bianca di prima ha un paio di shorts di jeans sdruciti.《Hai fatto un cambio look?》chiedo senza riuscire a mettere a freno la lingua.
Ma che diavolo ho bevuto per dire queste cavolate?《Oh, è che... io odio le gonne, ma Marta ci teneva che stasera ne indossassi una, mi dispiaceva dirle di no, ma proprio non riesco a stare in queste cose quindi mi sono portata un cambio nella borsa e... a te che ti frega?》
Diamine, dovrei imparare a stare zitto.《Nulla. Assolutamente nulla》rispondo laconico.
《Molto bene. È stato un dispiacere rivederti, Michael》mi saluta, con un piccolo ridicolo inchino.
《Dispiacere mio》ricambio.
Dopodiché se ne va, allontanandosi dal mio campo visivo.Vado al bar dove ci trovo Mattia con un'aria molto più allegra del solito.
《Ehi, amico. Tutto apposto?》mi chiede con voce strascicata.
《Sì, sì. Ho avuto uno spiacevole incontro con Miss Dolcezza》rispondo laconico.
Arriva il barista poco dopo con uno strofinaccio appoggiato alla spalla.《Che vi porto ragazzi?》ci chiede.
《La cosa più forte che hai》rispondo.
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Un'estate di noi
RomanceEstate. La stagione che tutti gli adolescenti aspettano per un anno intero, la stagione che dona un motivo per alzarsi durante le fredde mattinate scolastiche... Vi ricorda qualcosa? Ebbene sì, la storia di Giulia e Thomas continua, ma stavolta i pr...