Capitolo 11

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Erano andati a trotto per solo pochi minuti prima che Valdemar vedesse ghignare la sorella per preannunciarli la sua partenza al galoppo.

-ma guarda un po'- sussurrò con un mezzo sorriso Valdemar -la mia sorellina ha la mia stessa passione per la corsa e io manco lo sapevo- una lacrima gli rigò il viso -era questo che facevi ogni volta che sparivi vero Kai?- sussurrò più a se stesso che alla sorella che probabilmente era già troppo lontana per poterlo anche solo sentire. -Keki so che non sono Blake ma te la senti di raggiungere mia sorella e Riha?- domandò al cavallo sperando che lo capisse. E Keki non ci pensò due volte prima di aumentare autonomamente la sua andatura e Valdemar sorrise -lo prendo come un si- rise il moro prima di spronare le redini e mettersi in modo tale da poter andare molto più veloce. Erano anni che si allenava con Sun, il suo cavallo dal manto ambra, ed era certo di poter raggiungere la sorella in pochissimo tempo.

Keki non sembrò lamentarsi minimamente della velocità che il suo cavaliere momentaneo stava richiedendo e in men che non si dica Valdemar raggiunse la sorella.

-sei lenta Kaisha- le urlò dietro attirando l'attenzione della ragazza nell'esatto momento in cui la sorpassava e aumentava ancora di più la velocità. Kaisha rimase a fissare la schiena del fratello sconvolta perché mai Blake le aveva mostrato di voler rispondere al suo guanto di sfida. Quelo giorno però sembrava di verso e fu stranamente felicissima della cosa spronando a sua volta Riha dando inizio a quella che era una gara con i fiocchi. La gara finì dopo aver sorpassato la quercia presente abbastanza vicino alle scuderie e Valdemar fece rallentare il suo cavallo per aspettare la sorella che era rimasta parecchio indietro.

-sei stato molto bravo Keki- sussurrò il moro al cavallo accarezzandolo sul collo e il cavallo nero parve apprezzarlo.

-da quando sei così veloce?- disse Kaisha raggiungendo il fratello -e poi di solito non vuoi mai competere e...sei un mostro-

-evito di farlo solitamente ma questo non significa che non mi piaccia. E poi...oggi potrebbe essere l'ultima cavalcata insieme a te e non mi sono voluto trattenere...avresti preferito vincere?-

-certo che no! Non ho bisogno della tua pietà...preferisco perdere-

-sei bravissima comunque, qualche altro anno e potresti anche battermi- rise Valdemar per poi scendere dal cavallo seguito a ruota da Kaisha e portare entrambi nei loro box della scuderia non prima di aver dato loro da bere e da mangiare visto tutta l'attività che avevano fatto fare loro.

-devi davvero andare?- si trovò a chiedere Kaisha preoccupata.

-è il mio dovere sorellina- le ricordò Valdemar guardando un momento verso Sun mentre si incamminavano per raggiungere il castello e si fermò -Kaisha- la richiamò e la sorella lo guardò confusa -potresti cavalcare anche Sun-

-ma è il cavallo di Valdemar- sbottò la mora confusa.

-lo so ma se a lui non dovesse più servire...sono certo che con la passione che hai si troverebbe benissimo con te- continuò il moro osservando il suo cavallo e lo vide sbuffare ma comunque piegare la testa. Stava cedendo volontariamente il suo cavallo alla sorella perché se veramente non fosse tornato preferiva che restasse nelle mani di qualcuno che poteva farlo correre all'aperto proprio come piaceva a Sun.

-oh...okay allora, anche se io sono molto minuta rispetto a lui e non so se riuscirei a cavalcarlo-

-è un cavallo intelligente...ci riuscirai- concluse Valdemar facendo poi cenno alla sorella di ritornare nel castello e così fecero fianco a fianco.

-dov'eri finito- i due si bloccarono solo quando videro il padre raggiungerli -devi partire e tu signorina perché sei sporca di fango?-

-abbiamo cavalcato- disse serio Valdemar e vide lo sguardo del padre farsi di fuoco -avevamo entrambi bisogno di farlo ed era con me, al sicuro-

-non ammetto altri comportamenti di questo genere...non si esce dal castello chiaro?- urlò il re e Kaisha abbassò la testa annuendo per poi andare verso Valdemar e abbracciarlo.

-fa buon viaggio e sta attento- Valdemar annuì semplicemente stringendo a se la sorella quasi con disperazione mentre si godeva uno dei pochi gesti di affetto che finalmente stava ricevendo anche se la ragazza pensava di star abbracciando Blake.

-ora devo andare, fa la brava- le disse lasciandole un bacio sulla fronte -e ricorda quello che ti ho detto poco fa riguardo Sun okay?- Kaisha annuì anche se non comprese come mai Blake avesse nuovamente uscito quell'argomento dal nulla. Infondo non era Valdemar quello che stava per non tornare a casa. Valdemar sorrise un'ultima volta alla sorella prima di incamminarsi insieme al padre verso l'ingresso del palazzo dove lo avrebbe aspettato la carrozza con la sua scorta.

-se le hai detto qualcosa del nostro piano ti...-

-mi ha abbracciato papà...è chiaro come l'acqua che mi crede Blake. I miei fratelli mi odiano e mi vorrebbero morto...non mi abbraccerebbero mai anzi mi avresti trovato sanguinante probabilmente- non lo lasciò finire Valdemar incrociando le braccia al petto.

-ora la fai tragica-

-no, semplicemente sto dicendo come stanno realmente le cose. Chiedi loro cosa mi farebbero se ne avessero l'opportunità se proprio non ci credi-

-continuo a dire che esageri, perché mai dovrebbero avercela con te?- alzò gli occhi al cielo David stufo di quell'argomento.

-perché per loro sarei capace di far del male al mio stesso gemello per l'invidia. Ve l'ho detto anche ieri l'unica cosa che volevo era un fratello che fosse al mio fianco nulla di più. Blake li ha convinti tutti che io voglio il suo trono cosa non vera perché sono perfettamente consapevole che una nullità come me non potrebbe essere utile a questo regno nemmeno volendo. Sarei una preda facile, qualcuno che si può uccidere facilmente perché senza poteri e il regno cadrebbe nelle mani sbagliate. Nessuno di voi però sembra capirlo e...e io spero davvero che quello a cui sto andando sia veramente un tentato omicidio nei confronti di Blake in modo tale da morire e sparire da questo mondo orribile- finì di dire il ragazzo non aspettando una risposta del padre ma raggiungendo velocemente la carrozza e salendoci sopra.

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