Capitolo 9

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Ethan e Aife si fermarono davanti all'entrata dell'Obelisco, incerti e pensierosi ma perlopiù irritati dalla situazione in cui si trovavano che si stava sempre di più complicando.

<<Questo lavoro mi sta procurando dei gran mal di testa>> commentò lui accigliato, sospirando.

<<Capisco>> disse Aife solidale.

<<Ogni volta che ci convocano, e ultimamente sta diventando più frequente da entrambe le parti, ho sempre il timore...>>.

<<Lo so, anche io. Comunque, il 'Capo' ha detto che si tratta di un nuovo incarico, quindi anche per oggi credo che potremo stare tranquilli>> dichiarò la Detentrice sospirando a sua volta.

<<Relativamente parlando>> aggiunse lui con una smorfia diffidente sul volto.

<<Sì, relativamente parlando, come sempre>> ribadì Aife.

Ethan si raccolse i capelli in un piccolo codino.

<<Hai detto di aver parlato con il 'Capo'. Lo hai incontrato?>>

Lei annuì.

<<Non lo vedo da un bel po'. Come se la cava?>> chiese più per temporeggiare che per reale interesse. Non aveva la minima voglia di incontrare il Cerbero.

<<Il solito. Forse qualche capello grigio in più e la stempiatura è di sicuro aumentata. Il lavoro più sedentario gli ha fatto guadagnare qualche chiletto. Nel complesso è sempre il fedele e irritante 'cane' del Consiglio Superiore e naturalmente del Cerbero. Ansioso, despota, e incompetente. Mi sono sempre chiesta come sia riuscito a diventare 'Capo istruttore' e poi segretario del Gran Consiglio>>

<<Già, è un mistero. Comunque, la fedeltà incondizionata rende bene da queste parti. Deve avere un gran mal di schiena a fine giornata a forza di inchinarsi così tanto frequentemente davanti ai consiglieri e a tutti i suoi superiori. Prima o poi rimarrà bloccato da un bel 'Colpo della Strega'>>.

Ethan e Aife scoppiarono all'unisono a ridere.

<<Bella battuta>> gli disse lei asciugandosi le lacrime ai lati degli occhi formatesi per il momento di ilarità.

I due si guardarono per un lungo istante, poi pian piano le loro espressioni diventarono serie tornando con la mente alla ragione per cui si trovavano lì.

<<Meglio entrare, lo sai che il Cerbero non apprezza i ritardatari>> disse lei nuovamente pratica ed efficiente.

Ethan tirò un bel respiro profondo, lo trattenne per qualche attimo e poi espirò l'aria velocemente.

<<Va bene, andiamo>>.

L'incontro fu più veloce del previsto. Il Gran Consigliere li usava come spie e, dopo essersi fatto dare le ultime informazioni sugli Anomali e in special modo sui Dotati, gli ordinò di controllare con discrezione anche suo figlio. Infine, vennero avvisati che d'ora in poi avrebbero dovuto collaborare con Kieran per sedare i recenti disordini avvenuti vicino al confine di The Great Forests. Kieran avrebbe condotto l'operazione e loro sarebbero stati al suo comando, di supporto in caso di necessità.

Due ore più tardi, dopo avere ricevuto da un fidato informatore la preoccupante notizia che Kieran aveva trovato Zoe, Ethan ed Aife si trovavano seduti ad un tavolo di una taverna nel distretto o sezione due a bere birra.

<<Odio tutto questo. Comincio ad averne abbastanza>> si lamentò lui, curvo sul tavolo con entrambe le braccia appoggiate, mentre si rigirava il boccale di birra in mano.

<<Adesso dobbiamo fare anche i babysitters/spie di Kieran per conto di quel pazzoide del padre. Ciliegina sulla torta, il Corvo ci ha battuti sul tempo ed è arrivato a Zoe. L'Anziano ci farà il culo per questo. Certe volte mi vengono i dubbi su cosa riferire e a chi>> commentò frustrato e alzò la sua pinta e ne bevve un lungo sorso.

<<Comprensibile, ma questo è il nostro lavoro. Smettila di lamentarti. Alla fine, dobbiamo fare quello che abbiamo sempre fatto sia per L'Agenzia che per i Dotati. C'è solo qualche piccolo cambiamento. Niente che non possiamo gestire>> lo rimbrottò lei severa.

<<E per favore abbassa la voce o finiremo entrambi nella 'struttura di riabilitazione' o peggio. Il fatto che facciamo le spie per il Cerbero non ci assicura di non essere spiati a nostra volta>> aggiunse bisbigliando.

Ethan girò gli occhi all'insù esasperato, appoggiando improvvisamente e stancamente le schiena all'indietro sullo schienale della sedia. Il movimento brusco fece cadere sul tavolo qualche goccia del liquido ambrato dal suo boccale. Aife diede una rapida occhiata ai diversi clienti presenti nella taverna per controllare che il suo compagno non avesse attirato attenzioni indesiderate.

L'interno della taverna era fumoso e in penombra lì dove la poca luce, proveniente dalle lampade appese alle travi di legno del soffitto, non riusciva ad arrivare.

I tavoli le panche e le sedie avevano visto giorni sicuramente migliori e sembravano tutti dei vecchi abbandonati, ruvidi e traballanti.

L'aria era appesantita dall'odore di birra acida, dal cibo di scarsa qualità e dal sudore degli astanti che perlopiù erano o sembravano già mezzi ubriachi.

<<La birra qui fa schifo>> commentò lui con espressione disgustata.

<<Non siamo qui per la birra, ma per le informazioni che abbiamo ottenuto>> puntualizzò lei.

<<Allora? Adesso che si fa?>> chiese poi abbassando il tono della voce dopo essersi calmato.

Tra loro due, nella dinamica del loro rapporto, lei era quella tattica, quella logica, insomma la mente. Lui, seppur molto intelligente e furbo, era il braccio.

Aife era una Detentrice molto capace. La sua specialità era la magia illusoria dove la vittima si poteva sentire al sicuro o in pericolo a seconda di quello che lei decideva di fargli provare o vedere. Questo nel loro campo lavorativo era molto utile. Era magra, non molto alta, agile come un gatto e, anche se non si vedeva all'apparenza, era molto forte.

I lineamenti affilati del volto e le pupille leggermente ovali incastonate in iridi dal colore quasi ambrato le davano un aspetto felino.

Lui era mediamente alto, con una corporatura asciutta, scattante e molto letale con daghe e coltelli. Aveva un volto da furetto con occhi sfuggenti e un naso leggermente appuntito.

Si erano conosciuti in una bisca; posto che lui bazzicava di tanto in tanto perché amava le scommesse e il rischio.

Quello era anche il posto migliore dove recuperare ogni tipo di informazione. All'epoca non lavorava ancora per l'Agenzia e racimolava un po' di soldi con il gioco d'azzardo e qualche lavoretto di spionaggio. Si erano trovati involontariamente a truffare, nello stesso momento, un pezzo grosso del locale, durante una partita a dadi. Alla fine, scoperti, non si sa come, erano scappati aiutandosi vicendevolmente per evitare di essere catturati dai tirapiedi di quel tizio.

Da allora avevano fatto coppia.

<<Hai sentito il 'Capo' quando siamo usciti dall'incontro con il Cerbero. Kieran ha avvisato l'Agenzia di mandare qualcuno a recuperare un Anomalo lasciato qui vicino. Quel qualcuno siamo noi. Questa per ora è la nostra priorità se non vogliamo noie>>.

<<Ok, e dopo?>>

<<Appena avremo l'occasione dovremo cercare di contattare l'Anziano>>.

<<Ci rimangono ancora alcune ore prima che faccia buio, ma è meglio sbrigarsi>> aggiunse Aife alzandosi di scatto.

<<Tocca a me offrire oggi>> e si diresse verso il bancone per pagare.

Ethan la seguì con lo sguardo.

Fulminò con gli occhi un paio di clienti che si erano azzardati a posare troppo a lungo il loro sguardo viscido sulla sua Detentrice e poi con passo pesante la raggiunse.

Ho promesso di fare il bravo e non azzuffarmi con nessuno, pensò a malincuore schioccando la lingua. Peccato, un po' di esercizio per liberarmi da tutto lo stress accumulato mi avrebbe fatto bene.

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