-oh wow adesso sono stata invitata a queste riunioni?- disse Kaisha incrociando le braccia al petto e osservando prima i suoi genitori, poi il medico che sembrava molto spaesato di essere li e infine il fratello ancora fermo nel letto. Da quando aveva scoperto la verità non era andata nemmeno un giorno a trovare Blake anche se avrebbe potuto e lo aveva fatto solo e soltanto perché si sentiva presa in giro dall'altro: l'aveva allontanata da Valdemar senza nessun motivo apparente.
-almeno non stretti per sapere cosa succede visto che adesso sembri interessata alla sorte di Valdemar- fu la risposta del re che sospirò per poi guardare Blake -quel coglione è finito nelle grinfie di Scott di Andervault che ci ha minacciati. Ha detto che restituirà pezzo per pezzo il nostro primogenito fino a quando non gli cederemo il regno-
-quel coglione è riuscito a finire in una trappola? Non ci credo- scosse la testa Blake -alla faccia che non doveva creare disastri-
-oh certo perché adesso è colpa sua- sbottò Kaisha.
-signorina puoi ascoltare ma non...-
-non mi interessa nulla papà io parlo. Val lo sapeva che era una fottuta trappola quella riunione ma non ha potuto dire di no! Mi ha letteralmente salutata come se fosse l'ultima volta!-
-se lo sapeva perché non ha reagito?- sbottò allora Blake mentre iniziava a darsi dello stupido da solo perché lui non aveva mai pensato al fatto che quella riunione potesse essere una trappola.
-perché forse non ha i tuoi poteri Blake?- sussurrò Kaisha -perché ha anche meno poteri di me e dei nostri fratelli e non si sarebbe mai potuto difendere. Mi sorprende che non l'abbiano sgamato subito-
-io e Valdemar siamo gemelli- sussurrò Blake -hanno pensato solo all'aspetto e non ai poteri-
-tanto non gli daremo mai quello che vogliono, possono mandarmi tutti i pezzi di Valdemar non mi interessa. Ho il mio erede a casa al sicuro-
-PAPA'- urlò Kaisha con occhi lucidi -non puoi volere la morte del tuo stesso figlio!-
-è sempre stato inutile- scosse la testa l'uomo -almeno è servito ad impedire che Blake morisse-
-sei un mostro- scosse la testa Kaisha con le lacrime che le stavano rigando il volto non riuscendo più a trattenerle.
-Juan sei qui perché dobbiamo riuscire a restituire le gambe a Blake prima che quel coglione muoia-
-mio re non posso farlo se i due gemelli non sono connessi tra di loro. Anche volendo se il principe Valdemar non apre la sua mente al gemello non si può fare-
-sono stato io- disse Blake ad un certo punto con sguardo basso -ero io a non aprire la mente non Valdemar- continuò sentendo su di se lo sguardo di fuoco di suo padre su di se -avevo paura che...che scoprisse una cosa che non volevo fargli sapere e...e non ho aperto la mia mente-
-quindi il principe Valdemar diceva il vero quella volta- sussurrò Juan e Blake annuì ancora.
-sei un cretino Blake! Non hai un minimo di amor proprio? Sarebbe rimasto bloccato e non avrebbe potuto dire nulla!-
-mio principe vostro fratello morirà comunque quindi provateci no?- Blake annuì semplicemente chiudendo gli occhi e cercando di creare un contatto con il gemello anche se sapeva fossero fin troppo lontani. Ma doveva provarci anche solo per capire cosa stesse provando l'altro in quel momento. Si concentrò cercando di creare un legame visualizzando il volto di Valdemar e fu un attimo prima di sentirsi trascinare verso qualcosa.
In un attimo si trovò in quello che era il corpo del fratello ma non in quel momento. Era un momento che anche lui aveva vissuto anni prima ma che stava guardando dalla prospettiva del gemello e si sentì stranamente inadatto...no non era lui a sentirsi inadatto era Valdemar.
-tu vuoi il mio regno! Lo so!- stava urlando la sua giovane versione con rabbia verso il gemello -adesso che sai di essere il vero primogenito ti prenderai il mio regno- Valdemar scosse violentemente la testa.
-no, io non ho poteri per esserlo- disse il moro cercando di far capire al gemello di star dicendo la verità.
-no! Ora lo farai!-
E Blake avvertì tutto il dolore di Valdemar mentre sentiva quelle parole pronunciate da lui e si maledisse mentalmente. Non si era accorto in quel momento quanto il gemello stesse già soffrendo a quella rivelazione e aveva semplicemente calcato la mano. Nuovamente Blake si sentì trascinare ed ancora una volta si trovò nei panni del gemello mentre lui gli urlava contro. Sentiva le guance rigate dalle lacrime ma le visioni continuavano ad andare avanti da sole come se qualcun altro le stesse pilotando e lui non poté far altro che vedere quanto avesse sofferto in silenzio per tutti quegli anni il gemello.
-no no NO- urlò di colpo e aprì gli occhi di scatto con il cuore che batteva a mille. Si accorse di essere tornato al presente, nel suo corpo solo quando notò lo sguardo preoccupato di Juan che gli si era avvicinato.
-principe Blake sentite le vostre gambe?- Blake si era completamente dimentico del motivo per il quale aveva aperto la sua mente al gemello troppo sconvolto da quello che aveva visto.
-non lo so-
-prova a muoverle no!- sbottò suo padre quasi scocciato e Blake lo fece anche se internamente sperava che non ci fosse riuscito: non voleva togliere anche quelle al gemello.
-cazzo- disse con occhi lucidi quando si accorse che aveva nuovamente la sensibilità alle gambe.
-perché sembri così deluso? Le muovi, lo abbiamo notato tutti- disse schietto il re.
-perché il mio gemello ne ha già passate tante e anche questo è troppo- scosse la testa Blake.
-sei tu il primogenito, sei tu l'erede. Tu devi avere tutto ciò- continuò l'uomo e Blake non resistette più.
-no- scosse la testa Blake.
-BLAKE- quasi urlò David indicando con la testa verso Kaisha che stava guardando il fratello tra il confuso è il preoccupata.
-sono il secondogenito e lo avete sempre nascosto a tutti solo e soltanto perché Valdemar ha avuto la sfortuna di nascere con pochi poteri. Val ha accettato tutto in silenzio ma non significa che noi possiamo fargli questo...dobbiamo tirarlo fuori da li-
-morirà li dento e nessuno potrà contestare il tuo trono-
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Losing the Light
FantasyValdemar pensava che la sua vita non potesse essere peggio di quello che viveva ogni giorno tra i fratelli che lo odiavano senza apparente motivo e i genitori che lo vedevano solo come un erede mancato. Scoprirà però a sua spese di non aver ancora t...