Capitolo 8

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Zoe non poté impedirsi di scoppiargli a ridere in faccia.

L'assurdità e la sfacciataggine della proposta erano tali che sembrava una barzelletta; una di quelle storielle sconce che, di tanto in tanto, il Topo le rifilava.

Solo che l'offerta di Kieran le risultava più comica di qualsiasi battuta mai sentita prima d'ora.

Lui rimase a guardarla impassibile fino a quando il momento di ilarità, alquanto inopportuno, finì.

<<Mi prendi in giro?>> gli disse dopo essersi calmata e ricomposta.

<<No. Te l'ho già detto, uccidimi o seguimi>> le ripeté senza scomporsi. La voce era profonda, modulata, molto controllata e il suo volto non lasciava trasparire nessuna emozione. In quel momento tutto in lui, postura, espressione, tono della voce e probabilmente anche i pensieri e le azioni erano calcolate, come un soldatino o forse come un automa. Zoe ebbe un brivido lungo la schiena.

Ma cosa ti hanno fatto? Pensò dispiaciuta e allarmata.

<<Decidi in fretta. Non garantisco di non essere stato seguito da qualche altro Hunter o spia>> aggiunse con la stessa tranquillità che una persona normale avrebbe usato parlando del tempo.

No, una persona normale lascia intravedere dei sentimenti anche quando parla di cose simili, rifletté lei.

<<Certo, ti seguo, senza ombra di dubbio... ma per chi mi hai preso? Vedi per caso scritto sulla mia fronte BABBEA?>> lo canzonò, infastidita dall'idea che lui la credesse così credulona.

Kieran le si avvicinò ad un palmo di distanza e la guardò glaciale con le sue iridi grandi e nere, due pozzi senza fondo in cui per lei era facile, troppo facile, cadere e lasciarsi inghiottire.

<<Non abbiamo tempo. A te la scelta. Fidarti e avere l'opportunità di avvicinarti al Cerbero...>> e per la prima volta lo vide accennare un ghigno sardonico e allusivo <<... o andartene dopo avermi ucciso e vivere nel timore di essere braccata>>.

Zoe rimase a fissarlo negli occhi, riflettendo freneticamente su quello che gli aveva appena detto e su cosa le convenisse fare in quel momento.

Lui aveva quasi fatto un'allusione alla possibilità di potersi vendicare della morte dei componenti della sua famiglia. Non sembrava, comunque, avere molta scelta.

Che lui fosse sincero oppure no, che si lasciasse veramente uccidere o che fingesse non cambiava realmente la situazione.

Lei non sarebbe stata in grado di ucciderlo, magari, forse stordirlo, bloccarlo, ma non gli avrebbe tolto la vita e lui, comunque, poteva fermarla senza problemi, imprigionarla e consegnarla all'Agenzia e al Cerbero; se non ora sicuramente in un'altra occasione.

Decise di fare buon viso a cattivo gioco.

<<Di lui che ne farai?>> gli chiese all'improvviso, accennando con la testa verso l'Anomalo e scostandosi da quel corpo attraente che emanava un calore intenso, in contrasto con il comportamento del suo proprietario.

<<Lo lascerò qui. Più tardi manderò qualcuno a prelevarlo>> spiegò brevemente.

Kieran si sentiva un po' deluso dalla diffidenza di Zoe, ma poteva capirla. A volte neanche lui si fidava di sé stesso. Comprendeva che il fatto di lavorare nell'Agenzia, con suo padre, lo trasformava, agli occhi di lei, in un traditore. La sua reputazione, che si era costruito con tanta minuzia e impegno, ora di sicuro, non aiutava a far in modo che lei si fidasse. Forse, era meglio così. In questo modo lei non avrebbe mai abbassato la guardia e lui non si sarebbe fatto coinvolgere emotivamente tanto da lasciarsi distrarre dai suoi intenti.

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