Valdemar con molta calma aprì gli occhi mentre voleva semplicemente dormire all'infinito e non svegliarsi più. Aveva ceduto, aveva ceduto a quel pazzo di Scott e si era fatto controllare da lui. Non si ricordava quasi niente di quello che era successo sotto il controllo dell'uomo solo che a un certo punto aveva sentito come se Ulisses fosse in pericolo di vita e si era ribellato al controllo di Scott.
-ehi- Valdemar riconoscendo quella voce alzò lo sguardo e sorrise in direzione di Ulisses che lo stava tenendo tra le braccia. Poi si guardò intorno e non ci mise molto a riconoscere quella come la sua camera, che entrambi erano stesi nel suo letto con Ulisses che non sembrava minimamente scosso dalla cosa diversamente da lui. Valdemar riportò lo sguardo su Ulisses che lo stava guardando senza dire una parola ma accarezzandogli la schiena con calma. E fu allora che Valdemar si accorse che sul lato desto del volto del rosso era presente una piccola cicatrice a forma di saetta.
-questa cicatrice...è colpa mia?- domandò con voce roca portando una mano sul volto di Ulisses. Il rosso gli sorrise mettendo una mano sopra quella del ragazzo.
-non devi preoccuparti, è piccola e poi è anche un ricordo del fatto che ti ho quasi perso per colpa mia- disse il rosso che nemmeno se ne era accorto di averla la prima volta che si era rivisto allo specchio, era stato Blake a fargliela notare e scusandosi con lui -e poi se proprio vogliamo trovare un responsabile quello è Blake- continuò e vide il moro tra le sue braccia sospirare.
-mi odiano adesso non è vero?- domandò quasi titubante Valdemar -li ho quasi uccisi tutti...o li ho uccisi veramente? Quando mi sono ripreso riuscivo a vedere solo te e non so...con quell'esplosione...-
-stanno tutti bene e vivi, tuo padre è ferito alla spalla e tuo fratello è un po' bruciacchiato ma sono tutti vivi- dire che Blake era leggermente bruciacchiato era un eufemismo visto quanto realmente gravi si erano mostrate le condizioni del principe quando lo avevano fatto controllare ma Ulisses non voleva far preoccupare troppo Valdemar.
-questi poteri mi spaventano- sussurrò allora Valdemar -li sento che scorrono dentro di me e sono più forti di quanto avessi mai immagino-
-imparerai a controllarli...si sono svelati molto tardi e hai bisogno di ricominciare tutto d'accapo-
-tuo padre sapeva come sfruttarli però visto quanto mi ha fatto fare e mi ha anche tolto la maledizione alle gambe-
-be' l'aveva preparata lui per tuo fratello quindi sapeva come scioglierla- rivelò cautamente Ulisses, era inutile ormai mentire al ragazzo che aveva tra le braccia.
-credo di averlo ucciso quando mi sono liberato dal suo potere-
-lo so- sussurrò Ulisses lasciandogli un bacio sui capelli -e non mi importa, era malvagio e meritava quella fine-
-ho paura che possano fare del male anche a te- se ne uscì dopo un po' il moro con occhi lucidi e stringendo meglio l'altro a se.
-non lo faranno- cercò di dire Ulisses -tuo fratello sembrava anche convinto di volermi lasciare Andervault-
-Blake vuole lasciarti Andervault? Perché?-
-si è fidato di me dal primo momento che mi ha visto perché mi aveva riconosciuto dai tuoi ricordi...il motivo per cui sono qui è che tuo fratello si è impuntato con i vostri genitori per non lasciarti da solo-
-Blake?- domandò confusissimo Valdemar e il rosso annuì -Blake ha fatto una cosa del genere? Ma se mi odia a morte e...-
-dovete parlarvi- lo bloccò Ulisses -seriamente. Ha sbagliato con te e lo sa ma vuole rimediare...credo che farsi un viaggetto nella tua mente gli abbia aperto gli occhi-
-uh- fu il solo commento di Valdemar -posso avere un bacio?-
-tutti i baci che vuoi amore mio- rise Ulisses piegandosi leggermente per lasciare un bacio sulle labbra del suo principe che rispose immediatamente al bacio con un sorriso sulle labbra. Quei baci gli erano mancati da morire.
-ho bisogno anche di te- sussurrò ancora il morso strusciandosi leggermente contro il rosso -non lo facciamo da tanto e ne ho davvero bisogno-
-mi tenti così- ridacchiò ancora Ulisses scendendo con la mano che era sulla schiena di Valdemar verso il suo sedere ma entrambi i ragazzi si bloccarono perché qualcuno aveva bussato alla porta della camera. Valdemar sbuffò ma sapeva di non poter non rispondere.
-si?- domandò non staccandosi comunque dall'abbraccio con il suo ragazzo.
La porta della camera si aprì leggermente e fece capolino la testa di Kaisha. La mora quasi titubante entrò nella camera per poi sorridere con le lacrime agli occhi nel vedere il fratello sveglio.
-oh Val- sussurrò lei chiudendosi la porta alla spalle e raggiungendo il fratello, sotto lo sguardo sconvolto di quest'ultimo per essere stato chiamato in quel modo dalla sorella, sedendosi sul letto -come ti senti?-
-intontito ma bene- rispose sinceramente il moro -da quando tu...mi parli così?- non riuscì a non chiedere alla sorella alla quale uscirono altre lacrime che fu velocissima ad asciugarsi.
-ecco...non avevo notizie di Blake da settimane e tu eri scomparso dai pasti quindi ho seguito papà per capire cosa stesse succedendo e ho scoperto che eri tu il ragazzo con cui avevo cavalcato quella mattina e io...ho capito che non conoscevo minimamente uno dei miei fratelli ed era anche quello che sembrava avere le mie stesse passioni. Mi dispiace tanto-
-non è colpa tua, non del tutto- sussurrò Valdemar osservando la mora.
-lo so ma mi sono sentita comunque una cretina e...ho fatto cavalcare Sun ogni giorno...in realtà cavalcavo con lui per non pensare al fatto che potessi essere morto-
-sei riusciti a montarlo senza problemi?- domandò Val allungando una mano per stringere quella della sorella e lei rispose alla stretta.
-si, come hai detto tu è un cavallo intelligente...quando ti riprenderai...possiamo di nuova gareggiare?-
-certo sorellina, tutte le volte che vuoi- confermò Valdemar e la ragazza si fiondò letteralmente tra le sue braccia e il moro ricambiò molto volentieri l'abbraccio con la sorella.
STAI LEGGENDO
Losing the Light
FantasyValdemar pensava che la sua vita non potesse essere peggio di quello che viveva ogni giorno tra i fratelli che lo odiavano senza apparente motivo e i genitori che lo vedevano solo come un erede mancato. Scoprirà però a sua spese di non aver ancora t...