64⭐ - @Sandra_mars

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Lista 64

PACCHETTO NOSTALGIA di Sandra_mars

Il decollo fu in un certo senso la cosa più facile

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Il decollo fu in un certo senso la cosa più facile. E non perché Martin Crooks possedesse chissà quali doti da pilota. Aveva pagato un extra piuttosto caro per fare quel viaggio nella più completa solitudine. Aveva chiesto tutti i comfort possibili, dalla tuta spaziale extra imbottita sul popò, al "pacchetto nostalgia".

Ma soprattutto aveva chiesto un I.A. che pilotasse quelle riproduzioni terrestri per lui. Non voleva aggiornare il suo chip mnemonico per farlo lui stesso. Era doloroso.

Durante il lancio dello Shuttle avvertì una leggera cacarella, che era poi diventata una gastrite, e infine un reflusso gastroesofageo. Non vomitò nell'abitacolo solo perché non sopportava l'idea di portarsi della bile ballonzolante fino a destinazione.

La traversata nello spazio invece fu piacevole, anche se era stretto come in una scatola di sardine. Gli ricordò quella crociera extracorporea a Montego Bay, odore stantio e tutto il resto.

«Quanto manca, Echo?» chiese Martin all'I.A. «Quattro ore, diciotto minuti, quarantatré secondi» la voce metallica di Echo risuonò nell'abitacolo. Martin sbuffò. Sentì un improvvisa orticaria dentro la tuta. «Diamine! Non possiamo andare più in fretta?».

«Il pacchetto nostalgia da lei scelto, prevede che il viaggio spaziale sia il più simile possibile a quello passato». La voce di Echo tradiva una certa indolenza, ma forse era Martin ad essere permaloso. «L'Apollo 11 e il modulo Eagle sono esatte copie degli originali terrestri».

Martin aveva caldo. «Lo so, non c'è bisogno di ripetermi tutto ciò per cui ho pagato!».

«A bordo del nostro Shuttle è possibile gustare delle deliziose bevande terrestri» continuò Echo «mi permetto di consigliare della camomilla. Distende i nervi».

«Diamine!» Martin cercò di levarsi la tuta, quel formicolio stava diventando insopportabile. «Echo, attiva modalità viaggio supersonico». Martin sapeva che sotto lo scafo si nascondeva la tecnologia marziana, quel viaggio alla maniera terrestre era tutta una farsa.

«Echo, mi hai sentito? So bene che c'è un iperpropulsore sotto al mio culo. Attivalo. Miss Hulu si è raccomandata di accontentarmi. Pagherò ogni extra».

Echo non rispose. Martin pensò che in fondo l'I.A. era pur sempre stata inventata da una donna.

In men che non si dica lo Shuttle sfrecciò alla velocità della luce e raggiunse la Luna.

Martin si accorse dello spostamento supersonico unicamente perché le budella gli si attorcigliarono. Prese posto sul modulo lunare per atterrare.

L'Eagle toccò il suolo leggero come una piuma. Una nube di polvere lunare si sollevò da terra e si posò sugli stivali di Martin. «Ah!Finalmente».

Sfida di Scrittura Creativa 2.0 (APERTA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora