Capitolo 13

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Quando Valdemar raggiunse la sala da pranzo pronto per la cena si era ovviamente aspettato che fossero già tutti presenti visto che era uscito alle otto precise da quella che era la sua camera ma rimase completamente sconvolto nel notare come la sala fosse letteralmente vuota. La tavola era si apparecchiata ma non era presente nemmeno la servitù. Guardandosi meglio intorno però notò di essersi sbagliato: non era completamente solo. Nascosto rispetto all'angolo visivo che aveva avuto non appena entrato era presente un ragazzo. Ragazzo che gli stava dando le spalle e che probabilmente non si era minimamente accorto del suo arrivo nella sala. Fece un leggero colpo di tosse per attirare l'attenzione del ragazzo.

Il rosso si voltò di colpo e Valdemar credette di star per morire: quei maledetti occhi neri erano illegali.

-oh vostra altezza- disse velocemente il ragazzo facendo un inchino bello profondo mentre Valdemar si spostava per potersi avvicinare al rosso e più lo faceva più si accorgeva quanto fosse effettivamente alto l'altro: troppo.

-ci siamo solo noi?-

-si vostra altezza- rispose il rosso alzando il capo -gli altri governatori non sono molto puntuali per i pasti-

-be' dovranno esserlo per non farmi innervosire- borbottò Valdemar che aveva una fame da lupi e poi era certo che suo padre e suo fratello non avrebbero lasciato correre quella questione -tu sei? Scusa se te lo chiedo in questo modo ma non credo tu sia uno dei governatori- si sarebbe ricordato di un ragazzo del genere. Il rosso gli sorrise leggermente.

-infatti non lo sono. Sono Ulisses di Andervault, sono qui in vece di mio padre-

-Sir Scott- disse prontamente Valdemar ricordandosi il nome del governatore di Andervault, quella che era a conti fatti l'isola del nord più fredda in assoluto del loro regno.

-esatto vostra altezza. Mio padre doveva restare ad Andevault...da noi la situazione è già critica per quanto riguarda le risorse alimentari-

-capisco- sussurrò Valdemar -da voi la neve dovrebbe già essere presente immagino- constatò poi visto che li stava scendendo proprio in quelle ore.

-da noi la neve non lascia mai la terra vostra altezza- lo corresse Ulisses ma senza cattiveria e Valdemar lo capì: il rosso gli stava solo spiegando con fin troppa tranquillità quella che era la loro situazione, situazione che lui era li per risolvere all'effettivo anche se non lo avrebbe fatto. Suo padre sembrava intenzionato a non aiutare quelle persone.

-e tu chi sei? Ulisses con chi stai parlando?- Valdemar si voltò confuso verso la persona che era appena entrata riconoscendola poco dopo come Adam di Daldradale. Sir Adam che a quanto pareva non lo aveva riconosciuto e pensare anche che aveva la corona in testa.

-con il principe Blake Adam- rispose Ulisses alzando gli occhi al cielo e fu allora forse che Adam si accorse di quello che aveva davvero detto.

-oh mi scusi vostra altezza, è stata una giornata pesante- cercò di risolvere la situazione l'uomo e Valdemar si limitò ad ignorare completamente l'uomo guardandosi intorno aspettando che arrivasse quindi anche Leonard che era l'unico che mancava visto che suo padre aveva detto chiaro e tondo che si sarebbero stati solo i governatori delle isole del nord. -vostra altezza avete già una moglie?-

-cosa?- domandò sorpreso da quella domanda Valdemar guardando confusissimo verso l'uomo che fino a poco prima sembrava essere intenzionato a cacciarlo via da quella sala.

-si: avete una moglie? O una promessa moglie?-

-no- rispose sinceramente Valdemar ed era certo che fosse lo stesso anche per il gemello altrimenti l'avrebbe saputo.

-oh...sapete ho una figlia in età da marito e voi dovreste muovervi a trovare una donna che possa darvi un'erede per poter continuare la vostra successione- e Valdemar guardò Adam sconvolto dalla presunzione che l'uomo stava mostrano anche poco velatamente volendogli offrire la figlia come moglie.

-c'è ancora tempo per una moglie-

-credetemi vostra altezza prima vi sposate e meglio è- continuò Adam tranquillo -o finirete come quello li al vostro fianco senza un'erede e con nemmeno una pretendente- sbottò in direzione di Ulisses che alzò leggermente un sopracciglio per quelle parole.

-forse ho altro a cui pensare che sposarmi Sir Adam- disse semplicemente Ulisses incrociando le braccia al petto per niente contento di quelle parole da parte dell'altro.

-certo perché sei un deviato al quale non piacciono le donne ecco perché non ti sposi- sbottò ancora Sir Adam con Ulisses che cercò di restare il più calmo possibile e non dare di matto contro l'uomo non notando di conseguenza lo sguardo sorpreso del principe al suo fianco.

Valdemar non era in realtà felice delle parole che aveva detto il governatore di Daldrasdale nei confronti del rosso ma allo stesso tempo si sentiva felice di aver scoperto che quel bel ragazzo fosse gay. Poteva provarci con il rosso? Poi si diede dello stupido da solo: non era li per provarci, soprattutto non nei panni del fratello. Per non parlare del fatto che per come era sempre sfortunato non sarebbe mai riuscito ad attirare l'attenzione del rosso seriamente. Probabilmente gli avrebbe anche potuto dire di si ma solo e soltanto perché era il principe di quel regno e non perché lo voleva seriamente.

-non credo che i miei gusti siano affar vostro Sir Adam- quasi ringhiò Ulisses e il rosso avrebbe aggiunto anche altro se solo nella sala finalmente non fosse entrato Leonard.

-oh siete già qui! In anticipo vedo- disse tranquillo il padrone di casa.

-avevate detto che la cena sarebbe stata servita per le otto sir Leonard e alle otto qui eravamo presenti solo io e Ulisses- disse con sfida Valdemar e vide l'uomo guardarlo molto confuso -deve essere molto più coerente con le sue parole la prossima volta o potrebbe non esserci mai una prossima volta. Vengo da un lungo viaggio e lo sa bene quindi mi aspetto di avere un minimo di coerenza da voi e soprattutto non gente che prova a rifilarmi una moglie solo perché vuole dire di essere imparentato con la corona- aggiunse guardando storto anche verso Sir Adam che deglutì preoccupato di quello che poteva decidere il principe ereditario.

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