Capitolo 24

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-tutto bene?- sussurrò Valdemar preoccupato in direzione di Ulisses che stava camminando al suo fianco ma aveva lo sguardo piantato sulla neve sulla quale stavano camminando e non sembrava minimamente intenzionato a parlargli. Sapeva, avvertiva che c'era qualcosa che non andava fin dal momento in cui il rosso era tornato a prenderlo insieme a quello che era Sir Scott: era rimasto in silenzio e con sguardo cupo. Poi Sir Scott gli aveva detto di volergli mostrare uno dei posti più suggestivi di Andervault e il moro aveva salutato la sorellina di Ulisses per poi seguire i due all'esterno facendosi dare un mantello molto più pesante.

-si- disse in un sussurro Ulisses e Valdemar sospirò capendo che il suo ragazzo non gli stesse dicendo la verità ma decise anche di non insistere perché con tutte le probabilità il motivo per il quale non voleva parlargli era la presenza del padre con loro.

-eccoci- disse Sir Scott e Valdemar osservò quella che a tutti gli effetti era l'entrata di una caverna davvero molto buia -questa mio principe è la Caverna dei Sussurri-

-è agibile?- domandò leggermente dubbioso Valdemar.

-certo, solo con i giusti permessi ovviamente- rispose l'uomo facendo cenno al ragazzo di seguirlo e si avviò per primo. Valdemar fece per seguirlo visto che anche i soldati avevano iniziato ad entrare nella caverna ma sentì le dita di Ulisses stringergli il polso.

-scusa amore- gli sussurrò con un tono di voce quasi impercettibile e Valdemar rimase leggermente sorpreso da quelle parole perché non le capì ma seguì il rosso all'interno dell'altro. Ci mise un bel po' per abituarsi a tutta quella oscurità nonostante ci fosse ogni tanto appesa qualche torcia. Quando si abituò del tutto erano arrivati al centro dell'altro e quello che vide lo fece gelare perché sembrava un luogo dove qualcuno era stato imprigionato e torturato.

-cos...-

-benvenuto nella vostra nuova sistemazione principe Blake- gli disse ghignando Scott e Blake lo sguardò con occhi sgranati mentre avvertiva venir meno la presa di Ulisses. Non rimase ovviamente libero ma venne prontamente legato dai soldati di Sir Scott e messo in ginocchio.

-cosa volete da me?-

-vendetta principe, sono stato relegato in questo angolo sperduto del regno di Vesh e non solo sono isolato da tutto e tutti ma la gente qui muore anche di stenti e io mi devo addossare tutte le colpe. Fino a quando il re non deciderà di aiutare il regno o ancora meglio cedermi la corona tu rimarrai alla mia mercè. Preparati principino perché a chi lo ha subito prima non è piaciuto per niente-

-cos...- le parole morirono in gola a Valdemar prima di avere il coraggio di voltarsi verso Ulisses -mi sono fidato di te, avevi la mia vita nelle tue mani e tu...mi tradisci così? Dopo tutto quello che...- gli occhi gli erano diventati completamente lucidi anche perché ancora una volta la persona che amava gli voltava le spalle.

-Blake io...-

-vaffanculo- gli disse semplicemente il principe voltandogli le spalle e Ulisses si sentì morire. Sapeva che avrebbe avuto una reazione del genere ma faceva comunque male vederlo.

-andiamo principino, Ulisses sapeva fin dal primo momento che eri la sua preda- rise Scott e Ulisses lo maledisse.

-ovviamente- sussurrò Valdemar e quel sussurro fece ancora più male ad Ulisses perché non era la verità ma l'altro ci credeva ciecamente per quello che gli aveva detto di aver passato. -comunque non otterrete nulla dalla mia prigionia qui. Mio padre può anche lasciarmi morire ha una discendenza- disse schietto Valdemar che iniziava ad avere la consapevolezza che sarebbe morto in quella maledetta caverna.

-oh ma il vostro stupido gemello non ha i tuoi stessi poteri forti non potrà mai essere l'erede- rise Scott.

-tu non conosci mio padre: ha poca considerazione di me e non verrà mai a cercarmi- scosse la testa il moro.

-ciò non ci farà desistere dal provarci. Sei comunque l'erede al trono e non puoi morire nel nostro territorio? Se poi non vuole proprio collaborare gli manderemo un pezzo alla volta del tuo corpo- rise Scott mentre Ulisses rabbrividiva al solo pensiero e sperava di riuscire a portare velocemente in salvo Layla per poi salvare anche il suo ragazzo. Non doveva morire li, si erano ripromessi che sarebbero rimasti insieme ed era intenzionato a mantenere quella promessa con l'altro. Probabilmente sarebbe stata dura far si che Blake si fidasse nuovamente di lui ma ci avrebbe provato.

-puoi mandargli il mio corpo in quanti pezzettini vuoi ma non avrai mai la risposta che desideri. Mio padre mi odia e mi lascerà morire più ce volentieri credimi- quasi quasi Valdemar ebbe l'idea di rivelare di essere il gemello sbagliato, mandato al posto di Blake per qualunque evenienza, ma si trattenne dal dirlo. Tanto che doveva morire si sarebbe divertito a vedere gli sforzi inutili dei coglioni che aveva difronte per poi rivelare di essere Valdemar.

-questa tattica di far finta di non essere importante non ti aiuterà a salvare la pelle principino-

-ma io non voglio salvarmi la pelle, ormai ho accettato il mio destino visto che mi fido sempre delle persone sbagliate, ma per avvisare voi che sarà tutto inutile, potete credermi oppure no- alzò le spalle per quanto poteva con le mani legate dietro la schiena il moro.

-padre potrebbe avere ragione, il re ha chi scegliere tra i suoi figli per un erede e poi potrebbe distruggerti- provò a dire Ulisses sperando che il padre desistesse dal completare quel piano.

-smettila Ulisses- alzò gli occhi al cielo Scott -non volendo mai rischiare non otterrai niente. E devi anche imparare a capire quando le persone ti stanno mentendo come in questo caso. Mi sorprende come tu sia riuscito ad ingannare il principino per portarlo dalla tua parte...ma forse ha giovato solo il fatto che sei un patito del sesso- rise Scott mentre Valdemar storceva la bocca conscio che era iniziato tutto per colpa sua che si era lasciato andare con quel maledetto rosso.

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