Gli incentivi richiedono sacrifici

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Fu con estrema sorpresa che, aprendo le tende del salone per far entrare la luce del mattino, Jenny scoprì un ragazzo magro e mezzo nudo rannicchiato dietro una di esse. Ne fu inizialmente spaventata, ma dal momento che quell'esserino sembrava più impaurito di lei e non malintenzionato, desistette dal chiamare aiuto.

Kirie si era svegliato presto quella mattina e non trovando Riki al suo fianco, si era messo a esplorare la casa. La sua spavalderia era poi venuta meno non appena si era accorto che uno sconosciuto era entrato ed era corso a nascondersi. Ora, dal momento che era stato scoperto, spiccò un balzo e si mise a correre, scontrandosi contro un mobile e facendo cadere a terra un vaso e una statuina che si ruppero in piccoli pezzi.

Jenny era abbastanza perspicace da accorgersi che qualcosa era fuori dalla norma in lui; era abituata a trattare con i bambini e pensò bene di ignorarlo. Gli diede le spalle, andò in cucina e intraprese le sue faccende domestiche come se nulla di strano stesse accadendo.

Non sentendosi più in pericolo, Kirie si tranquillizzò e la curiosità prese il sopravvento. La seguì e si mise a osservare ogni suo movimento, finché, perso ogni accenno di paura, cercò di attirare la sua attenzione.

Circa un'ora più tardi, Riki li trovò entrambi intorno al tavolo della cucina. Jenny aveva preparato dei pancakes e Kirie li stava prendendo a morsi direttamente dal piatto.

"Che brava, mami Jenny, hai già fatto amicizia con lui. Ti chiedo scusa, avrei dovuto alzarmi prima e presentartelo, ma non sono proprio riuscito a svegliarmi in tempo."

"Nessun problema, ma credo che Iason non sarà molto contento. Il ragazzo era un po' spaventato e ha rotto qualcuno dei suoi soprammobili di cristallo."

"Ne ha talmente tanti che non se ne accorgerà," osservò Riki con noncuranza. "Ma nel dubbio, sarà meglio nascondere i cocci."

La donna meticcia ammiccò con complicità. "Già fatto, caro, non sono rimaste prove."

Nel frattempo, l'Alita aveva raccolto con le mani quello che era rimasto nel piatto e se lo stava spingendo tutto in bocca.

"Kirie, vacci piano! Vomiterai di nuovo se ti ingozzi così!" Riki lo ammonì.

Questi si affrettò a ingoiare, si alzò in piedi, e fece qualche passo verso di lui con le mani tese sporche di sciroppo e la chiara intenzione di abbracciarlo.

Riki si allontanò con ribrezzo. "Non pensarci nemmeno! Devi andare in bagno a lavarti!"

"Quindi è proprio il piccolo Kirie," esclamò Jenny. "Ero sicura che fosse lui. Chi altri potrebbe avere quegli occhi! Cosa gli è successo?"

"È una storia lunga," rispose l'altro sospirando. "Qualcuno ha giocato col suo cervello, non ricorda niente del suo passato ed è come un bambino piccolo. Ho pochi giorni per trovargli una famiglia prima che Iason lo faccia rinchiudere in un istituto."

Kirie guardò le sue mani impiastricciate di zucchero e si mise ad aprire e chiudere i pugni, rimanendo estasiato nello scoprire che la pelle si incollava formando fili di melassa bruna.

"Permettimi di lavarlo," disse Jenny sorridendo.

Riki acconsentì riconoscente. Una volta in bagno, l'Alita lasciò che la donna gli pulisse le mani e la faccia con abbondante acqua e sapone; indicò poi la tazza del water e si sedette su di essa. Il suo corpo non era sicuramente quello di un bambino e Jenny si sentì inizialmente a disagio nell'assisterlo in un'attività così intima e privata come la defecazione, ma gli atteggiamenti di Kirie erano talmente privi di malizia che lo fecero sembrare perfettamente naturale.

Mentre lo lavava sul bidet, notò le piaghe infiammate che sanguinarono al contatto con la spugna e non esitò a parlarne con Riki non appena tornati in soggiorno.

Libro 3: Catarsi e redenzione - Risorgere dalle ceneri di HerbayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora