Il risveglio di un Androide

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Tre giorni trascorsero lenti nella Torre di Giove. La stanza d'ospedale in cui Saurus riposava, ancora immerso nel liquido amniotico, si era riempita di fiori e doni; erano ossequi delle guardie, che, pur non potendo entrare nella stanza il cui accesso era precluso a Paul e al personale ospedaliero, li avevano lasciati fuori dalla porta. L'eunuco dalla chioma dorata si scoprì commosso nello scoprire quanto il suo maestro fosse in realtà amato.

All'alba del quarto giorno, Lord Am, un altro medico di tipo Sapphire e alcuni infermieri diedero il via alle operazioni per estrarlo dalla capsula. Era un procedimento delicato perché avrebbero dovuto riportarlo da un ambiente liquido a uno gassoso, cioè, svuotare i suoi polmoni dal fluido, riempirli d'ossigeno e riabituarli alla normale respirazione. Come una seconda nascita.

Paul dovette aspettare fuori. Quando, circa due ore più tardi, gli permisero di entrare, provò un grande sollievo alla vista del suo maestro finalmente disteso sul letto e libero da tubi e cavi. L'unica traccia che rimaneva di loro era qualche cerotto nei punti dove la pelle era stata forata. Il suo corpo era stato ripulito e vestito con una lunga veste celeste.

"Quando si sveglierà?" chiese a Raoul, che stava auscultando il battito del suo cuore.

"Si sveglierà quando vorrà farlo," rispose il Blondie. "Il farmaco che gli induceva il coma è stato smaltito. Ora il suo sonno è naturale."

Paul si sedette sulla sedia di fianco al letto e tese timidamente una mano per toccarlo.

"Posso?"

"Puoi."

Con delicatezza, quasi avesse paura di romperlo, posò le proprie dita sopra il suo braccio e la fece scivolare fino alla spalla. Nel percepire i suoi corti ciuffi d'onice ancora stopposi, induriti e appiccicati alla nuca per via del liquido amniotico, divenne tuttavia pensieroso.

"Si può fare qualcosa per i suoi capelli?"

L'Elite iniziava a mostrare un po' d'insofferenza. Aveva un ospedale da mandare avanti e decisamente poco tempo da perdere in questioni così futili come i capelli dell'odioso capitano delle guardie, al quale, se fosse dipeso da lui, avrebbe dato tutt'altro che cure mediche.

"Sono solo sporchi. Torneranno normali quando li avrà lavati."

"Sì, ma non sarà contento di svegliarsi e trovarli così. Sarà già abbastanza triste quando scoprirà che sono stati tagliati!" insistette imperterrito il giovane.

Aveva centrato un punto, perché per un Elite degradato era estremamente difficile accettare i cambiamenti e anche un dettaglio così apparentemente insignificante come i capelli puliti avrebbe potuto aiutare la transizione.

"Dirò all'infermiere di farti avere uno shampoo spray per il lavaggio a secco e un'apposita spazzola a setole fitte," si arrese Raoul. "Ma dovrai comunque aspettare che si svegli per applicarlo."

"Grazie," mormorò l'eunuco, tornando a sfiorare il dorso della mano di colui che amava.

***

Saurus aveva ricordi annebbiati di Giove, Raoul, Guy e Paul, che erano resi ancora più confusi dal fatto che, nei tre giorni in cui aveva dormito, la sua mente si era smarrita in sogni tutt'altro che coerenti. Mentre il suo intorno prendeva contorni definiti e riconosceva le sembianze di una stanza d'ospedale, ricordò la sentenza. 'È già stata eseguita?' si chiese. 'Non sono più un Elite?'

Seduto accanto a lui, Paul si era addormentato con la testa inclinata in avanti; un rivolo di bava gli cadeva da un angolo della bocca. Saurus se ne scoprì intenerito: non solo aveva mantenuto la sua promessa di non lasciarlo solo, ma sembrava anche essere molto stanco. Estese una mano e gli accarezzò con riconoscenza i capelli platinati. L'eunuco mugugnò qualcosa, aprì gli occhi ed esclamò con gioia:

Libro 3: Catarsi e redenzione - Risorgere dalle ceneri di HerbayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora