La quiete dopo la tempesta

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Iason non si allontanava quasi mai dal capezzale di Riki tranne quando, per suo estremo disappunto, Raoul lo invitava a uscire dalla stanza col proposito di visitare il paziente in intimità. Riuscì a ingoiare il malumore una, due, tre volte, finché un giorno, esasperato, affrontò suo fratello ad alta voce in corridoio.

"Raoul, adesso basta coi tuoi giochi! Dimmi la verità! Cos'hanno i testicoli di Riki che non vada?"

"I testicoli di Riki? Proprio niente, sono in fase di guarigione. Perché me lo chiedi?" rispose Raoul serafico, fingendo di cadere dalle nuvole. "Ti irrita forse che metta le mani sui gioielli di famiglia del tuo ex animale domestico?"

"No, mi irrita è che tu pretenda che esca dalla stanza per medicarlo!"

"Te l'ho già spiegato, è semplice prassi ospedaliera per la salvaguardia della privacy del paziente. Non c'è niente di personale."

"Privacy del paziente?" sbottò il Blondie. "È assurdo! Pensi forse che non li abbia già visti?"

Fu estremamente difficile per il neuro chirurgo mantenere la serietà. "Iason, ciò che fate nei momenti di intimità è affar vostro, ma questo è un ospedale, ci sono delle regole e non posso fare delle eccezioni in virtù della nostra amicizia."

"Raoul, esigo di vedere immediatamente i testicoli di Riki!!" gridò Lord Mink con tanta veemenza che almeno venti facce, per lo più infermieri e inservienti indaffarati che passavano di lì, si voltarono verso di lui.

"Amico mio," la tranquillità opposta del suo divertito fratello contribuiva ad aumentare il suo nervosismo. "Credo che tu stia trascorrendo troppo tempo in quest'ospedale, stai parlando in modo sconveniente e illogico. Hai bisogno di distrarti un po'. Che ne diresti di accompagnarmi per una partita a scacchi e un bicchiere di vino questa sera, dopo il lavoro?"

Col sangue che ribolliva per l'ennesimo affronto, Iason diede un mezzo giro su sé stesso e rientrò nella stanza di degenza sbattendo la porta dietro di sé.

***

Un pomeriggio, il riposo di Riki venne interrotto da alcuni visitatori. Sid e Aylin insieme a Kirie e Richie erano venuti a trovarlo. Il bambino e l'Alita si fiondarono subito euforici sul letto.

"Ragazzi andateci piano o lo romperete di nuovo," li avvertì Sid.

Fu un ammonimento vano perché era impossibile tenere a freno il loro entusiasmo. Per fortuna, erano leggeri e il loro peso non andò a infierire troppo sulle costole sensibili del malato già in buona parte curate. Mentre Riki cercava di abbracciarli entrambi contemporaneamente con l'unico braccio utile, Iason controllava che non gli mollassero accidentalmente un calcio.

"Papà, è vero che hai avuto un incidente con la moto?" gli chiese Richie, infilandosi sotto le lenzuola.

"Sì, amore, mi dispiace molto di non essere più venuto a prenderti dopo la scuola."

"Non importa, Guy, Sid, Aylin e Jenny sono molto simpatici. Mi piace stare con loro."

Riki rivolse al suo compagno di banda uno sguardo ostile; non lo aveva ancora perdonato.

"Sbaglio o avevo detto di non voler più vedere in giro il tuo brutto muso? Non dirmi che Iason non è riuscito a trovare un partito migliore di te per fare da baby-sitter ai bambini!"

L'altro sorrise rilassato. "E dai, boss, ti ho già chiesto scusa. Puoi metterci una pietra sopra, no? E poi, tu gli hai fatto il culo blu! Siamo pari!"

Il senso di colpa di Riki si risvegliò, e venne ravvivato dal fatto che anche Kirie si era infilato sotto alle coperte e aveva appena appoggiato la testa sul suo petto.

Libro 3: Catarsi e redenzione - Risorgere dalle ceneri di HerbayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora