-che hai fatto?- Valdemar alzò lo sguardo dal piatto vuoto che si era messo a fissare in attesa dell'arrivo dei loro genitori per poter osservare curioso e confuso Kaisha che gli aveva appena rivolto quelle parole. Strano ma vero quel giorno erano presenti prima dei genitori solo loro principi, anche se nemmeno Blake era li con loro cosa parecchio strana visto che arrivava sempre prima dei genitori e nemmeno la sera prima a cena si era presentato.
-non ti capisco Kaisha- disse tranquillo Valdemar anche perché era più che certo di non aver fatto assolutamente nulla quindi non riusciva davvero a capire le parole della sorella minore.
-a Blake- sbottò Kaisha continuando a fissarlo negli occhi -non si è presentato ieri a cena e oggi a colazione nemmeno per non parlare del fatto che non sono riuscita ad entrare nella sua camera prima dell'ora di pranzo. Cosa hai combinato? Sono certa che ci sei tu dietro tutto questo- e la ragazza prese uno dei coltelli posizionati sulla tavola per poi puntarlo verso il fratello maggiore che sospirò.
-non ho fatto nulla- disse serio Valdemar -e non so perché Blake non è qui ma non è stata colpa mia-
-certo come no. Hai provato ad ucciderlo nuovamente non è vero? E ci sei quasi riuscito!-
-quando mai ho provato ad uccidere il mio gemello!- protestò Valdemar alzando leggermente il tono di voce perché davvero non ne poteva più di quel comportamento -smettetela tutti quanti con questa maledetta idea che io voglia fare del male a Blake. È il mio gemello non riuscirei mai a fargli del male- aggiunse poi con voce strozzata perché per lui era vero. Non si sentiva proprio per niente capace di fare del male a Blake, non gli riusciva a momento nemmeno a fargli uno scherzo per quanto si sentiva solo male al pensiero.
-certo come no! Andiamo vuoi il suo maledetto trono! Ti senti in difetto perché sei il secondo e vuoi il suo trono-
-se mai mi sento in difetto perché rispetto a tutti voi non ho poteri- sbottò Valdemar -ma non cercherò mai di togliere il mio gemello dal trono. Al regno serve qualcuno con dei poteri forti che possa mantenere la stabilità e non di certo uno come me. Prendere il suo trono è l'ultima cosa che voglio e sembra che sia davvero l'unica cosa che non riuscite a capire- ringhiò ancora e sentì Rhianne al suo fianco irrigidirsi leggermente. Un po' gli dispiaceva aver fatto preoccupare la sorellina ma non ne poteva davvero più di quella situazione.
-certo come no...se gli hai fatto del male giuro che...-
-ragazzi- Kaisha venne interrotta dall'ingresso dei loro genitori nella sala da pranzo e non avevano un'aria propriamente felice cosa della quale si accorsero tutti e quattro i figli e rimasero in completo silenzio aspettando che continuassero -oggi niente pranzo insieme...vi sarà servito nelle vostre camere- continuò il re sospirando pesantemente.
-ma...e Blake? Tutto bene?- chiese Kaishi lanciando poi un'occhiataccia verso Valdemar.
-si, tutto bene, vostro fratello è solo stanco per i suoi impegni- tagliò corto David cosa della quale però si accorse solo Valdemar e capì fosse successo qualcosa, qualcosa di grosso.
-quindi andiamo a mangiare in camera? Perché?- domandò Bauke curioso.
-necessità!- tagliò ancora una volta corto David -tutti nelle vostre stanze subito- e batté le mani per chiamare i servitori che iniziarono ad accompagnare i vari principi -non tu Valdemar- aggiunse il re e il moro si bloccò a pochi passi dalla sua sedia.
-che succede? Che è successo a Balke?- domandò serio una volta che i suoi fratelli furono lontani per poter ascoltare le loro parole.
-perspicace come sempre- sussurrò Nina in direzione del figlio.
-dammi il braccio sinistro- disse serio David e Valdemar espose il braccio allungandolo verso il padre che gli mise due dita sul polso mentre una luce verde le contornava -sei stato nelle cucine negli ultimi due giorni?-
-no-
-sei per caso andato nella camera di tuo fratello?-
-no-
-hai complottato contro di lui?-
-no-
-intendo contro di Blake, il tuo gemello-
-no padre- e dopo quelle parole l'uomo tolse le dita dal polso mentre Valdemar lo osservava curioso. Gli aveva appena fatto un interrogatorio a sorpresa di quelli che faceva solo ai criminali peggiori. Era grazie ai battiti del cuore che avvertiva amplificati attraverso il polso grazie ai suoi poteri che poteva capire se le risposte erano la verità oppure no. Valdemar non lo aveva visto mai usarlo contro di loro, mai. Erano sempre i criminali quelli che venivano interrogati in quel modo e doveva davvero essere successo qualcosa di grave a Blake se il re era ricorso ad usare un metodo del genere sul suo stesso figlio.
-sei sincero- disse sorpreso David.
-che è successo a Blake?-
-vieni con noi e non dire una parola ai tuoi fratelli- rispose semplicemente David camminando a passo svelto seguito dalla moglie e dal primogenito. Valdemar però era un fascio di nervi: era successo qualcosa al gemello e i suoi genitori non volevano parlargli cosa che lo metteva ancora più in ansia. Il suo gemello non era morto vero? Il ragazzo prese un profondo respiro con il cuore che gli batteva a mille ed entrò insieme alla coppia reale in quella che era la camera del gemello, nella quale non entrava ormai da anni (da quando avevano scoperto entrambi la verità), e quando vide Blake sdraiato nel letto ma vivo e vegeto si concesse di sospirare di sollievo. Blake in camera non era da solo ma con lui era presente Juan, il loro medico, che stava visitando il ragazzo attentamente.
-TU!- urlò Blake quando vide il gemello -sei contento di quello che mi hai fatto?-
-io non...-
-Blake tuo fratello non c'entra- lo bloccò David storcendo la bocca.
-certo che è stato lui! Come sempre! È colpa sua e deve pagare-
-Blake l'ho interrogato come faccio con i criminali...non è stato lui- bloccò qualunque protesta il re anche se Valdemar fu certo di vedere scetticismo negli occhi del gemello rivolto verso di lui: a quanto pareva Blake non si sarebbe mai fidato.
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Losing the Light
FantasyValdemar pensava che la sua vita non potesse essere peggio di quello che viveva ogni giorno tra i fratelli che lo odiavano senza apparente motivo e i genitori che lo vedevano solo come un erede mancato. Scoprirà però a sua spese di non aver ancora t...