Capitolo 31

16 10 6
                                    


<<Sei riuscito a fare per tempo quello che ti ho ordinato?>>

<<Sì, ma per un pelo. Avresti dovuto dirmelo prima>>.

<<Ho sottovalutato l'intelligenza di mio figlio. È stata una coincidenza sfortunata che si sia imbattuto proprio in quella coppia che conosceva da bambino. Non pensavo che i ricordi di quel periodo fossero ancora così vividi in lui>>.

Angel sbuffò. Sentire parlare del Corvo lo innervosiva molto. Prese un piccolo taglia carte appoggiato alla scrivania del suo capo e iniziò a pulirsi le unghie delle mani, attendendo di ricevere nuovi ordini.

Era divenuto il tuttofare del Cerbero. Il braccio destro invisibile che adempiva fedelmente, con creatività ed efficienza a tutte le sue richieste, per quanto discutibili.

Reagan lo aveva trovato molti anni addietro, quando era ancora un ragazzino, malnutrito, straccione e violento.

Per sopravvivere aveva truffato, rubato e persino ucciso.

Ora, faceva le medesime cose per accontentare le richieste del Cerbero.

Spesso i ragazzini o i bambini in cui si scopriva avessero il dono facevano una fine simile, almeno quelli più forti. I 'comuni' non li accettavano e così divenivano gli scarti della società finendo perlopiù morti per stenti o ammazzati, incapaci di usare il potere per difendersi.

I suoi parenti, quando avevano realizzato che lui possedeva il Dono, prima lo avevano isolato e maltrattato peggio di una bestia, poi, divenuto più grande, avevano cercato di abbandonarlo. Quel giorno, dopo l'ennesimo maltrattamento e atteggiamento di disprezzo da parte dei suoi genitori, dopo un violento alterco, in un momento di rabbia incontrollata li aveva uccisi.

Il suo potere consisteva nel saper soffocare le persone; strangolarle a distanza.

Rabbia e odio erano stati ed erano tutt'ora i suoi migliori amici. Grazie a loro la forza per sopravvivere non gli era mai mancata, e il giorno in cui aveva ammazzato i suoi parenti era stato anche quello in cui aveva incontrato il Cerbero.

Morte e rinascita, almeno per come la vedeva lui.

Reagan lo aveva preso sotto la sua ala protettiva. Lo aveva cresciuto di nascosto, insegnandogli tutto quello che doveva sapere, amplificando la sua violenza e le sue capacità come killer. Grazie a lui ora era divenuto un uomo da temere, pericoloso e mortale.

Lui era leale solo al Cerbero, non provava rimorso o compassione per nessuno. Egoista, violento e forse un po' perverso amava vedere soffrire gli altri, e ancora di più godeva nell'infliggere personalmente dolore ad altre persone. Il Gran Consigliere era per lui come un padre e sapeva che lui sarebbe stato il figlio perfetto se solo si fosse tolto di mezzo il Corvo.

Kieran...Angel lo detestava con tutta la sua anima, sempre che ne avesse una.

Non si meritava di essere il figlio del Cerbero e lui avrebbe se ne sarebbe sbarazzato, si sarebbe liberato della sua presenza il prima possibile.

I tempi si stavano facendo maturi.

<<Cosa devo fare con la ragazza?>> chiese guardando di sottecchi l'uomo a cui doveva la sua vita.

Reagan sprofondò nella poltrona di velluto color cremisi del suo studio privato. Osservò assorto per qualche istante i giochi di luce che il sole stava creando riflettendosi sul suo bicchiere di whisky con ghiaccio.

<<Giusto, la ragazza. Dannazione! Quando ho imposto a Kieran di trovarsi un Detentore pensavo, no, ero certo che dopo tutti questi anni in cui ha lavorato da solo, non sarebbe stato in grado di trovare qualcuno che ritenesse alla sua altezza>>.

Bevve un sorso del suo drink con una certa stizza.

<<Contavo sul fatto che sarebbe tornato a mani vuote così da potergli affibbiare te come Detentore per controllarlo meglio e invece...>>.

<<Adesso mi tocca fare la parte dell'Hunter. Devo ammettere però che occuparmi della ragazza è molto più divertente>> sghignazzò Angel.

<<Non le farai niente a meno che non sia io a ordinartelo. Non voglio attirare l'attenzione di Kieran o la sua ira più del necessario. Capito?>> affermò con tono perentorio, sbattendo il bicchiere sul tavolinetto davanti a lui, dopo aver trangugiato tutto in un fiato il whisky rimanente.

<<Ho capito. Non c'è bisogno di agitarsi>> gli rispose indietro Angel, alzando entrambe le mani in segno di resa e ubbidienza.

Il Cerbero tornò ad appoggiarsi allo schienale della poltrona, accavallò le gambe e mise i gomiti sui braccioli, unendo le dita delle mani poco distante dal suo volto.

<<Hmm, come sempre mio figlio ha una fortuna sfacciata. Dove ha trovato quella ragazza!? Non solo è molto bella, ma è anche notevolmente datata. Hmm...i suoi occhi...mi ricordano...Eva!>> disse in un misto di malinconia e meraviglia.

Che ci sia qualche collegamento? No, non è possibile, Eva è morta così come sua madre.

<<Voglio che tu tieni d'occhio attentamente questa Amethyst e che mi riferisci su di lei ogni cosa che riesci a sapere>>.

<<Farò del mio meglio, come sempre del resto. Solo che il Corvo non la lascia mai da sola, a parte quando deve seguire il corso che le hai imposto>>.

Angel fece un piccolo sorrisetto sbieco e perverso.

<<Mi è parso molto legato a questa ragazza>>.

Sarà più divertente vedere la sua reazione quando dovrò farla fuori.

Il Cerbero alzò i suoi occhi indagatori su di lui.

<<Strano, non so se credere a ciò che hai appena detto. Non sarà la gelosia che ti fa parlare? Kieran non ha mai tenuto a nessuno dopo la morte di sua madre. L'ho educato in questo modo affinché potesse essere, nel suo lavoro, più efficiente. È sempre stato distaccato da tutto e da tutti>>.

Angel sollevò un sopracciglio dubbioso.

<<Se lo dici tu. Magari, se lei dovesse dimostrarsi un problema, potresti chiedere a tuo figlio di ucciderla di persona, così potrai verificare se mi sono sbagliato. Come è successo con Katrin>> suggerì Angel, già pregustando la crudeltà della richiesta.

Gli AnomaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora