Capitolo 11

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<<Li abbiamo persi grazie a questi incompetenti>> commentò frustrato Ethan, bagnato fino al midollo sotto una pioggia scrosciante.

<<Dannazione, ma come hanno fatto a dileguarsi così in fretta!?>> aggiunse passandosi una mano sul volto per togliersi l'acqua che gli appannava la vista e gocciolava dal suo naso a punta.

<<Li conosci?>> chiese Aife che stava sondando con lo sguardo la zona attorno a loro. I suoi occhi, simili a quelli di un felino, riuscivano in modo naturale a vedere a lunghe distanze e abbastanza bene anche nei luoghi bui.

<<Giurerei di aver intravisto...>> iniziò a dire pensierosa.

<<Chi?>> incalzò il suo compagno.

<<Chi cavolo può esserci ancora in questo luogo>>

<<Il Grigio e Ginger>> terminò lei.

<<Stai scherzando, vero?>>

<<Non lo so. È stato solo un attimo. Forse ho le allucinazioni>>.

<<Ti conosco da abbastanza tempo per sapere che la tua vista non sbaglia mai. Secondo te cosa ci facevano qui?>>

<<Temo, quello che stavamo facendo tutti noi>> indicando anche i due corpi a terra svenuti.

<<Potrebbero collaborare con Kieran e, forse, li ha contattati lui per l'Anomalo, come hanno fatto con noi. Oppure lo stavano seguendo per qualche motivo. Difficile a dirsi per ordine di chi, o se per scopi personali>>.

<<Già, è arduo capire per chi, veramente, lavora il Grigio>> concluse Ethan.

Il temporale, presagio dell'inverno che si stava facendo sempre più vicino, era fortunatamente cessato velocemente.

Il suo passaggio aveva lasciato spogli dei loro vestiti alcuni alberi e riempito il terreno di un manto di foglie soffice e variegato di colori. Il cielo precedentemente grigio e turbolento era nuovamente tornato a essere un orizzonte blu, permettendo alla luce del pallido sole di filtrare attraverso la tavolozza ipnotica di verde, marrone, giallo, arancione e rosso delle chiome che avevano resistito coraggiosamente alla tempesta.

Le pozzanghere lasciate dalla pioggia brillavano come pietre preziose sul suolo della foresta, rispecchiando perfettamente il fogliame vibrante di colori.

Aife si scrollò l'acqua di dosso infastidita come un gatto bagnato.

<<Cosa ne facciamo di questi due?>> chiese dopo essersi ravvivata la folta chioma ondulata.

<<Non sappiamo per chi lavorano e quali sono le loro intenzioni, quindi credo che innanzi tutto dovremo interrogarli noi>> ragionò Ethan.

<<Giusto. Prima dovremo portare via l'Anomalo come ci è stato ordinato>>.

<<Per fortuna possiamo spostarci velocemente grazie ai portali dei Dotati se no ci avremmo messo giorni prima di arrivare>>.

Lei lo guardò scura in volto. <<Lo sai che odio usarli. Ogni volta mi lasciano lo stomaco in subbuglio>>.

<<Adesso sei tu che ti lamenti>> la riprese lui.

<<Lo sai che, se non fosse per questi passaggi, non potremmo fare bene il nostro lavoro. Ci hanno salvato la pelle più di una volta>>.

<<Come li trasportiamo?>> domandò lei lasciando cadere quell'argomento scomodo e fastidioso.

<<Non lo facciamo. Li svegliamo e li facciamo camminare. Prima, però, l'Anomalo, come hai detto tu>> spiegò lui semplicemente.

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