Capitolo 1

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La ragazza dai lunghi capelli neri stava letteralmente correndo per quelli che erano i corridoi del castello, del suo castello, per poter in qualche modo arrivare il più velocemente possibile nella sua camera e non farsi scoprire dai suoi genitori, o meglio per non farsi scoprire dai servitori o dalle guardie che avrebbero di sicuro riferito la cosa ai suoi genitori ed era l'ultima cosa che la mora voleva.

-Kaisha- la ragazza si bloccò di colpo sospirando e stringendo le mani in due pugni con una faccia che la diceva lunga su quanto fosse arrabbiata si voltò verso il ragazzo che l'aveva chiamata e che la stava osservando attentamente -dove sei stata?-

-non sono affari tuoi- quasi ringhiò la principessa continuando a lanciare occhiate truci al fratello maggiore che sospirò.

-è ora di cena- disse semplicemente Valdemar osservando la ragazza di diciassette anni prima negli occhi per poi osservare la gonna dell'abito che Kaisha stava indossando -e il fango sull'orlo della tua gonna è una prova fin troppo evidente del fatto che sei uscita senza il permesso dei nostri genitori e...-

-oh- la ragazza bloccò il maggiore osservando attentamente la sua gonna per poi muovere la mano e grazie alla sua magia di un colore lilla così tenue quasi da sembrare rosa fece scomparire il fango dalla gonna e si premurò di fare lo stesso anche con gli stivali che stava indossando -azzardati a dire ai nostri genitori che mi hai beccata e ti lancio contro una scossa- disse poi la mora dal cui indice sinistro uscì qualche scintilla lilla.

-dove sei stata?- chiese nuovamente Valdemar raggiungendo la sorella con grandi falcate visto che dovevano entrambi andare a cenare con il resto della loro famiglia. Kaisha cercò di stargli il più lontano possibile cosa che fece storcere la bocca al maggiore ma ormai il principe era abituato a quel trattamento: nessuno dei suoi fratelli sopportava la sua presenza e non poteva farci assolutamente nulla. I tre più piccoli stravedevano tutti per Blake e Blake stesso non lo poteva vedere ergo i suoi fratelli lo odiavano. Che poi Valdemar doveva ancora capire per quale assurda ragione fosse odiato letteralmente da tutta la sua famiglia visto che gli sembrava impossibile fosse solamente per il fatto di essere il gemello di Blake.

-non sono affari tuoi- rispose secca Kaisha che ringraziò mentalmente di essere arrivata finalmente alla sala pranzo dove con passo svelto si diresse verso quello che era il suo posto tra Blake e Bauke con Blake che era seduto alla destra del re essendo il suo erede.

-oh finalmente, stavamo aspettando solo voi due- disse proprio David osservando anche l'altro figlio che si andava a sedere tra la madre e la più piccola dei cinque figli che aveva: Rhianne.

-colpa di Valdemar- disse prontamente Kaisha mentre il diretto interessato sospirava pesantemente sapendo che quell'accusa anche se non vera gli sarebbe valsa una qualche sorta di punizione -mi ha bloccata nel mezzo del corridoio mentre venivo qui per farmi fare ritardo- aggiunse poi osservando con sfida proprio Valdemar che era seduto difronte a lei.

-Valdemar un po' di rispetto per tua sorella- disse infatti il re guardando storto il figlio.

-non era mia intenzione tardare tanto padre- si trovò a dire il ragazzo che sapeva che protestare in qualunque modo o forma non sarebbe servito a nulla. Anche i suoi genitori lo trattavano come un rifiuto. Da loro però un minimo lo capiva, era stato una delusione per entrambi: il primogenito senza poteri. Fino a quando Valdemar aveva vissuto credendo di essere effettivamente il secondogenito tutto era andato a meraviglia ma poi lui e Blake avevano involontariamente ascoltato una conversazione che non dovevano ascoltare a dodici anni, una conversazione dove entrambi avevano scoperto la verità e cioè che non era Blake il primogenito. Il mondo di Valdemar era collato in quell'esatto momento e il ragazzino era stato immobile a capire quello che veramente gli stava succedendo davanti. Era stato quindi il gemello ad irrompere in quella sala chiedendo spiegazioni a gran voce.

Quello era stato il giorno in cui i suoi genitori non avevano più celato i loro sentimenti d'odio nei suoi confronti, come se l'avesse deciso di sua volontà di nascere con poteri che facevano invidia solo a un topo, e il momento in cui il rapporto stupendo che aveva avuto con Blake si era spezzato definitivamente. Il gemello aveva iniziato a evitarlo, a stargli lontano inizialmente e Valdemar non ci aveva dato troppo peso: entrambi dovevano metabolizzare quella nuova informazione. Poi però erano arrivati gli insulti, erano arrivate le accuse. Suo fratello lo riteneva capace di fare le peggio cose solo per riprendersi il suo posto di primogenito e quando Valdemar aveva capito la cosa era caduto ancora di più nello sconforto perché lui non avrebbe mai fatto volontariamente del male al gemello per una stupida corona anche se era effettivamente sua per diritto di nascita. E Blake era stato in grado anche di alimentare l'odio dei loro tre fratelli verso di lui con Valdemar che si era trovato completamente da solo e con nessuno effettivamente dalla sua parte. Tutto per un qualcosa che in primis lui e Blake non dovevano sapere e che non aveva nemmeno scelto.

-domani mattina voglio che tu risistemi tutta la nostra biblioteca- disse secco il re con Valdemar che sgranò gli occhi a quelle parole.

-ma l'ho risistemata qualche giorno fa e...-

-visto che non capisci come ti devi comportare continuerai a farlo fino a quando non ti entrerà in testa e se continui a protestare aggiungerò altre punizioni- e Valdemar decise di rimanere in silenzio infondo non ci sarebbe stato molto da sistemare, tra i suoi fratelli infatti era solo lui quello che passava più tempo in biblioteca ed era sempre attento a lasciare il tutto il più in ordine possibile. Fu un attimo e si pentì subito di aver fatto quel pensiero. Certo lui e Blake non avevano più il rapporto di un tempo ma Valdemar conosceva ogni sguardo del gemello e sapeva che quel ghigno che aveva messo su significava solo una cosa: avrebbe devastato la biblioteca quella sera per fargliela trovare completamente da rifare il giorno dopo.

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