Capitolo 27

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L'Obelisco esternamente e internamente era davvero impressionante. La percezione di possenza che lei aveva avuto fin dall'inizio di quell'edificio, al suo interno era stata definitivamente e incontestabilmente confermata. Il quartier generale dell'Agenzia aveva l'aspetto di un immenso formicaio. In verità, lo si poteva anche paragonare a un alveare. Guardando verso l'alto, appena entrati, era inevitabile sentirsi schiacciati dalla vertiginosa altezza dello stabile che al centro aveva un'enorme tromba d'aria terminante con un unico soffitto all'ultimo piano.

Tutte le stanze e i corridoi si diramavano all'interno delle pareti che circondavano quell'unico spazio vuoto e da cui si affacciavano numerose finestre, come tante cellette di un'arnia. A metà altezza parevano galleggiare nel vuoto ponti e scale che univano i vari lati dell'edificio. Se si guardava dall'alto verso il basso, tutta la costruzione sembrava un grosso pozzo senza fondo a causa del colore del pavimento, di un grigio scuro, il cui contrasto con i muri candidi aumentava il senso di profondità.

Questo di certo non è il posto giusto per chi soffre di vertigini, ironizzò mentalmente Zoe.

Per quanto incredibile fosse quella costruzione, lei, però, non si sentiva particolarmente intimidita. Era stata ben preparata da Kieran su tutto quello che avrebbe visto e che sarebbe potuto succedere in modo che fosse pronta a reagire nel modo giusto. La scelta architettonica era evidentemente stata fatta a beneficio di chi comandava, per aumentare il senso di forza e dominanza assoluta dell'Agenzia. Zoe raddrizzò le spalle e si accinse a seguire il Corvo verso l'ascensore che l'avrebbe portata verso un futuro da cui sarebbe stato impossibile tornare indietro, senza catastrofiche conseguenze. Si soffermò per un attimo a scrutare il profilo del suo vecchio amico di giochi.

Come può essere la stessa persona? È come se in lui ci siano due differenti identità che non hanno trovato ancora modo di convivere assieme nello stesso corpo. Come ha fatto a non impazzire o andare incontro all'autodistruzione?

Il Corvo aveva vissuto tutti quegli anni con imposizioni di ogni genere, un ferreo autocontrollo, l'annullamento della parte sensibile del suo io e continuando senza sosta a esaminare, valutare, controllare, organizzare cercando di prevedere ogni cosa, per quanto possibile.

Pazzesco!

Appena avevano messo piede all'interno dell'Agenzia, Zoe aveva notato un cambiamento istantaneo e inconscio nell'atteggiamento di lui, come un meccanismo di autodifesa che si inseriva, si attivava in modo automatico.

L'imperturbabilità della sua espressione e la duretta e tensione dei suoi lineamenti la colpirono molto.

Non avrei mai immaginato che potesse diventare ancora più gelido, con uno sguardo così spietato, alienato da far venire i brividi.

In quel posto Kieran pareva divenire un automa senza nessun tipo di emozioni, impassibile.

Zoe constatò come molti, incontrandolo o incrociando accidentalmente il suo sguardo, lo salutassero con rispetto, ammirazione ma soprattutto con timore, per poi posare i loro occhi indagatori su di lei, avidi di curiosità.

Immaginava già cosa stessero pensando.

'Cosa ci fa quella sconosciuta al fianco di uno dei più temuti Hunters esistenti?'

Già cosa ci faccio io qui? Si domandò in un fulmineo momento di insicurezza e sconforto. Non sarò mai alla sua altezza! E se per causa mia lui dovesse avere grane e la sua reputazione venisse rovinata?

Aah, meglio che non ci penso se no...

Un gruppo di donne, vicino alla porta del bagno pubblico le rivolsero uno sguardo malevolo, di evidente gelosia e invidia.

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