Capitolo 33

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-come sto?- domandò Valdemar guardandosi prima allo specchio per poi voltarsi e osservare Ulisses.

-stai da dio amore- fu la risposta di Ulisses nell'osservarlo da capo a piedi -ho voglia di toglierti quei vestiti e farti mio- aggiunse poi.

-ehi abbiamo già perso tempo nella vasca- borbottò Valdemar anche se non avrebbe minimamente disdegnato un altro po' di tempo da solo insieme ad Ulisses invece di dover andare a pranzo con i suoi. Ormai si era ripreso del tutto, proprio come aveva detto Juan, e non poteva più nascondersi.

-come vuoi- Ulisses gli si avvicinò e gli lasciò un bacio sul collo esposto -sei sicuro che posso venire anch'io?-

-sei il mio ragazzo e voglio mettere le cose in chiaro con i miei genitori e...aspetta- Valdemar chiuse gli occhi cercando di concentrarsi il più possibile per usare i suoi nuovi poteri. Seguito da Ulisses in quei giorni aveva provato a fare qualche piccolo incantesimo e ci era anche riuscito. Quando riaprì gli occhi sorrise al suo riflesso e il sorriso gli si ampliò di più quando vide lo sguardo di pura sorpresa di Ulisses attraverso lo specchio. -non ti piacciono?- domandò verso il rosso.

Ulisses prese una ciocca dei capelli di Valdemar, capelli che il ragazzo si era fatto ricrescere grazie alla sua stessa magia e sorrise.

-cazzo se stai da dio amore- fu il suo commento -mi piaci ancora di più così-

-giusto per distinguermi da mio fratello anche se mi mancavano davvero tanto- spiegò il moro che ormai non si vedeva davvero più con i capelli corti.

-siete diversi-

-lo dici solo per farmi piacere-

-la prima volta che ho visto Blake ho notato subito delle piccole differenze tra di voi, anche se adesso vi differenzierete per altro- disse Ulisses tranquillo anche se aveva paura di come avrebbe potuto reagire il suo ragazzo alla vista di come era ridotto Blake dopo l'incidente.

-uh...mi hai detto che dovevamo parlarci ma non è mai venuto a trovarmi diversamente da Kaisha-

-non so il perché ma sono ancora convinto della cosa- continuò Ulisses lasciando un altro bacio sulla guancia del suo ragazzo -ora dobbiamo davvero andare però- e Valdemar annuì per poi fare strada al rosso verso quella che era la sala da pranzo. Si sentiva un po' strano a camminare per quei corridoi dopo tutto quel tempo e soprattutto con i servitori che si fermavano per inchinarsi ogni volta che lo incrociavano per i corridoi tanto che il ragazzo ringraziò il cielo di essere arrivato finalmente alla sala anche se ciò significava affrontare tutta la sua famiglia.

-ce ne hai messo di tempo- fu la frase con la quale lo salutò il padre una volta entrato nella sala. -come hai fatto a farti ricrescere i capelli?-

-la magia padre- rispose Valdemar spostando un attimo lo sguardo per poi sgranarlo. Aveva notato il gemello che gli stava sorridendo leggermente. Gemello che aveva quasi metà viso segnato da bruciature, bruciature che continuavano anche sul collo e Valdemar aveva il timore potessero andare anche oltre visto che il ragazzo aveva anche il braccio destro piegato contro il corpo in una sorta di fasciatura per bloccarlo.

-dovresti tagliarteli, sei il mio erede-

-il tuo erede?- domandò Valdemar alzando entrambe le sopracciglia -oh no l'erede al trono è Blake- disse serio.

-sei il maggiore, ufficialmente- aggiunse il re quasi a bassa voce nonostante Valdemar capì che tutti i suoi fratelli adesso sapevano la verità -e hai finalmente mostrato i tuoi poteri quindi è tuo di diritto il trono-

-no grazie- continuò Valdemar -cambiare idea in questo modo è solo da stronzi lo sai vero? Blake ha passato tutta la sua vita a studiare per essere il tuo erede e io no. Non ho nessuna intenzione di prendermi quel posto-

-è tuo di diritto-

-lo è adesso che per te ho abbastanza poteri per poter essere un re ma non lo voglio- ringhiò Valdemar.

-è un tuo dovere anche-

-oh no, non funziona questo giochetto con me. Dopo tutto quello che ho passato in questi anni mi rifiuto di ascoltare le tue parole-

-Valdemar sono ancora il tuo re e...-

-e ho più potere di te adesso- lo bloccò Valdemar e vide il padre bloccarsi -non mi fate più paura, il trono è di Blake punto- e il moro tirò Ulisses per sedersi e far sedere il rosso al suo fianco ringraziando che Rhianne avesse deciso di sedersi accanto alla madre.

-vuoi il mio posto?- chiese però la bambina e Valdemar le sorrise accarezzandole la testa.

-no tesoro, mi va benissimo questo- le rispose il moro e la bambina gli sorrise a sua volta.

-hai un potere enorme e lo sprecherai soltanto-

-non lo sprecherò padre- sbottò Valdemar -so come usarlo- ed era serio visto che ci aveva pensato parecchio nel suo periodo di riposo anche se non aveva mai detto ad alta voce i suoi pensieri a Ulisses che era certo lo stesse guardando curioso in quel momento.

-e come tesoro?- domandò Nina al figlio mettendo una mano su quella del marito per evitare che l'uomo desse inizio ad un litigio vero e proprio visto come si stava scaldando per essere stato in qualche modo sfidato dal figlio maggiore.

-andrò con Ulisses ad Andervault ed aiuterò la gente che sta morendo di fame per colpa tua- ringhiò Valdemar -quella gente d'inverno ha davvero bisogno di altre risorse e sono quasi isolati dal resto del mondo, sono certo che con i miei poteri potrei aiutarli e per le altre due regioni in difficoltà troveremo altri modi ma non dobbiamo ignorarli- Devid osservò il figlio in completo silenzio per un po'.

-e come vorresti spiegare la tua presenza li?-

-io e Ulisses stiamo insieme padre-

-è un uomo e...-

-e non mi importa nulla di quello che pensi, stiamo insieme, è il mio compagno e lo seguirò ad Andervault che deve rimanere nelle sue mani visto che sa come gestire quel regno. La questione per me è già chiusa- e fu così tanto convincente che per fortuna non tornarono più su quell'argomento.

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