Capitolo 10

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Valdemar prese un profondo respiro e si diresse verso la sala da pranzo sperando di riuscire a fare colazione in tutta calma e completamente da solo visto che non voleva fare nuovamente la parte di Blake, gli era bastata la batosta della sera precedente con Lawson e non ne voleva avere altre.

-Blake- ma il ragazzo ovviamente non poteva andare come voleva e il moro si voltò osservando Kaisha che per la prima volta gli stava rivolgendo un sorrido sincero.

-dimmi- le sussurrò osservandola attentamente mentre gli si avvicinava e si sentì anche strano quando la sorella gli posò un bacio sulla guancia.

-come stai?- chiese la mora osservandolo davvero molto preoccupata.

-sto bene...ho solo avuto troppo lavoro da fare-

-sicuro? Non è che quel bastardo di Valdemar ti ha fatto del male?- ed eccole nuovamente li quelle parole, parole che gli facevano davvero tanto male.

-per quanto sarebbe stato molto plausibile non ha fatto nulla questa volta- disse ancora Valdemar sperando che Kaisha gli credesse, che lo credesse a quel punto veramente Blake e che non iniziasse a sospettare qualcosa anche perché se la ragazza fosse venuta a conoscenza del fatto che Blake era bloccato a letto gli avrebbe dato ovviamente la colpa come tutti quanti.

-se lo dici tu- sussurrò allora Kaisha incrociando le braccia al petto -comunque mamma e papà sembrano impazziti da ieri mattina- aggiunse la ragazza leggermente preoccupata -non fanno altro che impedirci di andare in giro per il castello da soli e uscire è offlimits-

-è un periodo particolare Kaisha-

-no che non lo è! Non sta succedendo nulla di diverso dal solito quindi non capisco perché sono così-

-perché io sto per andare a una riunione completamente da solo e sono l'erede al trono- si trovò a dire Valdemar per cercare di spiegare veramente quel comportamento alla sorella -sono all'erta per la cosa e allo stesso tempo vogliono essere sicuri che nemmeno a voi accada qualcosa-

-oh andiamo come se io potessi essere l'erede se per caso ti succedesse qualcosa- alzò gli occhi al cielo la mora mentre un sorriso amaro si apriva sulle labbra di Valdemar, sorriso che la sorella per fortuna non vide.

-be' considerando che Valdemar è completamente escluso dalla linea di successione sei tu quella che prenderebbe il mio posto in caso mi succedesse qualcosa- disse serio Valdemar perché era sempre stato consapevole che lui al trono non ci sarebbe mai arrivato: troppi pochi poteri per poter essere il re forte di cui tutti avevano bisogno.

-certo come no! Quello sta complottando contro di te e lo sai benissimo anche tu visto che vuole il tuo maledetto trono! Non capirà mai che essendo il secondo non può averlo perché è tuo di diritto di nascita-

-quel coglione ha così pochi poteri che anche se ci provasse il suo regno finirebbe immediatamente- rise Valdemar conscio perfettamente di quanto fossero vere quelle parole.

-anche se fosse io continuo a dire che quando sarai ufficialmente re devi portare a termine il tuo piano originario di sbatterlo in prigione così davvero non ci da fastidio per il resto della sua vita e se ci muore li dentro è anche meglio- continuò tranquilla la ragazza senza accorgersi dello sguardo sconvolto che Valdemar non era riuscito a trattenere. Sapeva di non andare a genio ai suoi fratelli ma da lì a essere imprigionato e lasciato morire come il peggiore dei criminali ce ne voleva! Davvero il suo gemello voleva fargli una cosa del genere? Davvero sarebbe arrivato addirittura ad ucciderlo perché aveva paura potesse rubargli il regno?

Perché il gemello non gli credeva quando diceva di essere semplicemente tranquillo su quella questione e che non avrebbe mai fatto storie? Perché Blake non credeva nelle sue buone intenzioni?

-potrei non tornare indietro- disse secco Valdemar senza nemmeno sapere il perché ne stava parlando con Kaisha quando quell'argomento non l'aveva nemmeno sollevato con i suoi genitori o Blake accettando ancora una volta passivamente tutto.

-che stai dicendo Blake!- protestò la ragazza -non scherzare-

-sono serio Kaisha- sussurrò Valdemar -ho il brutto presentimento che questa riunione sia in realtà una trappola per uccidermi. Non presentarmi però non è un'opzione da considerare perché potrebbero pensare che il regno non li vuole aiutare ma non sono sicuro di tornare vivo-

-ti prego non posso resistere senza di te- disse sull'orlo delle lacrime Kaisha.

-non posso non andare- disse ancora Valdemar -e non voglio nemmeno mentirti ma ti prego non dire ai nostri fratelli quello che ti ho rivelato-

-non puoi farmi questo Blake! Se veramente proveranno ad ucciderti Valdemar ghignerà e sarà felice della cosa e...-

-no, perché tu glielo impedirai- mentì Valdemar infondo sarebbe morto lui nel caso i suoi dubbi fossero fondati e non Blake.

-Blake- sussurrò Kaisha -tu puoi...voglio cavalcare un'ultima volta con te...so che non ti piace tanto come piace a me ma ne ho bisogno se veramente non ti vedrò più- Valdemar rimase sorpreso nello scoprire che la sorella minore aveva una passione in comune con lui ma allo stesso tempo capiva anche perché non l'avesse mai scoperto.

-va bene- infondo poteva prendersi un'oretta per cavalcare con la sorella prima di partire no? Kaisha sorrise leggermente nonostante la tristezza che aveva invaso i suoi occhi per poi trascinare il fratello verso le scuderie.

-miei principi non potete uscire a quest'ora...il re lo ha...-

-mia sorella è con me non le succederà nulla- disse serio Valdemar e vide l'uomo guardarlo leggermente storto ma poi li lasciò passare e a Valdemar ci volle tutta la sua buona volontà per ignorare quello che era il suo di cavallo e raggiungere quello del gemello. Keki gli sbuffò contro avendo perfettamente capito che non era il suo proprietario quello che aveva difronte ma Valdemar cercò di far calmare l'animale mostrandogli di non essere pericoloso. Dall'altro lato Kaisha stava mormorando qualcosa a Riha prima di montarci sopra. Quando Valdemar fu certo che Keki non l'avrebbe disarcionato fece lo stesso spronando poi le redini dello stesso per iniziare quella prima e ultima probabilmente passeggiata con la sorella.

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