Capitolo 26

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-Ulisses- il rosso spostò lo sguardo verso la sua destra per poter osservare Layla che quella sera si era andata a rintanare nel suo letto dopo un incubo. Succedeva spesso alla bambina e Ulisses lasciava sempre la porta aperta per permettere a Layla di entrare nella sua camera in caso di bisogno e rifugiarsi sotto le coperte. Era rimasta abbracciata a lui in completo silenzio per un bel po' di minuti, come faceva solitamente prima di addormentarsi.

-dimmi Layla-

-dov'è Val?- domandò quasi innocentemente e Ulisses rimase spiazzato da quella domanda perché era certo di non aver detto il nome del principe alla sua sorellina.

-di chi stai parlando? Chi è Val?- le chiese curioso.

-il ragazzo moro che era con te due settimane fa...mi ha detto di chiamarlo Val- sussurrò Layla con occhi lucidi -mi ha mentito?- e Ulisses sorrise alla sorella.

-no tesoro- scosse la testa Ulisses -si chiama Val- confermò alla rossa che ritornò subito felice dopo quella conferma appena ricevuta -ma non dire quel nome davanti a papà okay? È complicato- aggiunge anche se il maggiore non volveva far altro che sorridere perché il suo ragazzo non aveva mentito alla sua sorellina e quello era anche un altro indizio che fece capire ad Ulisses che con tutte le probabilità se non fosse stato imprigionato in quella maledetta caverna Valdemar gli avrebbe detto di essere l'altro gemello e non Blake.

-e dov'è? Sono due settimane che non lo vedo. Mi piace, è divertente e si vede che è come te- continuò la bambina -mi piace come tuo ragazzo-

-ah si? Quindi ho l'approvazione della mia sorellina?- quasi rise Ulisses a fare quella domanda alla bambina che annuì. Ma sotto sotto era davvero felice che Valdemar piacesse a Layla.

-non mi hai ancora risposto però...dov'è?-

-è complicato Layla- sospirò Ulisses -ma farò di tutto per portarlo di nuovo al mio fianco su questo non devi dubitare e anzi...devo trovare anche un modo per tenere al sicuro te-

-papà ti ha ricattato di nuovo con me vero?- sussurrò la bambina quasi con le lacrime agli occhi.

-non devi preoccuparti Layla riuscirò a tenere entrambi al sicuro- in realtà il rosso non ne era ancora del tutto sicuro ma doveva farsi vedere sicuro dalla sorella in quel momento perché sapeva che la bambina altrimenti si sarebbe data tutta la colpa di quella situazione.

-va bene...buonanotte Ulisses-

-buonanotte mia piccola principessa- e Ulisses cercò di addormentarsi stringendo a se la sorellina cercando allo stesso tempo di non pensare a quanto potesse star soffrendo il freddo Valdemar completamente da solo e incatenato in quella maledetta grotta.

Il ragazzo alla fine riuscì ad addormentarsi e dormì solo per poche ore ma quando si svegliò la preoccupazione per Valdemar fu tanta visto anche il mezzo incubo che aveva fatto che si decise ad andare a trovare il moro. Era una settimana buona che non lo vedeva, precisamente da giorno in cui lo avevano portato nella caverna nei sussurri, e aveva tremendamente bisogno di dirgli che sapeva chi fosse e che sarebbe sempre stato dalla sua parte. Il rosso lasciò un bacio sulla fronte di Layla, che stava ancora bellamente dormendo nel suo letto e prese il suo mantello per potersi incamminare verso la caverna dei sussurri. Suo padre a quell'ora di certo non era già sveglio e lui doveva assolutamente approfittarne. Cercando si scansare tutte le guardie del palazzo, e riuscendoci, uscì dallo stesso con il cappuccio in testa, per coprire l'ammasso di capelli rossi fin troppo riconoscibile, e si diresse verso la caverna. Fu fortunato anche a non trovare le guardie davanti all'ingresso e ringraziò il cielo di essere arrivato proprio al momento del cambio di guardia. Solo quando fu dentro la caverna decise di togliersi il cappuccio dalla testa e camminò a passo svelto per raggiungere il suo ragazzo e gli si raggelò il sangue nelle vene. Valdemar era in ginocchio con le mani dietro la schiena legate e la testa bassa. Il petto gli si abbassava e alzava regolarmente ma la quantità di tagli presenti sul corpo del ragazzo con anche grumi di sangue rappreso erano troppi.

-amore- sussurrò Ulisses conscio che l'altro lo avrebbe sentito mentre si avvicinava e infatti Valdemar alzò lo sguardo azzurro su di lui per guardarlo con odio.

-cazzo vuoi- gli disse con voce roca mentre Ulisses si inginocchiava al suo fianco e gli controllava il volto.

-mi dispiace- gli sussurrò -è vero che il piano di mio padre era uccidere il principe Blake e io ero d'accordo con quei due cretini ma...ma ti amo- doveva dirgli quelle parole -ho cercato di far ragionare mio padre ma quello che ho ottenuto è stato solo il scegliere tra te e Layla...- Valdemar lo stava fissando quasi impassibile come se non gli importasse minimamente niente -ho dovuto scegliere mia sorella ma ti giuro che troverò un modo per liberarti da qui amore mio, dopo aver messo al sicuro Layla-

-e dovrei fidarmi nuovamente di te-

-so che...so che è difficile ma credimi quando dico che ti amo e sono dalla tua parte...non lascerò che mio padre ti uccida-

-certo come no, sono stufo di credere alla gente che mi mente per un secondo fine-

-Val dammi una seconda possibilità, ti prego- sussurrò Ulisses e vide il moro sgranare gli occhi.

-come mi hai chiamato?-

-Val...è il tuo nome no?- sorrise leggermente Ulisses -lo hai detto a mia sorella e poi...- Ulisses chiuse un momento gli occhi, doveva far capire a Valdemar che poteva fidarsi di lui -Lawson era un nostro complice nel vostro castello. Quando ti abbiamo catturato ha iniziato a sclerare e dire che non potevi essere Blake e cose del genere, era infuriato a morte che io ti avessi toccato come aveva fatto lui, e mi ha detto della voglia-

-e tu?- sussurrò Valdemar terrorizzato da quella risposta anche se sotto sotto era felice che Ulisses fosse ancora li, al suo fianco chiamandolo amore, anche se sapeva la verità.

-e io con orgoglio ho detto che non l'avevi e che eri Blake. Se mio padre scopre chi sei realmente ti ammazza senza pensarci ed è l'ultima cosa che voglio amore mio- disse serio Ulisse e vide gli occhi azzurri dell'altro diventare lucidi. -ti giuro che ti salverò- continuò Ulisses sentendosi autorizzato a lasciare un bacio sulle labbra di Valdemar, Valdemar che non si sottrasse a quel contatto.

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